Fuori dai piedi

La pietra pomice con i superpoteri

Continuando ad esplorare il mondo Lush, ho provato un prodotto di una categoria che non avevo ancora testato, quella riguardante mani e piedi.
Soprattutto tra noi maschietti, la cura dei fettoni è altamente snobbata: basta che non puzzino e siamo contenti (molti sono contenti anche se puzzano chissenefrega). Le signorine ci mettono un po' più di attenzione, ma in generale ci si concentra molto di più su viso e capelli.
E poi, diciamocelo, i piedi sono noiosi. Non li vede nessuno. Io per primo non ho voglia di starci a perdere troppo tempo.
Ma ho comunque voluto provare "fuori dai piedi", per pura curiosità, convinto comunque di aver comprato una comunissima pietra pomice particolarmente cara.

Lush ci dice:
Un trattamento con i contropiedi! E' pieno di polvere di pietra pomice per piedi lisci, con oli nutrienti e limone antipuzza.
A grande richiesta, è arrivato il super-pediluvio che libera i piedi da ogni ingombro. Immergeteli nell'acqua calda, prendete un pezzo di Fuori dai Piedi e strofinatecelo sopra: frizzerà e si trasformerà in una crema con pomice per spazzare via le asperità, olio di jojoba per ammorbidire, sale marino ricco di minerali e varie essenze limonose per il tocco finale di freschissimo profumo scacciapuzza. Si sbriciola un po', ma anche se non arriva intero è sempre favoloso!
Lush ci propone il prodotto sotto forma di saponetta a forma di piede verdino: maneggiatelo con attenzione, si sbriciola facilmente, fino a ridursi in polvere.
Durante l'uso invece otterrete una cremina che maschera dietro la consistenza vellutata un effetto scrub piuttosto deciso.
Il profumo mi è subito piaciuto: è fresco, semplice, vagamente agrumato. E' la mia idea di "odore da pulito" ideale, piacevole ma non invadente.
Devo ammettere che gli effetti mi hanno sorpreso. Come già detto ero piuttosto scettico, privo di grandi aspettative, credendo di essermi portato a casa una semplice pietra pomice colorata.
E invece fa un lavoro eccellente. "Fuori dai piedi" inizia levigando la pelle come una normale pietra pomice, lisciando i calli e rimuovendo l'eventuale e poco appetitosa pelle morta, ma l'effetto non finisce qui.
Infatti, grazie al burro di cacao e agli oli nutrienti che contiene, dopo l'azione esfoliante va a nutrire la pelle, rendendola, oltre che liscia, morbida e luminosa.
E' un prodotto completo, che in un'unica passata apporta i benefici di un pediluvio, di una pietra pomice e di una crema nutriente... e toglie gli odori in una maniera fantastica. A seconda di quanto fetidi siano i vostri piedi, il risultato varia da un odore neutro, di pulito, ad una piacevole fragranza al limone, molto leggera.
Mai più piedi che sanno di formaggio!
Infine, gli agrumi contenuti nel prodotto non solo tolgono gli odori, ma danno una piacevole sensazione di freschezza, ideale dopo una giornata impegnativa o d'estate, quando il caldo umido rende appiccicosi come marmellata.

Consiglio di sbriciolare completamente il prodotto, lasciando dei pezzettini un po' più grossi, e conservarlo in un barattolino (lo so, è un peccato distruggere il piedino, ma bando ai sentimentalismi). A seconda di quanto impegno ci mettete, potete ridurlo in granelli oppure ottenere una polvere abbastanza fine. Attenzione a non fargli prendere umidità o si ridurrà in pappetta!
Bagnate i piedi con acqua calda o teneteli a mollo per un po', quindi prendete un pizzico di prodotto (con le mani il più asciutte possibile o con un cucchiaino per non bagnare tutto) e strofinate con energia sui punti critici. Otterrete una pappetta esfoliante e rinfrescante: continuate a ravanarla sui piedi finché non sarete soddisfatti, quindi sciacquate.

Trovo questo prodotto adatto un po' a tutti. Gratta quanto una normale pietra pomice, soprattutto se ci mettete energia, ma gli oli e il burro di cacao ne addolciscono l'effetto, andando a nutrire e ad ammorbidire, rendendo il prodotto consigliabile anche a chi ha la pelle più delicata.
E' ottimo dopo l'attività sportiva, lunghe camminate o se avete un lavoro che vi costringe a stare molte ore in piedi. Evitate invece se avete vesciche o taglietti: ci sono dentro lime, limone e acido citrico, che non sarebbero troppo piacevoli.
Tirando le somme, non è un prodotto indispensabile e non vi cambierà la vita. Ma è una piccola coccola da concedersi quando ne abbiamo voglia. E nel suo piccolo dà un sacco di soddisfazioni ed è un'occasione in più per prenderci cura del nostro corpo.

L'INCI è ottimo, i componenti sono quasi tutti naturali e con bollino verdissimo, ad eccezione dei soliti allergeni in fondo alla lista. Quindi non solo questa super pietra pomice è estremamente efficace, ma anche naturalissima! Ci sono un paio di ingredienti segnati con l'asterisco, controllate bene le annotazioni per saperne di più.

Cosa ci trovate dentro, esattamente:
Bicarbonato di Sodio (Sodium bicarbonate) - doppio verde
Pietra Pomice in Polvere (Pumice) - doppio verde
Acido Citrico (Citric Acid) - doppio verde
Olio di Jojoba Biologico e Spremuto a Freddo (Simmondsia chinensis) - doppio verde
Sale Marino (Sodium chloride) - doppio verde
Burro di Cacao (Theobroma cacao) - doppio verde
Olio Essenziale di Lemongrass (Cymbopogon citratus) - doppio verde
Estratto di Gardenia (Gardenia jasminoides) - doppio verde
Olio Essenziale di Limone (Citrus limonum) - verde*
Olio Essenziale di Lime (Citrus aurantifolia) - verde*
Polvere di Licopodio (Lycopodium annotinum) - verde

Citral - doppio verde
Geraniol - giallo
Citronellol - giallo
Limonene - giallo
Linalool - giallo

Profumo (Parfum)
Colore 42090 - rosso


*questi ingredienti sono fotosensibilizzanti, quindi da considerare gialli o rossi per pelli esposte al sole. Dato che il prodotto va usato sulla pianta del piede/sul piede in generale, a meno che non giriate scalzi e camminando sulle mani, non ci sono problemi, mi pare.


Quanto vi costa
Piedino da 75g  €5.35

LUSH.IT  
date un'occhiata al sito della Lush, mi raccomando,
è tutta robbba bbbuona per voi e per l'ambiente!

La Fiamma

Per chi non si accontenta della solita pizza

Alla ricerca di un locale vicino a casa (viva la pigrizia!) ma che offrisse qualcosa di diverso, mi sono imbattuto in svariate recensioni sulla pizzeria "La Fiamma", tutte positive. Ma è pur sempre una pizzeria e io ero in cerca di qualcosa di un po' più sfizioso per una serata tranquilla in due. Continuo a leggere e scopo che il posto è specializzato in curiose "pizze senza lievito".
Mai assaggiate.
E il posto è a dieci minuti di macchina da casa.
Approvato al volo.

Il locale è stato aperto da poco. Per meglio dire, c'è sempre stato, ma la gestione attuale, nelle mani di Luca e Mira, è nuova di zecca, datata 2012. Il posto si sta battendo per costruirsi una solida reputazione, offrendo una novità che spero vivamente prenderà piede: le pizze senza lievito. Ma di quelle ne parlerò più avanti.
Per chi abita lungo la Riviera del Brenta, arrivarci è davvero facilissimo. Si trova ad Arino, a cinque minuti dalla Riviera... purtroppo una località poco conosciuta, che rende il locale un po' imbucato e gli dà poca visibilità. Bisogna sapere dove cercare; il parcheggio davvero piccolo e l'aspetto rustico non lo rendono la soluzione ideale per l'avventore occasionale, che preferirà di sicuro un posto più appariscente. Davvero un peccato: l'abito non fa il monaco e in questo caso è assolutamente vero.
Il locale è di dimensioni contenute, accogliente, ma forse un po' anonimo. All'entrata abbiamo un bancone ampio e una sala adiacente con i tavoli e il doveroso forno a legna con cucina a vista. Il tutto è ordinato e sobrio, ma gli manca un pizzico di personalità per renderlo diverso da altri locali di questo tipo. Anche a vederlo da fuori non salta all'occhio, non è uno di quei posti davanti ai quali ti fermi e dici "oh, proviamo a fermarci qui, sembra carino". Un peccato, perché il servizio e il cibo valgono davvero la pena di fermarsi per un pranzo o una cena.
Elemento assolutamente positivo è la presenza di un'area bambini con giocattoli, colori e strutture varie, leggermente discosta dalla sala principale, per permettere ai bimbi di svagarsi senza stare tra i piedi di genitori e camerieri (e far contenti un po' tutti).

Il locale è aperto per aperitivi, pranzi, cene, organizza serate a tema, degustazione di pizze e feste di compleanno.
Il menù è ricco e offe, oltre alle pizze, un discreto assortimento di primi piatti, secondi e antipasti, comprendendo anche fritto misto e, su prenotazione, grigliate di carne o pesce. Sono tutti piatti semplici da gustare tra amici, come carbonara, polpette, costine e gnocchi.
Il vero punto forte dl locale sono le pizze, rigorosamente senza lievito.
L'idea potrà forse far storcere il naso... come può essere buona una pizza senza lievito? Verrebbe da pensare ad un frisbee imbrattato di pomodoro.
Sorpresa sorpresa, assolutamente no.
Abbiamo una quantità sorprendente di pizze tra le quali scegliere (più di novanta!), dalle più classiche alle più estrose, suddivise spiritosamente in pizze dei peccati, dei mestieri e dei politici. Le pizze in sè sono abbondanti, con pasta sottile (molto sottile, aggiungerei: io vado matto per questo tipo di pizza, chi ama invece la pasta un po' più spessa è avvisato) e ottimi ingredienti. Le nostre sono arrivate cotte a puntino.
Grazie all'impasto particolare, come già detto senza aggiunta di lievito, il prodotto finale è sorprendentemente leggero: a fine pasto non ho avuto nessuna sensazione di gonfiore o pesantezza, tipiche del post-pizza (e come già detto le porzioni erano generose). Insomma, si esce sazi ma senza rotolare. Altro aspetto interessante è stato l'assenza di sete assidua qualche ora dopo (anche questa conseguenza abbastanza comune del mangiar pizza).
Insomma, pizza ottima, abbondante e digeribilissima, promossa a pieni voti: Luca, pizzaiolo romagnolo con quindici anni di esperienza, ci sa fare alla grande grande.
Tra i dessert la fanno da padrone le mousse, accostate ai classici tartufi bianco e nero.
A livello di bevande il locale offre né più né meno di quello che ci si aspetta da un locale di questo tipo: classiche bibite, qualche birra in bottiglia, vino alla spina, una mezza dozzina di vini in bottiglia e amari e grappe vari. Niente di nuovo sotto il sole, ma non si tratta né di un pub né di un ristorante raffinato, quindi la scelta è in linea con altri locali di questo tipo.
A pranzo, dal lunedì al venerdì, c'è la possibilità di mangiare con un menù fisso (primo, secondo, contorno, un quarto di litro di vino, mezzo di acqua, caffè), al ragionevolissimo prezzo di 11€.

Altro punto a favore è il personale. I gestori sono gentilissimi, amichevoli, e, serata permettendo, più che disposti a fare quattro chiacchiere. Sono davvero in grado di far sentire il cliente a casa propria, quasi in famiglia, complici anche le dimensioni ridotte del locale.
Arriviamo alla questione prezzi. Devo ammettere che, per essere una pizzeria, i prezzi sono altini, sui 15€ a testa (prendendo solo pizza, bevande e caffè), ma la qualità e la particolarità del cibo (oltre alla simpatia dei gestori) li valgono tutti.

Insomma, da provare assolutamente, se siete amanti della pizza. Per una serata informale tra amici la consiglio assolutamente, nonostante lo stile del locale sia carino ma gli manchi quel qualcosa in più che che lo faccia spiccare visivamente e contribuisca ad attirare l'attenzione che di sicuro merita.
Non fermatevi alle apparenze e non ve ne pentirete, assaggiare per credere.

Bar Pizzeria La Fiamma
Giorno di chiusura: Martedì
Orario: 11.00-14.00 / 17.00-23.00
Indirizzo: Via Cazzaghetto 1, 30031 Arino (VE)
Telefono: 041 464780
Web: pizzerialafiamma.com

Crocchette di verdure al forno

Croccano che è un piacere
 Non amo friggere. Non fraintendetemi, adoro il fritto, ma non ho una friggitrice e la cucina mi si impesterebbe di puzza di fritto per una settimana, quindi preferisco evitare. Senza contare che per ottenere un fritto croccante ma non unto e bisunto ci vuole di sicuro un po' di mano, non è una cosa così semplice.
Così stasera vi propongo una ricetta semplicissima ed economica con cottura al forno, anche se non così veloce da realizzare, più che altro per la necessità i preparare i singoli ingredienti uno per uno.
Si tratta di crocchette di verdure al forno, un ottimo contorno o antipasto che potete personalizzare quanto vi pare. Infatti sta a voi decidere che verdure metterci dentro, ovviamente cercando di equilibrare un po' il sapore e scegliendo come ingrediente principale una verdura con la quale sia possibile formare un impasto (spinaci, bieta, cavolfiore, fondi di carciofo, carote e zucca sono tutti ottimi candidati). Evitate le verdure troppo acquose, come i pomodori, o almeno usatele in quantità minime.
Per una teglia di crocchette, procuratevi:
  • 700 grammi di verdure cotte
  • 2 uova
  • Cipolla tritata a piacere
  • Parmigiano grattugiato (opzionale)
  • Latte (se strettamente necessario)
  • Pangrattato
  • Farina
  • Burro
  • Sale
Cominciate cucinando le verdure che avete scelto (io ho usato spinaci e carote, son venute una bontà), facendole bollire, tramite cottura a vapore oppure, se volete velocizzare i tempi, a microonde (qui trovate un articolo con i tempi di cottura per le varie verdure). Strizzatele bene per eliminare più acqua possibile, sminuzzatele o schiacciatele con una forchetta, aggiustate di sale, aggiungete una manciata di cipolla tritata per insaporire e impastate fino ad ottenere un composto omogeneo. Se volete, aggiungete un paio di cucchiai di parmigiano grattugiato.
Aggiungete un uovo e amalgamatelo completamente. A questo punto incorporate un cucchiaio di pangrattato impastate e controllate la consistenza. Deve risultare un impasto compatto, malleabile, né viscido né grumoso. Se è ancora troppo molle aggiungete ancora pangrattato, se invece avete esagerato e il tutto si sbriciola, aggiungete pochissimo latte. Continuate a pastrocchiare finché non ottenete la giusta consistenza.
In un piatto fondo, sbattete il secondo uovo e aggiungete un pizzico di sale.
Formate con il composto delle palline delle dimensioni che preferite (a me piacciono piccine, delle dimensioni di una pallina da ping-pong), e rotolatele nella farina, quindi nell'uovo sbattuto e poi nel pangrattato. Aspettate un paio di minuti che si asciughino un po', quindi tornate a bagnarle con l'uovo (meglio ora usare un pennello da cucina), e fate un secondo strato di pangrattato (basta farina!). Ripetete finché lo spessore  della copertura non sarà di vostro gradimento.
Mettete le polpettine su una teglia ricoperta di cartaforno, schiacciandole leggermente. Mettete un fiocchetto di burro su ognuna di esse (non ne serve molto, è per renderle più dorate), e infornatele in forno già caldo a 200°C per 10 minuti.
Trascorso questo tempo tiratele fuori, giratele, mettete di nuovo un po' di burro su ognuna di esse e cuocete per altri 10 minuti.
Al termine della cottura dovranno risultare dorate e croccanti.
Danno il meglio di sè servite calde o tiepide, magari accompagnate da una fonduta di formaggio!
Semplice? Più semplice di così non si può. Provate provate, la verdura fa sempre bene.

Just Dance 4

Come diventare scemi divertendosi e perdendo peso
 Lo so lo so, sto scrivendo pochissimo, questo mese.  Ma mi sento un po' un'ameba, la sera, sono perennemente stanco morto e voglia di scrivere (e pensare) ce n'è poca.
In ogni caso, oggi vi recensisco un gioco che per ovvi motivi finirà anche nella categoria "fitness": Just Dance 4, una maledizione regalatami per il compleanno.
Penso che ormai tutti conoscano questa serie di titoli: usciti per Wii, Xbox 360, PlayStation 3 (e nel caso dell'ultimo capitolo anche per Wii U), sono videogiochi sfiancanti nei quali lo scopo è quello di copiare il più accuratamente possibile le mosse riprodotte dai ballerini sullo schermo.
Questo rende Just Dance anche un'ottima mini palestra casalinga per la gente particolarmente pigra o timida che non mette piede nelle palestre vere (oltretutto, è decisamente più economico di un abbonamento alla palestra di quartiere, e senza alcun limite di tempo o scadenza).

Cosa ci offre Just Dance 4? Devo ammettere che i programmatori ci hanno messo davvero impegno per rendere il gioco, per natura ripetitivo, il più vario possibile, inserendo una buona varietà di contenuti.
Abbiamo innanzi tutto la possibilità di creare una scheda personale per ogni giocatore, che registrerà i nostri progressi, il tempo di gioco, le calorie smaltite, i brani preferiti e la nostra media di esecuzione (che viene di volta in volta valutata da una a cinque stelle).

  La modalità principale di gioco, chiamata con molta fantasia "Just Dance", ci offre più di quaranta brani (e altri ancora li potrete scaricare dallo store online), con generi che spaziano dal classici come "Istanbul", fino alle ultime hit fighettose alla "Call Me Maybe". Che sono comunque divertenti da giocare, anche se devo ammettere che all'inizio l'idea di ballare al ritmo degli One Direction mi ispirava davvero poco.
Alla fine di ogni canzone ci verrà dato un punteggio e uno stile di ballo, a seconda di come ci siamo mossi. Devo dire che il controller è davvero molto sensibile all'inclinazione del corpo, e anche alla vicinanza/lontananza dallo schermo, costringendoci a sforzarci di più e seguire il ballerino con i movimenti di tutto il corpo e non solo delle braccia.
Ogni canzone poi ci propone degli obiettivi da raggiungere, come ad esempio ottenere un certo numero di stelle, un determinato stile o una valutazione in certi punti della canzone.
Sono presenti diverse coreografie di coppia o per quattro ballerini. Sono eseguibili anche singolarmente, ma alcuni obiettivi richiedono un team completo: per finire il gioco al 100% quindi dovrete per forza giocare di squadra.
  La modalità di gioco secondaria, "Just Sweat", ci propone invece un allenamento per bruciare calorie. Ci sono diversi tipi di allenamento (aerobico, cardio-fitness, esercizi a corpo libero e altro), per ogni programma possiamo decidere se esercitarci per 15, 25, o 45 minuti e avremo, come nella modalità principale, degli obiettivi ulteriori da raggiungere (completare determinate sessioni, ottenere un certo punteggio e così via).
Dopo una sessione di riscaldamento, ci verranno proposte delle canzoni a ballare scelte tra quelle disponibili (ne potrete sbloccare di nuove, andando avanti, e Just Sweat pescherà anche tra quelle) e attinenti al tema del programma, intervallate da sessioni di puri esercizi per sciogliere i muscoli senza farli raffreddare.
L'energia che ci metteremo sarà monitorata in tempo reale, così come le calorie bruciate.
E alla fine avremo una sessione di defaticamento, con movimenti da sincronizzare alla respirazione. Sono tutti esercizi semplici, di quelli che anche se eseguiti sommariamente non vanno a farvi danni ad ossa, tendini, nervi o muscoli.

Vi ho parlato degli obiettivi in entrambe le modalità: ma a cosa servono?
Nel gioco è presente quella che viene chiamata "Barra Mojo": indica il livello attuale, e ottenendo punti potete salire di livello. Ogni volta che finirete una canzone ve ne saranno dati 100 per ogni stella ottenuta, e ogni obiettivo raggiunto vi darà dei punti bonus.
Alcune canzoni e programmi fitness danno punteggio doppio: il gioco li sceglie a caso, se vedete il segnalino "x2" non fatevi scappare l'occasione!
Ogni volta che salite di livello accederete ad un mini gioco tipo ruota della fortuna, nel quale potrete sbloccare un nuovo contenuto. Ce ne sono davvero tanti, ed ottenerli tutti vi richiederà un po' di tempo.
I premi comprendono nuovi avatar per le schede personali, modalità versus per scontrarsi con due canzoni differenti, versioni alternative dei brani, nuovi programmi fitness ed altro ancora.
In questo modo il gioco si espande sempre di più man mano che proseguite, allungando notevolmente il tempo di gioco ed offrendo sempre contenuti nuovi.
Hanno fatto davvero tutto il possibile per aumentare la longevità del prodotto.
L'unica critica che mi sento di muovere è l'assenza di una modalità "prova", dove esercitarsi nelle coreografie senza andare a rovinarsi la media, o per provare solo determinati passaggi particolarmente ostici.

Nel complesso però lo trovo ottimo. Ottimo per chi ama fare il cretino, per chi ama vedere i propri amici fare i cretini, per chi ama ballare, per chi è pigro e non mette il naso fuori casa, per chi vuole organizzare una festicciola, per chi vuol perdere peso. Insomma, un po' per tutti... basta non prendersi troppo seriamente.

Lista delle canzoni disponibili nella versione Wii:

Bustine da tè fatte a mano

E' San Valentino, e il tè scalda sempre il cuore

E' San Valentino! Ditelo che non vedevate l'ora.
Io sinceramente non proprio. Tra feste vaie, compleanni, anniversario, è da Natale che non ho un attimo di tregua tra regali e regalini.
La mancanza i pecunia aguzza l'ingegno, e condivido con voi un'idea per un regalo personalissimo e dal costo contenuto.
A regalare una scatola di bustine di tè non ci si fa mai una gran figura. Ma se sono fatte a mano e personalizzate la cosa cambia.
Non è assolutamente difficile confezionarle da sè, ci vogliono solo un po' di mano e un po' di pazienza.
Come materiale potete usare carta filtro oppure della comune garza, facilmente reperibile ma che tende a sfilacciarsi ai bordi. A me come soluzione piace, dà un aspetto molto "casereccio" e rustico. Come le cose genuine di una volta, quando nostro nonno andava a scuola a piedi nudi nella neve e saltava i fossi per lungo. Per un risultato più fine procuratevi invece del tulle, una stoffa permeabile sottile e semitrasparente.
Vi serviranno anche del robusto filo da cucito del colore che preferite, una spillatrice (o graffettatrice se vi piace di più chiamarla così) e, ovviamente, dei piccoli rettangolini di cartoncino a attaccare alla fine del filo. Qui potete sbizzarrirvi un po' come volete, se non vi piacciono i rettangolini dategli la forma che preferite (a cuore, a fiore, a picca, a coppia che balla il tango argentino sotto il sole di luglio, se vi aggrada). Se avete voglia di fare le cose per bene, potete perdere tempo a creare un piccolo marchio personale da riportare a mano o stampare su queste piccole etichette.

Ricapitolando, procuratevi:
  • carta filtro, garza o tulle
  • filo da cucito
  • rettangolini di cartoncino
  • spillatrice
  • tè o infuso a scelta (mi pare ovvio)

A. Tagliate un rettangolo di garza o di carta filtro di 16cm x 6cm.
B. Ripiegatelo in due, e cucite i due lati lunghi a circa mezzo centimetro dall'orlo (linee tratteggiate rosse).
C. Potete decidere se lasciarlo con le cuciture a vista (figura C1) oppure rivoltare la bustina come un calzino (figura C2). Consiglio la seconda soluzione in caso usiate la garza o il tulle, per tenere i punti un po' più protetti ed evitare che vi si sfilacci tutto nella tazza. Riempitele del tè o della tisana che preferite.

 Ora dovete ricreare la classica chiusura da bustina.
D. Piegate ad angoli di 45° i lati dell'estremità aperta (come se steste facendo un areoplanino di carta).
E. Cucite il bordo inferiore (linea tratteggiata rossa).
F. Ripiegate la punta.
G. Fissate il tutto con un punto metallico, aggiungendo anche il filo al quale attaccare l'etichetta (vi consiglio di farci un nodino alla fine).
H. All'altra estremità del filo spillate l'etichetta (rettangolino di carta o, di nuovo, la forma che preferite).

Chiusura a sacchettino (occupa più spazio!)
 Se vi sentite pigri, potete fare una chiusura a sacchettino. Partire da un rettangolo iniziale di 18cm di lato per avee un po' più margine, e alla fine, invece di cucire la chiusura, usate uno spago per chiuderlo, legandolo saldamente.

Tutto qui. E' semplicissimo, e in un paio d'ore, quando ci avrete preso la mano, avrete preparato un'intera confezione di bustine personalizzate e fatte a mano.
Non vi resta che trovare una bella scatolina (magari di legno, vimini o latta) e impacchettare il tutto. Se l'amico (più probabilmente l'amica) alla quale farete il regalo ha un minimo di intelligenza vi assicuro che farete un figurone (ad una spesa minima).

Se volete, potete personalizzare anche l'infuso contenuto nelle bustine, creando una piccola riserva di pozioncine personali. In erboristeria possono crearvi un preparato su misura con le erbe che preferite.

Gulden Draak

I draghiiiiiiiiii
 Ieri era il mio compleanno, e mi sono sentito in dovere di festeggiarlo con una Gulden Draak.
Questo prodotto viene dal Belgio, e d'inverno me ne concedo un bicchiere spesso e volentieri. Molti la definiscono una "birra da cavalieri". No, non nel senso di gentiluomini, intendo proprio quelli in armatura che vanno in giro a salvare fanciulle indifese.
E' impossibile non notare la bottiglia della Gulden Draak (lettaralmente "drago dorato"), su uno scaffale: tozza e bianca, con una banda nera sulla quale spicca un drago dorato. Questa birra prende infatti il nome dalla statua raffigurante un drago che possiamo trovare a Gand, capoluogo delle Fiandre Orientali, in Belgio. Il monumento è antico di secoli e sembra essere di origine norvegese, oggi viene considerato il simbolo della potenza e libertà della città.
Con un logo del genere, ci si aspetta una signora birra. Comincio con il dirvi che questa birra, prodotta dalla Brouwerij Van Steenberge a Ertvelde (Fiandre Orientali), nel 1998 si è guadagnata il titolo di birra più gustosa del mondo, a sentire quelli dell'American Tasting Institute.
La Gulden Draak è una Abbey Tripel scura, categoria di birre monastiche prevalentemente belghe. Sono caratterizzate da elevato tenore alcolico, note di frutta, sapore complesso e ricco con sensazioni vellutate al palato. La Gulden Draak non fa eccezione e, se sapete cosa aspettarvi da una tripel, non vi deluderà di certo, a partire dalla gradazione alcolica: 10,5%.
A seguito della prima fermentazione, questa birra viene rifermentata, utilizzando lieviti del vino, caratteristica che rende il sapore di questo prodotto per certi versi simile a quello del vino rosso.
L'ideale per questa birra è un bicchiere a tulipano grande. Versatela in due volte, inizialmente alla maniera classica, con il bicchiere inclinato, per poi raddrizzarlo e finire versandola al centro, in modo che si formi una buona dose di schiuma.

Il rosso rubino di questa birra è scuro, profondo e invitante, con riflessi di un rosso più acceso. Nonostante la rifermentazione in bottiglia si presenta come una birra limpida, senza sedimenti. Produce una schiuma densa color nocciola chiara, persistente, che si attacca ai bordi del bicchiere. Le bollicine, seppur visibili, non sono presenti in quantità eccessiva, e fanno pensar ad una birra non eccessivamente frizzante.

E' bene lasciar prendere aria a questa birra prima di provarne il profumo, per lasciare che sprigioni tutti i suoi aromi. Ha un profumo fine ed elegante di malto, con un sentore leggermente dolce, di frumento, di legno secco, con un tocco appena accentuato di frutti rossi e caramello. Il tutto perfettamente bilanciato a creare un aroma inviante, che preannuncia il gusto pieno ma non arriva ad essere pesante. E' presente anche un sentore alcolico che ci mette in guardia sulla gradazione di questa birra, ma senza essere fastidioso.

Al primo sorso si distingue nettamente l'alcol, accompagnato da un sapore dolciastro e leggermente speziato.
Tutto questo viene immediatamente spazzato via da una frizzantezza inaspettata ed invadente, che pulisce il palato facendone pizzicare i lati, al quale segue il sapore intenso, strutturato, pieno e corposo di questo prodotto. L'alcol torna a farsi sentire, ricordandoci che si tratta di una birra forte: per certi versi ricorda quasi un vino rosso. Ma qui si distinguono malto, spezie, frutta e note leggere di caffè, che rendono il sapore, dolce in prima battuta, leggermente più amaro e che ci convincono che si, stiamo bevendo birra, non vino.
Il finale la discosta ulteriormente dal vino, in quanto è lungi dall'essere secco: è corposo quanto il gusto generale, anche se con sensazioni più amare. Mi sento di dire che "impasta" quasi la bocca, ma non in senso negativo: lascia una sensazione gradevolmente vellutata che permane a lungo, così come il retrogusto amarognolo con un leggero sentore di liquirizia.

Nell'insieme è una birra con un sapore intenso, gradevolmente amaro, forse la mia belga preferita. La rifermentazione particolare le conferisce un gusto unico nel suo genere, bilanciato ad arte, e nonostante il tenore alcolico elevato si fa bere con relativa facilità, anche se spingersi oltre la classica bottiglia da 33cl sarebbe forse eccessivo. Questo prodotto impegna il palato e va gustato con calma; sono del parere che berne una quantità eccessiva porterebbe a trovarla stomachevole, per la complessità e la pienezza del suo sapore.
Per apprezzarla al meglio consiglio di gustarla non troppo fredda, e di lasciarla respirare qualche minuto nel bicchiere, dà il suo meglio intorno agli 8-10°C. 
Non mi sento di sconsigliarla a chi ama i sapori delicati o non gradisce il sapore dell'alcol: come ho già detto, si fa decisamente sentire, e diventa più intenso man mano che si continua a bere: quando la birra inizia a scaldarsi tutti i sapori si fanno più intensi, compreso anche quello alcolico.

Questa birra è ideale con i dolci a base di creme, cioccolata e caffè, o in generale con la cioccolata fondente. Si pesta bene anche ad essere consumata come aperitivo e abbinata a piatti dal sapore corposo, come carne rossa arrosto, selvaggina e risotti particolarmente ricchi (ad esempio con la salsiccia). E' un'ottima aggiunta durante la cottura del maiale. Secondo me non si addice bene ai formaggi, fatta eccezione per quelli piccanti, alla carne bianca e alla verdura. Con il pesce assolutamente no.
D'inverno, poi, è un'eccellente birra da meditazione da sorseggiare mentre si legge un libro o si è in compagnia degli amici (con una doverosa nevicata fuori dalla finestra).

Se un forte tenore alcolico non vi spaventa, provatela: il gusto complesso ma in perfetto equilibrio tra dolce e amaro la rendono estremamente interessante per tutti gli amanti dei sapori ricchi e delle birre con una forte personalità.

French silk pie

Il modo migliore per diventare tutti ciccia e brufoli
 Oggi ho sperimentato con la mia ragazza una ricetta scoperta da poco della quale non riesco a trovare un corrispettivo nella cucina italiana: la French Silk Pie.
Si tratta di una ricetta americana doverosamente ipercalorica che ha poco di francese, se non l'utilizzo di una buona quantità di burro. Pare provenga dal sud degli USA: consiste in una crema spumosa al cioccolato assolutamente orgasmica, e viene spesso servita con l'aggiunta di panna montata.
Ci sono tantissime versioni in giro per il web, io ho scelto quella che mi sembrava più accettabile a livello di ingredienti e chiara per quanto riguarda le dosi (maledetti blubbà con la loro mania di misurare tutto a tazze!). Ovviamente non ho resistito e l'ho modificata leggermente, mettendoci un po' di mio.

Per questa preparazione sarebbe caldamente consigliato l'uso di un mixer, ma se avete uno sbattiuova robusto è comunque più che fattibile. Attenzione a quando lavorate il burro, ammorbiditelo prima a sufficienza per non surriscaldare il motore dell'attrezzo (non si sa mai, potrebbe esplodervi in mano).
E' un dolce che contiene uova crude, per cui accertatevi che siano di ottima qualità, prendete quelle da allevamento biologico (in casa mia circolano già solo ed esclusivamente quelle). Se usate le uova da batteria avete la mia disapprovazione; in ogni caso, se sono di qualità "grande" ne basteranno tre, e andranno aggiunte una alla volta. Accertatevi che tutto sia a temperatura ambiente.
Le uova crude rendono l'estratto di vaniglia indispensabile, non pensate di poterne fare a meno. A meno che non vogliate un dolce che puzzi da far svenire.
Un'altra cosa vitale è che il cioccolato che andrete ad usare sia di ottima qualità: quello da due soldi non si scioglie bene, si solidifica subito e si riempie di grumi. Usate il cioccolato al latte se volete un risultato più dolce, fondente per una cosa meno stucchevole. Idem per la panna: se non volete un risultato eccessivamente dolce, scegliete quella non zuccherata.
E dopo la doverosa premessa, possiamo iniziare.

Procuratevi:
  • 1 confezione di pasta frolla (se siete pigri, altrimenti trovate la ricetta per prepararla in casa qui)
  • 120 grammi di cioccolato
  • 170 grammi di burro
  • 180 grammi di zucchero
  • 4 uova medie
  • 300ml di panna da montare
  • 1 fialetta di estratto di vaniglia
  • un cucchiaino di polvere di caffè (opzionale)

Stendete la pasta frolla fino a formare un disco dello spessore di 3/4 millimetri abbastanza grande da rivestire una teglia da crostata di 26cm di diametro, che avrete foderato con cartaforno se non è antiaderente, o comunque unto con un po' di burro per precauzione (non si è mai abbastanza sicuri). Bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta, e metteteci sopra un bel po' di fagioli secchi, servono a non far né gonfiare né restringere la pasta durante la cottura. Se non avete fagioli, fate più buchi: attenzione però a non farli troppo ravvicinati tra loro, altrimenti rischiate che le fette, una volta tagliate, si spezzino.
Infornate in forno già caldo a 180° per un quarto d'ora, poi aprite e date una controllata. Se la pasta frolla ha un bel colore dorato è pronta, sfornatela e lasciatela raffreddare, altrimenti proseguite la cottura altri 5 minuti, controllate di nuovo e così via finché non sarà cotta. Se dovesse gonfiarsi, niente panico: munitevi di forchetta e foratela, fatele capire chi comanda.
Lasciate che si raffreddi e toglietela dallo stampo.

Montate la panna a neve fermissima con lo sbattiuova regolato ad alta velocità, ci vorranno tre o quattro minuti, coprite il contenitore con la pellicola trasparente e mettete in frigo.
Nel frattempo, mettete il burro a temperatura ambiente, tagliato a pezzetti, in una ciotola capiente, e lavoratelo con una spatola finché non sarà cremoso. A questo punto aggiungete lo zucchero e lavoratelo con lo sbattiuova (sarebbe meglio un mixer, ma ce la si può fare lo stesso), finché non avrà un aspetto chiaro e soffice, a fiocchi.
Tagliate il cioccolato e pezzetti, scioglietelo a bagnomaria, aggiungete l'aroma alla vaniglia e, se volete, la polvere di caffè. Lasciate raffreddare, facendo attenzione che non si solidifichi, e incorporate il tutto al burro montato con lo zucchero, sempre usando lo sbattiuova.
Aggiungete al composto due uova (o una se usate quelle grandi), e lavoratelo sempre con il sacrosanto sbattitore per cinque minuti. Aggiungete il terzo uovo, mixate per altri cinque minuti, infine aggiungete l'ultimo, sempre lavorando per cinque minuti.
Non abbiate fretta e date alle uova il tempo di montare, altrimenti verrà uno schifo.
A questo punto, prendete la panna precedentemente montata e incorporatela un po' alla volta, usando lo sbattitore a velocità bassa, fino a che il composto non sarà perfettamente omogeneo.
Otterrete una fantastica mousse, che ora dovete versare nella forma di pasta frolla.
Lisciate il composto con un cucchiaio o una spatola (che avrete l'obbligo morale di leccare, alla fine, perché è un delitto sprecare il cibo).
Mettete il dolce in frigorifero per almeno due ore, meglio se tutta la notte.
Servitela con panna montata e riccioli di cioccolato! Yum!
Non è una ricetta semplicissima, ci vogliono un po' di mano, un buon mixer o sbattiuova, e una certa dose di pazienza per non affrettare la preparazione e non mandare tutto a puttane.
Ma vi assicuro che ne vale la pena.

Folle viaggio nella notte

Per chi è ancora in grado di sognare

Non ho mai recensito un libro di Walter Moers finora, nonostante sia uno dei miei autori preferiti. Questo perché dovrei fare un lavoro meticoloso, in quanto i libri sono tutti collegati tra loro, anche se non direttamente consequenziali, e per fare le cose per bene dovrei recensirli tutti, partendo con pazienza certosina dal primo, Le 13 vite e Mezzo di Capitano Orso Blu.
Ma negli ultimi giorni ho ripreso in mano una delle sue opere, l'unica totalmente slegata dal resto, e mi sembra un'ottima occasione per far conoscere anche a voi questo tedesco geniale e un po' suonato.

Il libro, il cui titolo originale è "Wilde Reise durch die Nacht", è datato 2001, ma è stato pubblicato in Italia solo del 2005, ed è forse il romanzo più sconosciuto dell'autore, complice la sua scarsa reperibilità nelle librerie nostrane. Walter Moers è uno scrittore, sceneggiatore e fumettista tedesco che ha all'attivo numerosi libri per ragazzi che illustra personalmente.
Questo libro è un'opera atipica, in quanto non fa parte del ciclo dei romanzi di Zamonia come tutti gli altri libri finora pubblicati. Si tratta infatti di una biografia immaginaria del pittore e incisore francese Gustave Doré, del quale l'autore utilizza anche le illustrazioni. Moers ha infatti scelto ventuno opere di Doré, integrandole nel libro senza alterarle, sulle quali ha imbastito l'intero romanzo.
Mi dispiace che questo "Folle Viaggio nella Notte" sia così poco conosciuto e apprezzato. E' un libo in grado di far sognare.
Gustave Doré è un ragazzino di soli dodici anni e già di fronte ad un grosso problema: si trova in alto mare sulla nave della quale è capitano, tutta la sua ciurma è stata spazzata via da una coppia di tornado ed è rimasto solo su un relitto che sta lentamente affondando. Insomma, Gustave deve morire, e se è proprio sfortunato prima della dipartita cadrà vittima della pazzia.
Ma quando si ha a che fare con la Morte spesso esiste un'alternativa: il Tristo Mietitore infatti rivela a Gustave che ha diritto ad una seconda possibilità. Ma solo se porterà a termine sei compiti all'apparenza impossibili per qualcuno di tanto giovane.
Si, è l'ennesimo libro che parla di viaggio, un tema al quale io non so mai resistere.
Walter Moers ha uno stile ironico, tagliente e descrittivo che in questo libro viene sapientemente adattato per esigenze di brevità. Mancano lunghe descrizioni, sostituite da brevi affreschi che riescono comunque ad essere minuziosissimi. L'autore si appoggia alle illustrazioni di Doré, che non fungono solo da abbellimento, ma sono parti fondamentali del libro, senza le quali l'opera perderebbe buona parte del suo fascino.
Il ritmo narrativo è veloce, incalzante, senza nessun punto morto: anche durante i lunghi dialoghi presenti in più parti dell'opera si ha la continua sensazione di qualcosa in movimento, mutevole, in divenire. Nulla è fermo, in questo romanzo e nel complesso il lettore viene trascinato dall'inizio alla fine in una lettura terribilmente difficile da interrompere.
Lo stile risulta vicino ai racconti e alle fiabe classiche, ma è continuamente svecchiato dall'umorismo tipico di Moers (che per certi versi ricorda Terry Pratchett), che rende il tutto molto più attuale.
Nonostante sia un romanzo per ragazzi, tocca ripetutamente argomenti come la morte, le ansie, la difficoltà del vivere e lo fa con un'ironia filosofica che fa sorridere ma che allo stesso tempo lascia sempre l'amaro in bocca. Questo lo rende un libro più che adatto anche ad un pubblico adulto, che coglierà citazioni che sfuggiranno invece ai più piccoli, e sarà in grado di assaporare le morali contenute nel romanzo in modo più maturo. Morali che ricordano quelle dure e spietate delle vecchie fiabe di Calvino e Andersen, prima fra tutte il continuo ripetere che tutti dobbiamo morire, prima o poi, che ogni attimo passato ormai è andato e che il crescere non è altro che invecchiare, avvicinandosi ogni minuto di più al momento della nostra personalissima dipartita.
Il tutto filtrato attraverso un'ironia cinica e ficcante e ad un avventuroso ragazzino di dodici anni.
Vista la brevità e il target del libro, i personaggi sono molto semplici, ma ben riusciti. Il protagonista, Gustave, è un ragazzino sognatore che non si stupisce di fronte a nessuna stranezza, o anche quando è meravigliato o intimorito reagisce con la naturalezza che solo un dodicenne potrebbe avere.
Non è mai scettico e non si mostra mai impaurito, accettando le assurdità che incrociano il suo cammino con la spontaneità dell'Alice di Carroll che vaga nel Paese delle Meraviglie. Questo non significa che non provi paura, anzi, si troverà a fronteggiare mostri, giganti, entità soprannaturali che arriveranno a terrorizzarlo. Ma Gustave ha dodici anni, uno spirito avventuroso e un'ancora non piena consapevolezza della morte e del dolore che gli rendono più facile mascherare il timore e che gli conferiscono una buona dose di incoscienza.
Questa semplicità del protagonista, insieme all'immediatezza dell'azione e al ritmo veloce conferiscono al libro un classico sapore favolistico che a tratti ricorda Michael Ende con la sua Storia Infinita.
A dare questo sapore da "fiaba autentica" contribuiscono in larga parte le ambientazioni. Moers delinea con pochi tratti un intero mondo fantastico con cupe foreste, valli spoglie e infestate da mostri, montagne impervie, mari in tempesta e molto altro, condensando in un unico libro tutte le ambientazioni tipiche dei romanzi d'avventura e fantasy, accompagnandoci in un viaggio nostalgico attraverso i paesaggi della nostra infanzia. Si, perché qualsiasi persona cresciuta come me a pane e libri ha già visto tutte queste ambientazioni nei racconti letti (o che gli sono stati letti) quando era bambino prima e ragazzino poi, e ha ora modo di rivisitarle tutte una dopo l'altra in un viaggio lungo e breve allo stesso tempo, ritrovando emozioni semplici e ingenue che raramente un libro è in grado di evocare.
Le illustrazioni di Doré sono un altro punto di forza. Realistiche e curate, ricordano quelle presenti nei libri di favole di una volta: non hanno niente di infantile, e rendono la lettura ancora più suggestiva e carica di atmosfera.
Tutto il libro è pervaso da un'atmosfera onirica e surreale, nella quale è un piacere immergersi, lasciandosi cullare in un'avventura d'altri tempi.
Il cliché narrativo del "è stato tutto un sogno" viene presto tirato in ballo, e al lettore un minimo smaliziato sarà già comunque venuta in mente questa possibilità. Ma Moers devia sapientemente il corso del racconto da questo sentiero già fin troppo battuto dal mondo letterario. Ci chiederemo presto se si tratti di un sogno o meno, come già detto il libro stesso insinuerà in noi questo dubbio. Come evitare il cliché, quindi? Semplice, ma non scontato. Al protagonista non interessa che sia tutto un sogno o meno. Il lettore, come lui, si pone la domanda, prende in considerazione la cosa e infine la accantona.
E' un sogno? Un'allucinazione? E' tutto vero? E nel caso fosse un sogno, si tratta forse di quei "mezzi sogni" tramite i quali vengono rivelati al protagonista i segreti dell'universo? Forse si o forse no. Non è importante. Ed è di nuovo un tornare un po' bambini, un dimenticare il contesto e la tangibilità della forma, per godersi solo il contenuto.

Un libro adatto davvero a tutti. A tutti i bambini e ragazzini e a tutti gli adulti che abbiano la capacità e la voglia di tornare a sognare ancora un po'.
L'edizione è splendida, con copertina rigida, pagine spesse e un formato grande: è un libro da leggere a tarda notte, mentre tutti dormono. Un po' come si faceva da piccoli, nascosti sotto alle coperte e muniti di torcia elettrica per non farsi scoprire dai propri genitori che ci avevano detto che no, non potevamo stare ancora svegli e che si, era tassativamente ora di dormire.
Lo consiglio vivamente a tutti i sognatori, giovani o vecchi che siano.

A proposito, si trattava in effetti di un sogno o questo mondo esisteva davvero? Non sta a me dirvelo. E perché dovrei, in fin dei conti? Non è importante.

Frutta e verdura - febbraio

Per un'insalata un po' diversa, provate il songino con fettine di mela
 E continuiamo con la verdura verde che a molti sta antipatica... ma siamo in inverno, questo passa il convento. Potete approfittarne per fare una bella dieta depurativa e prepararvi al meglio alla bella stagione e intanto tirare avanti con zuppe e minestroni. Ma cominciano già a fare capolino, seppur timidamente, i primi ravanelli, segno che finalmente sta per cambiare qualcosa.
Manca ancora poco per veder ricomparire sulle bancarelle frutta e verdura più colorata e appetitosa, tenete duro!

VERDURA DI FEBBRAIO

Broccoli

Continuiamo a trovare i broccoli freschi, ne avremo fino ad aprile (e varietà tardive fino a maggio). Ricchissimi di sali minerali, vitamine e fibre, contengono anche sostanze utili alla salute della tiroide. Sono antitumorali, diuretici, emollienti, depurativi e prevengono l'anemia. Puzzeranno pure, ma fanno solo bene.
Apporto calorico per 100g: 27kcal

Carciofi

Ne abbiamo ancora per molto tempo (anche loro fino ad aprile). Poche vitamine ma tanto potassio e ferro. Apporta benefici al fegato, favorisce la diuresi e la produzione di bile, aiuta la digestione, abbassa il tasso di colesterolo nocivo e previene malattie cardiovascolari.
Apporto calorico per 100g: 18kcal

Cavolfiori e cavoli
E' un ottimo periodo per il cavolo nero e i cavolini di Bruxelles. Cavoli e cavolfiori sono ricchi di vitamina C e sali minerali, hanno proprietà depurative (il che, unito all'alta quantitàdi minerali presenti in essi favorisce la rigenerazione dei tessuti), antinfiammatorie, antiossidanti e antitumorali. Hanno anche la proprietà di abbassare il tasso glicemico nel sangue. Tutta salute.
Apporto calorico per 100g: 25kcal

Finocchi
Troviamo ora la verità Genesi, particolarmente resistente al freddo (la troviamo fino a metà marzo). Questo ortaggio è depurativo, antiossidante e ipocalorico. Gran cosa per la salute e per la linea, insomma. A me fa schifo.
Apporto calorico per 100g: 15kcal

Indivia
L'indivia invernale che ci terrà compagnia fino a primavera. E' ricca di calcio, fosforo, vitamina A, ferro e oligoelementi. Protegge le cellule dall'invecchiamento precoce, ha proprietà diuretiche e apporta benefici allo stomaco.
Apporto calorico per 100g: 10kcal

Porro
Arriva il Gigante d'Inverno, che viene raccolto fino a metà marzo. I porri contengono vitamine, fibre, magnesio, silice... tutta roba buona. Hanno proprietà toniche, diuretiche, lassative, antisettiche; abbassano il colesterolo, rafforzano il sistema immunitario e aiutano la prevenzione di tumori. Tengono pulito l'intestino e sono utili per curare anemia, artrite e infezioni urinarie.
Apporto calorico per 100g: 30kcal

Radicchio
Ultimi giorni di raccolta per le cultivar tardive. Ricco di calcio, fosforo, potassio e Vitamina C, contiene anche un sacco di fibre, ottime per combattere la stitichezza. Grazie all'inulina limita l'assorbimento del colesterolo e previene le malattie cardiovascolari.
Apporto calorico per 100g: 13kcal

Ravanelli
Verso fine mese spunteranno i primi ravanelli dell'anno, frutto delle coltivazioni dei primi giorni di febbraio. Poche calorie, tante proprietà depurative e diuretiche, potassio, calcio, fosforo, vitamina B e C. Ottimi contro l'inappetenza e la tosse.
Apporto calorico per 100g: 12kcal

Sedano
Siamo ormai in inverno inoltrato, troviamo le varietà davvero croccanti, come il Pieno Bianco Pascal e il Verde a Coste Piene. E' rimineralizzante, depurativo e svolge un'azione calmante e antidepressiva sul sistema nervoso. Tonifica la pelle e diminuisce la pressione arteriosa.
Apporto calorico per 100g: 15kcal

Songino
Chiamato anche valerianella o lattughella, lo troviamo tutto l'anno, ma essendo una pianta tipica dei mesi freddi dà il meglio di sè tra gennaio e febbraio. E' ricco di calcio, fosforo e vitamine A, B e C (100 grammi bastano per soddisfare il nostro bisogno quotidiano di provitamina A!). Come tutte le verdure da foglia è depurativo.
Apporto calorico per 100g: 36kcal

Spinaci
Si trovano ora sul mercato le varietà invernali, meno benefiche per l'organismo rispetto a quelle primaverili, ma è comunque roba buona. Sono ricchissimi di sali minerali, hanno proprietà tonificanti che giovano al cuore, aiutano la produzione di globuli rossi e fanno perfino bene alla vista.
Apporto calorico per 100g: 24kcal


FRUTTA DI FEBBRAIO

Arance
Ora danno il loro meglio le arance a polpa rossa, come le Moro e le Sanguinelle. Tutti sanno che sono piene di vitamina C, che rafforza il sistema immunitario, combatte i radicali liberi e aiuta ad assorbire meglio il ferro, contrastando l'anemia. Aiuta la vista e ha proprietà antiossidanti.. ma ricordate che gran parte delle sostanze migliori si trovano nella pellicina bianca, non toglietela! Se decidete di farvi una spremuta, consumatela in breve tempo: bastano pochi minuti per far evaporare tutte le vitamine.
Apporto calorico per 100g: 34kcal

Limoni
Ancora limoni invernali (fino a maggio)! Tanta vitamina C che aiuta vista e sistema immunitario, insieme a proprietà depurative ed antiossidanti. E' utile contro nausea, raffreddore, ha benefici su fegato, pancreas e sangue e ha eccellenti proprietà disinfettanti.
Apporto calorico per 100g: 14kcal

Mandarini
Siamo nel periodo perfetto per i mandarini, che ci terranno compagnia fino ad aprile (con un po' di fortuna). Ricco di vitamina C, fibre, sali minerali e carotene, il mandarino è utile per prevenire il raffreddore, iuta l'apparato digestivo (essendo facilmente digeribile), favorisce la diuresi e regola la pressione arteriosa.
Iniziamo a trovare anche gli ibridi del mandarino, ovvero il mandarancio (più dolce), la clementina (ibrido tra mandarino e mandarancio) e il mapo (ibrido tra mandarino e pompelmo), che ne condividono le proprietà.
Apporto calorico per 100g: 44kcal

Mele
Grazie alla loro capacità di conservarsi naturalmente a lungo ce n'è ancora per tutti,ma a febbraio in particolare si raccolgono le Gala e le Royal Gala. Antitumorali e antiossidanti, prevengono del 21% il rischio di contrarre tumori. Una mela contiene fruttosio facilmente assimilabile, abbassa il colesterolo dannoso e aumenta la produzione di quello benigno, apporta benefici alle vie respiratorie, previene malattie cardiache e cerebrali. Si sa che una mela al giorno....
Apporto calorico per 100g: 45kcal

Pere
Troviamo ancora le varietà autunnali e ovviamente quelle invernali. Tra di loro la Conference, la Kaiser, la Decana del Comizio, la Abate, la Rosada.
La buccia della pera è ricca di fibre: pectina, una sostanza che contribuisce ad abbassare il tasso di colesterolo "cattivo" nel sangue e lignina, che assorbe acqua e previene tumori al colon. Ha proprietà antiossidanti e porta benefici a enti e digestione.
Contiene anche parecchi zuccheri ed è l'ideale per quando ci si sente spossati. Insomma, se siete giù di corda, fatevi una pera che vi passa.
Apporto calorico per 100g: 40kcal

Pompelmi
Ora abbiamo a disposizione sia il pompelmo giallo (ma sono gli ultimi, e li avremo fino a metà mese) che quello rosa (un po' più dolce, provate lo Star Ruby). Ricchi di fibre, sali minerali e di vitamine, hanno un forte effetto antiossidante che va a favore di fegato e sistema circolatorio. Hanno pure proprietà antitumorali. Insomma, potete anche sopportare il loro sapore aspro e amaro ogni tanto.
Apporto calorico per 100g: 35kcal