Seton

Non è un western da quattro soldi, anzi, è avanti anni luce rispetto alla maggior parte dei fumetti

Oggi voglio farvi conoscere un manga che meriterebbe molta più popolarità, in mezzo a tutta l'immondizia che viene pubblicata.
Si tratta di Seton, opera in quattro volumi sceneggiata da Yoshiharu Imaizumi e disegnata al grande maestro Jiro Taniguchi.

Seton è un manga che potremmo definire storico, in quanto ripercorre alcuni episodi della vita di Ernest Thompson Seton, scrittore e illustratore naturalista statunitense, ad oggi considerato il precursore dello scoutismo.
I suoi romanzi più famosi hanno come protagonisti gli animali, ma il manga si basa su un adattamento a fumetti dei diari dello scrittore, la cui figura in Giappone è piuttosto popolare, e i suoi trattati vengono consigliati a livello scolastico.

Ambientata nel Nord America tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900, l'opera ci propone episodi di confronto tra l'uomo e la natura, tratteggiando un quadro di abitudini ed equilibri oggi completamente scomparsi.

I quattro volumi di cui è composta l'opera sono leggibili anche singolarmente.

1. Lobo, il re dei lupi
Nelle sconfinate pianure americane, Seton, ormai adulto, si trova a confrontarsi con un branco di lupi che fa sistematicamente razzia di bestiame. Il capobranco, chiamato Lobo dai mandriani, è diventato un animale quasi leggendario: è scaltro, prudente, considerato imprendibile.
E' l'inizio di una caccia senza quartiere per catturare l'inafferrabile animale, durante la quale si svilupperà un rapporto di competizione, frustrazione, ma anche profondo rispetto.

2. Il ragazzo e la lince
Un giovanissimo Seton si trova bloccato in una capanna in mezzo ai boschi, ospitato da parenti. Il padre di famiglia è costretto ad assentarsi per qualche tempo a causa di una malattia, che entro breve arriverà a debilitare anche il resto della famiglia, lasciandoli debilitati e vulnerabili.
Intanto, fra i boschi si aggira una lince: ha due cuccioli da sfamare, e il cibo scarseggia. Presto si avvicinerà alla casa, iniziando a rubare il cibo e a diventare un serio pericolo per le persone, ormai quasi incapaci di difendersi.

3. Il cervo di Sandhill
Seton, ormai adolescente, trascorre un periodo tra le foreste innevate americane. I cacciatori del posto gli rivelano che da quelle parti si aggira un maestoso cervo al quale tutti danno la caccia, ma che è impossibile catturare.
Con la presunzione tipica dell'uomo, il giovane inizia la caccia. Durante le peregrinazioni sulle tracce del cervo, avrà modo di esplorare luoghi isolati e suggestivi, di entrare in contatto con la cultura dei nativi americani e di intraprendere un viaggio interiore che lo porterà ad una maggiore consapevolezza di sè e degli equilibri naturali che lo circondano.

4. Monarch, l'orso del monte Tallac
Nell'ultimo volume, il protagonista viene a conoscenza della storia di Jill e Jack, due cuccioli di orso allevati dal cacciatore che ne aveva ucciso la madre, e dai quali si è poi dovuto separare.
Seguiremo la travagliata vita dei due animali, passati di mano in mano a padroni diversi, della loro riconquista della libertà e della loro natura primitiva.

Questo manga ha molto da dire. Si può, in un certo senso, definire "ambientalista", pur esulando dal concetto di ambientalismo e animalismo moderni.
Con Seton, infatti, si ritorna ad un rapporto uomo/natura più antico e puro, nel quale sopravvive il più forte, con la punta di amarezza che nasce dal constatare che l'uomo alla fin fine ha sempre la meglio. Il che non è sempre un merito.
L'animale infatti, agisce per sopravvivere. L'uomo arriva ad un comportamento tale solo in casi estremi; più spesso assedia e distrugge la natura per interesse personale.
Il lupo, la lince, il cervo e l'orso non agiscono mai per malvagità o scherno nei confronti dell'uomo: seguono i loro istinti e si adattano alle circostanze. L'uomo è più versatile e agisce per motivi differenti: interesse, presunzione, sopravvivenza.
Ed è questo che sminuisce la razionalità dell'uomo di fronte alla natura: per quanto possa ucciderla, rovinarla, avere la meglio su di essa, appare sempre minuscolo, incoerente, contraddittorio.
Ma la forza del manga sta proprio nello spiegare questi rapporti senza forzare una morale: giusti o ingiusti che siano, li presenta in modo diretto, neutrale, facendo vivere a noi quelle esperienze attraverso gli occhi del protagonista.
Il quale, in quanto uomo, cerca di elevarsi al di sopra della natura, ma al contempo nutre per essa un profondo rispetto. Cerca di stabilire un legame con gli animali: a volte ci riesce, a volte no, lungo un percorso di crescita interiore che lo porta man mano a comprendere come rapportarsi ad essi e a riconoscere i limiti che esistono nella convivenza tra uomo e madre Terra.

Il tratto di Taniguchi è splendido ed esula dallo stile manga classico, fondendosi ampiamente con le tendenze europee e americane e vertendo nettamente sul realistico, pur mantenendo un leggero tocco caricaturale per accentuare le espressioni, soprattutto negli animali.
L'anatomia è estremamente curata e l'autore rappresenta con mestria uomini, animali e paesaggi, abbondando in dettagli minuziosi e ricercati. Le tavole sono ricche di retini, che si amalgamano perfettamente con il chiaroscuro tratteggiato e le campiture di nero pieno, dando la sensazione, ad ogni vignetta, di osservare un piccolo quadro.
Ma nonostante questa ricchezza di dettagli, i disegni godono di un eccellente dinamismo e fluidità, risultando sempre freschi e leggeri, con tavole che sono allo stesso tempo piene ma pulite.

In conclusione, è un'opera diretta, genuina, a tratti dura e a tratti poetica, totalmente scevra di facili moralismi e di pretese di elevazione o nobilitazione dell'uomo o dell'animale al di sopra di ciò che veramente sono.
Un manga poetico, profondo, con grandi lezioni da impartire.

Il Rottweiler

Ed eccolo qui, l'incubo dei benpensanti e degli ignoranti

Seguendo un'altra richiesta, si torna a parlare di cani, e oggi vi parlo di una delle mie razze preferite: il Rottweiler.
Originaria della città di Rottweil, la razza è stata sviluppata agli inizi del 1800, partendo dai mastini tedeschi. Subito si è rivelato un cane eccezionalmente versatile: concepito per la guardia e la difesa della proprietà e della persona, si è dimostrato un eccellente cane da pastore, bovaro, da fiuto, propensioni che ha mantenuto inalterate fino ai giorni nostri.
Tra le altre cose, oggi in Germania viene largamente utilizzato come cane poliziotto e guida per non vedenti.
E' un cane nato per lavorare, ed è felice di farlo: la sua spiccata intelligenza ne rende l'addestramento a qualsiasi attività relativamente facile. Nelle mani di un addestratore esperto, impara molto rapidamente.
Originariamente, vista la sua impressionante forza fisica, veniva usato anche per trainare i carretti (ed è per questo che veniva loro mozzata la coda).
E si, a livello di forza questo cane ne ha da vendere. E' dotato di una muscolatura possente: il corpo, di forma leggermene allungata, è potente ed elastico allo stesso tempo, conferendogli un peso che in media si aggira tra i 40 e i 50 chili, ma nei maschi più grossi si spinge tranquillamente oltre.
E' rustico, non teme né il caldo né il freddo, ed è in grado di sopportare enormi sforzi fisici.
Esiste un'unica taglia e un'unica colorazione: nero con focature fulve su petto, zampe e muso; sopra gli occhi presenta due piccoli cerchietti fulvi.
Ha un carattere calmo, determinato, coraggioso ed estremamente protettivo nei confronti della famiglia, soprattutto dei bambini, sui quali vigila costantemente e che tollera con pazienza.
Proprio per questa sua propensione a pazientare con i più piccoli, è recentemente usato come cane da Pet Therapy negli ospedali: un esemplare equilibrato sopporta di essere maneggiato anche con poca delicatezza senza avere reazioni brusche.
Con il padrone, stabilisce un rapporto strettissimo e incrollabile. Conscio della propria forza, questo cane non teme niente e nessuno e non esiterà a proteggere la famiglia da qualsiasi pericolo.

Sembrerebbe la descrizione di un gigante gentile e in effetti, se cresciuto correttamente, lo è. Ma continuate lo stesso a leggere.

Igiene:
Nonostante il mantello raso, che potrebbe far pensare a un cane estremamente facile da mantenere in ordine, questa razza possiede un denso sottopelo, che porta a una perdita di peli costante. Non fa la muta stagionale, ne perde in continuazione, e vanno a infilarsi in ogni angolo della casa.
Per ovviare al problema, è necessaria un'energica spazzolata quotidiana.
Particolare attenzione va dedicata anche all'igiene orale: questa razza tende a sviluppare tartaro e placca. Quindi, periodicamente, date un'occhiata ai denti e, se necessario, armatevi di spazzolino e dateci una pulita.

Esercizio fisico:

Il Rottweiler è nato per lavorare. E nonostante si dimostri anche un ottimo cane da compagnia, il suo bisogno di esercizio fisico e mentale resta invariato.
Una casa con un ampio giardino (e una rete bella alta) è l'ideale, consentendogli di muoversi liberamente. Ciò non toglie che almeno due lunghe passeggiate quotidiane (un'oretta l'una a passo sostenuto) sono necessarie.
Non si stanca facilmente e per entrare in sintonia con il padrone e scaricare l'incredibile energia ha bisogno di costanti stimoli che ne mettano in moto l'intelligenza vivace. Il gioco è essenziale.
La passeggiata deve essere il momento dell'esercizio, del gioco, dell'educazione, della socializzazione. E' l'elemento fondamentale per avere un esemplare equilibrato.
Molti dicono che si adatta a vivere in appartamento. E' vero, ma in questo modo il suo bisogno di movimento aumenta ancora di più, facendo salire le passeggiate a tre o quattro al giorno. E a questo punto, vivete per il cane.

Educazione:
Con questa razza, un'educazione rigida non è né opzionale né consigliata: è vitale.
Ricordate che parliamo di un cane che arriva a pesare oltre i cinquanta chili, con un carattere forte e tendenzialmente dominante, un fortissimo istinto protettivo ed estremamente territoriale. Aggiungiamoci che ha un morso più potente di un pastore tedesco o di un pitbull (sviluppa circa 150kg di pressione) e capirete che avete tra le mani un animale potenzialmente molto, molto pericoloso.
L'educazione deve iniziare non appena il cucciolo arriva a casa, quando è ancora caratterialmente malleabile e fisicamente gestibile. Gran parte del carattere dell'esemplare si forma nei primissimi mesi di vita.
Bisogna stabilire subito regole ferree, e applicarle con decisione, ma senza ricorrere mai alla violenza o assumendo atteggiamenti aggressivi. Quel cucciolo in breve diventerà molto più forte di voi, e non è proprio una buona idea imporgli delle regole attraverso la paura o la forza fisica.
D'altro canto, è un cane facile da addestrare. Grazie alla versatilità della razza, alla spiccata intelligenza e al suo desiderio di lavorare, gli si può insegnare praticamente qualsiasi cosa. E se avete stabilito i giusti rapporti di dominanza, questo cane sarà felicissimo di imparare.
E' eccellente nella guardia e nella difesa, e, lo ripeto, molto protettivo e territoriale. Per questo è importante farlo socializzare presto con altri cani e con altre persone, insegnandogli il rispetto per essi. E stabilendo subito i momenti in cui deve essere vigile e quando invece non è necessario che lo sia, facendogli conoscere fin da subito le persone che frequenteranno la famiglia.
In particolare, potrebbe interpretare gli schiamazzi di bambini sconosciuti come una minaccia per il territorio o la famiglia, e reagire con aggressività.
Proprio per la necessità di seguire accuratamente la sua educazione, è sconsigliato lasciarlo da solo a lungo, soprattutto nei primi anni di vita.

Attenzione a:

Visto l'allevamento intensivo degli ultimi anni, molti esemplari sono affetti da displasia all'anca e hanno in genere una struttura ossea debole. E' importante poter verificare la genealogia dei cuccioli, scegliendo un allevatore responsabile.
E' un cane dall'appetito vorace e poco schizzinoso (insomma, è un aspirapolvere), e va incontro facilmente al sovrappeso. Cosa estremamente pericolosa per i problemi ossei di cui sopra. Una dieta equilibrata e tanto moto sono essenziali.
Non esiste il "Rottweiler gigante". Se cercano di rifilarvi un esemplare di qesto tipo, si tratta solo di un soggetto troppo grande per rientrare nello standard. In questi esemplari sono accentuati i problemi ossei in età avanzata e, davvero, non avete bisogno di comprare un Rottweiler gigante, uno di dimensioni normali sa già il fatto suo, garantito.
L'indole del singolo individuo può essere molto diversa da un esemplare ad un altro; bisogna poter verificare il comportamento del cagnolino all'interno della cucciolata. In generale, le femmine sono più docili dei maschi.
Sempre per questo motivo, se non siete degli esperti o non avete già avuto un Rottweiler, è sconsigliabile scegliere un esemplare già adulto.
Se non è socializzato ed educato adeguatamente, si rivela estremamente pericoloso. Non sfoga mai la sue energia repressa rivoltandosi contro il padrone (o almeno, succede davvero raramente, non è un cane che morde la mano che lo nutre), ma può farlo nei confronti di altre persone o animali e ricordiamoci che è in grado di essere rapido e letale. La lista dei casi di aggressione da parte di Rottweiler è tristemente lunga.

Cose poco piacevoli:
A causa dei problemi con il tartaro e la placca, uniti alla tendenza di mangiare qualsiasi cosa, se l'igiene orale e l'alimentazione non sono curate, avrà un alito infernale.
Se si tuffa in acqua o resta sotto la pioggia, asciugarlo non è semplice, per via del sottopelo folto, ma è necessario. E se non lo asciugate la puzza di cane bagnato è assicurata. Oltre a malattie come raffreddori e polmoniti.
In virtù della sua predisposizione naturale alla guardia, se non viene corretto fin da cucciolo, tende ad abbaiare parecchio ed è capace di tenervi svegli per ore.
A causa della conformazione del muso, quando vi poserà il testone sulle ginocchia, lascerà un bel guazzetto di bava.

Sappiate quindi che è un cane difficile, assolutamente non adatto a tutti.
Se educato e seguito adeguatamente si rivela un animale fiero, coraggioso, affettuoso con tutta la famiglia, versatile e leale nei confronti del padrone fino alla morte: un cane impareggiabile sotto ogni aspetto.
Altrimenti, è l'equivalente di una pistola carica nella mani di un bambino. Siete avvisati.

Cosmetic Warrior

Fango, aglio e uova. L'idea non è appetitosa, ma funziona

Tra i prodotti Lush, mi mancava una maschera fresca. Ormai sono di casa alla Lush di Venezia e con uno degli ultimi acquisti, mi hanno dato una bella dose di Cosmetic Warrior da provare.
E' una di quelle maschere a scadenza brevissima (da usare entro tre settimane) e da tenere in frigo, altrimenti va a male. Cosa che conferisce qualche brivido al momento dell'applicazione, per quello che mi riguarda questa fanghiglia fredda e appiccicosa fa un tantino ribrezzo, a pelle.
Comunque, me l'avevano proposta come ideale per la pelle grassa (credo che ormai sappiate la mia mania circa l'eliminazione dei brufoli).
Quindi, l'ho provata con entusiasmo.

Lush ci dice:
La maschera battagliera che parte all’attacco dei brufoli (quei piccoli infami) con gli ingredienti naturali più potenti per spazzare via tutto quell che dà noia: uva verde e miele per lenire, caolino e uova per detergere i pori, tea tree e aglio per far piazza pulita delle schifezze. Usatela due volte a settimana fino alla fine del vasetto e poi fate una settimana di pausa prima di ricominciare.
Una confezione serve per almeno 4 trattamenti... e puzza un po’!
E visti gli ingredienti è vero che puzza, del resto ci sono dentro uova fresche e aglio (tra le altre cose) Ma sinceramente, l'erbalibera ha un odore ben peggiore.
Questo è più che tollerabile, anche dovendolo tenere sulla faccia per un po'. In ogni caso dopo il risciacquo non si sente assolutamente nulla.

Il numero di applicazioni che si riescono a fare con una confezione varia parecchio a seconda di quanta ve ne spalmate sulla faccia.
I quattro trattamenti promessi si raddoppiano tranquillamente se ne fate un uso moderato e non la usate con la cazzuola, spatacchiandone sulla faccia uno strato di un centimetro.
Personalmente consiglio di lavare il viso con acqua calda prima di usare la maschera, per dilatare per bene i pori, e asciugarlo accuratamente.
A questo punto, procedete applicando l'impasto in modo uniforme su tutto il viso, badando di evitare la zona occhi.
Tenetelo in posa almeno dieci minuti, o comunque finché la superficie non comincerà a sembrare secca e inizieranno a formarsi delle piccole crepe su di essa, per effetto del principale componente (argilla) che va seccandosi.
Ora potete sciacquare con abbondante acqua tiepida e godervi il risultato. Che è assicurato: questo intruglio è fantastico.

Grazie alla composizione, restringe i pori della pelle rendendola più compatta, elimina rossori così come lo schifoso effetto lucido.
Insomma, avrete una faccia nuova: pelle elastica, luminosa, con una grana nettamente migliore e un bel colorito uniforme.
Per aumentare ancora l'effetto astringente del caolino, se avete rogne con i brufoli, una volta finito il trattamento datevi una passata con il Brufolo Bill.
Di contro, se avete la pelle secca o particolarmente sensibile, evitatela, sarebbe troppo forte.

Con questo prodotto ho completato la triade antibrufoli, stilando un bel piano di guerra:
  • lavaggio mattina e sera con il Fresh Farmacy
  • dopo ogni lavaggio, applicare il Brufolo Bill
  • una o due volte alla settimana, impataccarsi la faccia di Cosmetic Warrior
E funziona. Crepate, bubboni bastardi.

Cosa ci trovate dentro (esattamente):
Caolino (Kaolin)   -doppio verde-
Uva Verde Fresca (Vitis vinifera)  -doppio verde-
Uova Fresche di Gallina Ruspante (Eggs)  -doppio verde-
Miele (Mel)  -doppio verde-
Farina di Mais (Zea mays)  -doppio verde-
Glicerina Vegetale (Glycerine)  -doppio verde-
Aglio Fresco (Allium sativum)  -doppio verde-
Olio Essenziale di Tea Tree (Melaleuca alternifolia)  -doppio verde-

Limonene  -giallo-
Profumo (Parfum)


Quanto vi costa:
Confezione da 75 grammi   € 8,75


LUSH.IT  
date un'occhiata al sito della Lush, mi raccomando,
è tutta robbba bbbuona per voi e per l'ambiente!

Big Fish

Quando l'essenza conta più della sostanza

Torniamo ad un altro dei libri che ho letto in questi ultimi giorni.
Una mia amica me l'aveva prestato mesi e mesi fa, era finito in mezzo ad altra roba e mi ero dimenticato della sua esistenza.
L'ho ritrovato e me lo sono letto in una notte.
E ora parlo un po' anche a voi di Big Fish, il romanzo di Daniel Wallace dal quale Tim Burton ha tratto un film.
La trama è incentrata su Edward Bloom, uomo ormai arrivato alla fine della sua vita, che sta prematuramente e lentamente deperendo, colpito da una malattia incurabile.
Il figlio William assiste ai suoi ultimi momenti, rendendosi conto solo ora di quanto poco conosca suo padre. L'uomo infatti era più in giro per il mondo che a casa, e di lui il figlio sa solo quanto gli è stato raccontato dal diretto interessato.
Ma Edward è sempre stato una persona particolare: umorista, amante delle barzellette, ciarliero sulle cose di poco conto e taciturno su quelle davvero importanti. Ciò che ha raccontato di sé al figlio è enfatizzato all'inverosimile e del tutto incredibile.
Ma sono le uniche cose che William sa di lui ed è attraverso questi racconti che rivivremo la vita di Edward: episodi assurdi, storie impossibili eppure affascinanti.
Dalla nascita fino alla morte.
E' un libro particolare. La narrazione è frammentaria, così come sono frammentari e distorti i ricordi di William su suo padre.
Tra i vari racconti del passato, l'autore riprende in continuazione la scena presente: il medico di famiglia che esce dalla stanza del protagonista, informa i famigliari delle condizioni precarie dell'uomo, prima che loro entrino a scambiarci due parole, probabilmente le ultime.
Ogni volta che l'episodio viene riproposto, è leggermente modificato: da una scena netta e realistica, tutto viene sempre più ingigantito, fino all'inverosimile finale.
Nonostante questo, la narrazione semplice e leggera rende il tutto lineare.
E' un libro confuso, si, ma più nei contenuti che nella trama.
Infatti, se la seconda è chiarissima, i primi non lo sono affatto.
Mi spiego meglio. Gli episodi narrati sono semplici e cristallini, certo, ma tutti possiamo renderci conto che non possono assolutamente essere successi.

I personaggi in gioco sono tanti, ma in realtà tutto ruota intorno a Edward e a suo figlio, William, il quale vorrebbe poter conoscere meglio il padre, ed è continuamente frustrato dalle resistenze che incontra.
Insomma, si è sentito rifilare favolette per tutta la vita e nemmeno ora che il genitore è sul letto di morte riesce a cavargli qualcosa di più di barzellette e storielle.
Di Edward si parla molto, ma in realtà lo conosciamo attraverso i suoi racconti distorti e attraverso gli occhi del figlio. Quindi alla fin fine di lui sappiamo tante belle storie, ma poca sostanza.
Questo uomo straordinario si chiude nel suo guscio come una tartaruga, senza permettere nemmeno alle persone più care di avvicinarsi alla sua essenza. Le quali, dal canto loro, non capiscono che ciò che sanno di lui è già la sua essenza più pura..a prescindere che i fatti raccontati siano reali o meno.
E' attraverso essi si delinea sempre di più la figura di Edward e, alla fin fine, insieme a suo figlio, cominciamo a crederci anche noi.

E' qui la magia di questo libretto.
Sappiamo che certe cose sono impossibili, ma in fin dei conti è bello crederci. E' bello credere che un uomo abbia ammansito un gigante, comprato una città intera, incontrato uno spirito del fiume, che abbia visitato una città sommersa nella quale ancora vivono, seppur defunti, gli abitanti.
Perché certe persone sono molto di più di ciò che hanno fatto nella loro vita: sono fatte di aspirazioni, sogni, fantasia.
Sono persone talmente grandi che trascendono i limiti del reale e diventano leggenda.
E, si sa, le leggende sono in buona parte false, ma contengono sempre un fondo di verità. E comunque, come dicevo prima, è bello crederci.

Sono colpevole di aver visto prima il film, cosa che di solito evito di fare, ma in questo caso è stato particolarmente deleterio.
Infatti, sebbene il libro abbia in sé un tocco di magia e contenga una verità profonda anche se agrodolce, non l'ho apprezzato a dovere.
C'è un gran dibattere sull'adattamento cinematografico di Tim Burton. Non intendo palarne approfonditamente, dico solo che a me il film è piaciuto di più.
Il regista ha fatto tagli e cambiamenti radicali, ma ha dato all'intera pellicola un'atmosfera fiabesca a parer mio migliore di quella del romanzo.
E, cosa più importante, è riuscito a dare una solida base al tutto, con un finale differente da quello del libro (c'è una scena in più), che cementifica il tutto, creando il punto di congiunzione tra le favole di Edward e la realtà.
Rispetto al libro, per quanto onirico, riesce ad essere più concreto e completo, e mi ha soddisfatto di più.

In sostanza: leggete prima il libro e poi eventualmente guardate il film, così resterete soddisfatti di entrambi, almeno spero.
E date a questo romanzetto una possibilità: non capita spesso di trovare un libro così in bilico tra realtà e fantasia. E al quale non importa realmente di dove sia il confine, insegnando anche a noi a tralasciare questo trascurabile dettaglio che ci fa vivere una vita di sicuro più concreta, ma tristemente grigia.

Dilatazione dei lobi

Credetemi, si può fare senza maciullarsi le orecchie come dei coglioni

Sono arcistufo di vedere questi cretini che si rovinano le orecchie.
Non fraintendetemi, per carità, a me i dilatatori ai lobi, se non sono esagerati, piacciono molto.
E non solo a me a quanto pare. Vedo in continuazione ragazzi e ragazze con i lobi gonfi, sanguinanti, pieni di crosticine, perché vogliono dilatare in fretta e a tutti i costi.
Quando uno mi dice "Figo il mio dilatatore, vero? E' una settimana che allargo, ora sono a otto millimetri", gli risponderei sputandogli in un occhio. Bravo coglione!
Con questa gentaglia ce l'ho a morte. Davvero. Perché già il piercing non è ben visto a livello sociale (non parliamo poi a livello lavorativo) e imbecilli di questo tipo non fanno altro che renderlo ancora più sgradevole agli occhi dei benpensanti, andandosene in giro con i lobi incrostati.
Mmmh, lobi incrostati si sangue e siero giallastro... non sono terribilmente sexy?
Che schifo.
Per questo, vi chiedo già di scusarmi se sarò un po' più diretto del solito e darò del coglione a destra e a manca.

Quindi, qui di seguito trovate la mia personale guida per dilatare in tutta sicurezza. Che in parte è costituita da consigli di piercer e altri appassionati con un cervello funzionante, in parte da una delle poche guide serie reperibili in internet... e in buona parte da esperienza personale (su di me e guardando gli scempi che si vedono in giro).

Ma comincio spaventandovi un po' con le controindicazioni.

Cosa succede se la dilatazione viene fatta male? 
Tra le possibili allegre conseguenze abbiamo:
  • perdita di sangue e siero (con relative croste)
  • gonfiore (orecchio a palloncino molto chic)
  • infezione (dolorosa e maleodorante)
  • assottigliamento del lobo (prime avvisaglie di una lacerazione)
  • necrosi (tessuti morti e neri, da asportare chirurgicamente)
  • lacerazione (e qui l'unica soluzione è una ricostruzione chirurgica)

Non prendete sottogamba la dilatazione. Non è una fottuta gara.
Infatti, il problema principale -l'errore più comune- è voler andare più in fretta possibile. Io mi chiedo.. pensate di morire domani? No? E in questo caso, chi ve lo fa fare di rovinarvi le orecchie?
Il danno più comune è quello che in gergo viene definito BLOW-OUT, ovvero un piccolo strappo sanguinante. In questo caso, state facendo qualcosa di sbagliato.
Ma veniamo a noi!

Come dilatare da zero
Questi vanno tutti bene
Se alle orecchie avete indossato finora solo orecchini, probabilmente avrete una "taglia" 20g, 20 gauge, che corrispondono circa a 0,8mm.
Decidete fino a che misura volete arrivare.
A questo punto, procuratevi una serie di gioielli per dilatare.
Qui la scelta sta a voi: vanno bene circular barbells, barbells, plug e flesh tunnels (gli ultimi due solo quando sarete ad una misura un po' più consistente). Non usate mai pesi e badate che sia un buon materiale (non vanno bene acrilico, legno, silicone, osso).



Le misure ve le riporto qui in tabella, fino allo 000g, che corrisponde circa a 11 millimetri.

Intanto mi sembra più che abbastanza fino allo 000g, se partite da zero
Chiederete voi: ma devo prendere tutte le misure fino al diametro desiderato?! Mh, si e no. La soluzione ottimale sarebbe quella, ma c'è una scorciatoia di cui vi parlerò dopo.

Questi evitateli
Importante: è economico ma assolutamente sbagliato usare tapers e spirals (detti anche coni e spirali) per la dilatazione. E' uno degli errori più comuni, vedete di non pasticciarci!
Perché non vanno bene? Perché non restano ben fissi sull'orecchio, andando in continuazione a sollecitare il foro, causando arrossamenti e abrasioni. Oltre a questo, il foro così dilatato con ha un diametro uniforme, tende a essere più stretto ad un'estremità. Infine, spesso sono di materiale plastico (acrilico) che, a contatto con le suddette abrasioni, risulta tossico (favorisce gonfiori, lacerazioni e necrosi, è proprio un simpaticone).
Coni e spirali vanno indossati esclusivamente a dilatazione completata, mai per dilatare ulteriormente.


Bene, ora che abbiamo tutto il necessario possiamo iniziare.
Per inserire il gioiello, il momento migliore è dopo una doccia calda. I tessuti sono rilassati e ammorbiditi, potete dargli ulteriormente una mano massaggiando i lobi con olio di jojoba, che ha il duplice effetto di elasticizzare ulteriormente e di far scivolare meglio il gioiello.
Se al momento dell'inserzione fa troppo male, non va bene. State sbagliando qualcosa.
Se sanguina non va assolutamente bene. State facendo una cazzata.
Una volta indossato il nuovo gioiello, procedete massaggiando il lobo una volta al giorno e aspettate prima di passare alla misura successiva.
Quanto dovete aspettare? Un mese. Non vi sto prendendo per il culo.
Con la dilatazione andate a creare dei vuoti nel collagene del lobo e soprattutto per le misure più piccole ci vuole almeno un mesetto perché il corpo riempia questi spazi a dovere producendone di nuovo.
La dilatazione fatta troppo in fretta porta prima all'assottigliamento dei lobi e in casi estremi alla lacerazione. Armatevi di pazienza se volete fare le cose fatte per bene. Se invece siete dei cazzoni, vi prego cortesemente di alzare il culo e andarvene dal mio blog.

Metodi alternativi

Invece di comprare una marea di barbells e plugs (che, come già detto, se sono in materiale decente costano abbastanza), esiste un altro metodo.
Ovvero, avvolgere del nastro adesivo intorno all'asta della barbell, per dilatare molto lentamente e in modo progressivo e uniforme.
Fermi lì, non correte a prendere il nastro isolante. Non va bene né quello (da elettricisti o da idraulici), né quello da pacchi, né quello medico tipo cerotto!
Non va usato nessun nastro ruvido o che abbia del collante (che se andasse a contatto con le orecchie non sarebbe il massimo, può irritare).
E allora come si fa?
Semplice: nastro da bondage.
Si tratta di un nastro particolarmente liscio, anallergico, privo di adesivo comune e con la proprietà di appiccicarsi solo su se stesso. Per i nostri scopi è l'unica soluzione ottimale.
Dove lo trovate? Nei sexy shop, se avete la faccia tosta di entrarci... oppure online.

In caso di blow-out

Come già detto, il blow-out è una lacerazione del tessuto. Inizia a manifestarsi all'interno della dilatazione come un piccolo taglietto, ma se non viene seguito si ingrandisce presto.
Se siete tanto zucche da farvene venire uno (ma anche se sanguinate o siete troppo gonfi), sostituite immediatamente il gioiello con uno di diametro minore. Non toglietelo del tutto, se è in corso un'infezione la ferita potrebbe chiudersi tenendosela all'interno, e incidere non è piacevole. Mettete un gioiello più sottile e meditate che siete stati degli imbecilli.

Come mantenere una dilatazione
Se siete arrivati ad almeno 12 millimetri, ci sono diverse cose che potete fare per tenere le orecchie in salute.
  • dormite senza gioielli la notte e la mattina dopo, se la dilatazione si è ristretta, indossate per mezz'oretta un plug più piccolo finché i tessuti non si sono "scaldati"
  • fate massaggi quotidiani con olio di jojoba
  • fate downsize (ovvero scendete di misura) e poi dilatate nuovamente, permettendo al corpo di creare nuovo collagene e mantenere i lobi spessi

Come riconoscere una dilatazione eseguita male
Non è poi così difficile capire se la dilatazione è stata fatta alla cazzo. Ecco alcuni segni distintivi:
  • piccoli taglietti all'interno o all'esterno
  • interno "rugoso"
  • senza il dilatatore, forma a goccia (di solito queste sono fatte con un peso)
  • senza il dilatatore, forma irregolare

Mi fermo qui, ricordandovi di avere pazienza.
Lasciate al vostro corpo i tempi necessari, portategli rispetto.
Comprate gioielli di qualità, tanto ne dovete prendere uno al mese, avete tempo di risparmiare abbastanza.
Non è una gara.
Non dovete dimostrare niente a nessuno.
Fregatevene se il vostro amico "ha fatto così e non ha avuto problemi", qui si parla del vostro corpo e delle vostre orecchie.
Il vostro amico, in ogni caso, è un idiota.

Le voci del bosco

Alberi, alberi, ancora alberi e un certo numero di boscaioli

Lo so, è qualche giorno che non posto. Ma per una volta non si tratta di pigrizia, bensì di cause di forza maggiore. In questo caso, lavori di ridipintura dell'intera casa. Quindi, camera smontata, computer inaccessibile.
In compenso, in questi giorni ho letto davvero un sacco. Quindi aspettatevi un bel po' di post librosi nei prossimi giorni (non preoccupatvi però, alternerò comunque con altro).

Siccome sono una persona caotica e dispersiva, non andrò con ordine, dal primo all'ultimo libro letto, ne pescherò uno a caso.
O meglio, non proprio a caso, dai.
Dopo la profonda delusione con "La fine del mondo storto", non mi sono più avvicinato a Corona nemmeno di striscio.
Ieri, preso dalla noia, ho preso uno dei pochi libri non inscatolati. Le voci del bosco, proprio di Mauro Corona.
E questo mi è piaciuto.
Chiariamo subito: non ho fatto i salti mortali con avvitamento, ma l'ho letto tutto senza storcere il naso e senza trovarlo pesante.
Il libro in sè è una raccolta di ricordi e sta a metà tra un diario personale e un manualetto. L'autore è cresciuto in mezzo ai boschi, un po' con il nonno boscaiolo e un po' con il padre cacciatore, e ha imparato a riconoscere tutti gli alberi della montagna.
Non solo, afferma che ogni albero ha un suo carattere, e che le persone provano simpatia istintiva per le piante che somigliano loro. Ad ognuno attribuisce pregi e difetti, e un proprio posto in una società boschiva che richiama quella umana.
Di pari passo spiega al lettore gli oggetti tradizionali che si possono ottenere dai diversi tipi di legno, come vengono realizzati e perché un legno è preferibile ad un altro.
Il tutto in modo schietto e studiatamente burbero. Ma a me non dà fastidio.

Da un lato è interessante riscoprire questa manualità artigiana, di cui l'autore è un esempio, essendo un rinomato scultore ligneo, così come il leggere di una società montana che è lontana anni luce dalle nostre consuetudini.
Ma io ho apprezzato il libro soprattutto perché è divertente cercare quale pianta ci somigli. Io ho sempre amato i ciliegi e i frassini... leggendo la descrizione dell'albero ne ho concluso che si, sono proprio un frassino. E un po' anche un ciliegio.

Vi dò qualche spizzico delle descrizioni.. non tutto ovviamente, altrimenti che gusto ci sarebbe a leggerselo, poi?

Abete bianco
: è il vecchio protettore, colui che dal suo eremo, raggiunta l'età della saggezza, controlla tutto e tutti
Acacia: durissima, taciturna, solitaria anche se in gruppo, scontrosa e inattaccabile
Acero: si comporta come quelle persone che, di giorno, ostentano una forza e una sicurezza che in realtà dentro non hanno
Agrifoglio: la sua presunzione è totale, sostenuta da un narcisismo sconfinato
Betulla: riservata ma conscia della sua bellezza; dietro un'apparente fragilità nasconde una tenacia, una forza di volontà e una resistenza insospettabili.
Carpino: è un solitario e ama fissare l'orizzonte. Non chiede nulla e di nulla ha bisogno.
Ciliegio: buono d'animo ma un po' superbo, grande amante e sognatore
Faggio: sono i manovali che impastano la malta, portano i mattoni e costruiscono le case
Cirmolo: è colui ha raggiunto la serenità interiore e non litiga con nessuno la sua presenza è per tutti un piacere
Frassino: si può definire l'effeminato del bosco; come tutti i diversi è sensibilissimo e procede attraverso la vita con grandi difficoltà
Larice: tenaci e riservati, nobili d'animo e forti di carattere
Maggiociondolo: è come l'amico fedele che rimane nell'ombra ma è pronto ad intervenire in caso di bisogno
Melo e pero: miti, amanti dei bambini, eccellenti maestri
Nocciolo: furbetto che non vuole far nulla, talmente refrattario a ogni rischio che neanche si sogna i osare qualcosa di suo
Noce: un uomo normale con qualche bella curva di pregio che la stupidità umana ha reso celebre e potente
Pioppo:  appartiene alla sterminata categoria di disgraziati che popolano la terra, quel vasto numero di persone che non hanno alcun pregio e neanche la salute
Pino: è un discreto e generoso dispensatore di buoni aiuti; si tratta di gente perbene
Pino mugo: infido e vigliacco, assomiglia a quel cauto miliardario che si finge povero per paura che l'amico bisognoso gli chieda qualche spicciolo
Quercia: alta, grossa e sempliciotta, sembra una chioccia sempre intenta a proteggere i pulcini sotto le ali
Sambuco: piccoli e friabili, sono molto cattivi e colpiscono a tradimento con armi subdole e nascoste
Tasso: è un uomo fortunato, bello ricco, prestante. Ma lui non ha fatto nulla per ottenere questa invidiabile posizione; la natura ha deciso la sua sorte
Tiglio: è la persona che per uscire dalla propria condizione non tropo brillante, ha esagerato scivolando nella banalità e nel pessimo gusto.
Viburno: è un orgoglioso, ma quando intuisce che il suo orgoglio lo può rovinare, preferisce metterlo via e diventare malleabile

E' una bella sfilza di alberi. voi, a quel somigliate?

Nl complesso il libretto si legge in fretta, uno o due giorni sono più che sufficienti. E' una lettura leggera, piacevole, non particolarmente profonda. O meglio, a me non ha lasciato la sensazione di essermi arricchito. Né di aver avuto qualche rivelazione.
So bene che la gente ha perso l'abitudine di soffermarsi sugli alberi, o di sedersi sotto ad essi per il puro piacere di farlo. Ma per quanto mi riguarda, l'ho sempre fatto e ho intenzione di continuare così, quindi per me la "morale", se di morale si può parlare, è più che scontata.
Non deve arrivare certo un Corona a spiegarmi un certo modo di approcciarsi alla natura, ce l'ho già di mio.
Diciamo che da questo punto di vista il libro è in linea con il mio sentire. Ma a chi non apprezza la natura, le tradizioni, o non è curioso nei confronti di esse, questo libretto lascerà il vuoto assoluto.
Insomma, se non vi va di leggere centocinquanta pagine sugli alberi e i boscaioli di Erto, lasciate perdere e puntate su un altro libro.

Uova alla scozzese

...it's the egg from Scotland!

Dopo che un maledetto cartone animato in flash mi ha intasato il cervello con la sua ipnotica canzoncina, sono andato a vedere una certa ricetta.
Quindi stasera vi propongo un piatto che, per are uno strappo alla regola, non è né leggero né vegetariano: le Scotch Eggs, o uova alla scozzese (che comunque, come vedremo alla fine, si possono benissimo rendere un piatto vegetariano!).

Al contrario del nome, non sono affatto scozzesi: sono state inventate a Londra. E rappresentano un'eccezione nella cucina britannica. Ovvero, non fanno affatto schifo. Sono vergognosamente buone... oltre che schifosamente caloriche.

Io vi propongo due ricette: una facile e veloce e una più fedele all'originale. Decidete voi con quale imbottirvi di colesterolo.

Ingredienti per la versione semplificata:
  • 8 uova
  • 500 grammi di salsiccia (preferibilmente di maiale)
  • farina
  • pangrattato
  • olio di arachidi
Fate bollire 6 uova fino a renderle sode, poi sgusciatele.
Se avete preso delle salsicce, eliminate la pellicina e fate un pastone con la carne macinata, aggiungendo abbondante sale  e pepe, quindi dividete il tutto in 6 parti uguali.
Stendete ogni parte di carne su della carta da cucina, formando dei dischetti dello spessore massimo di un centimetro. Prima di procedere, staccateli dalla carta da cucina con un coltello, nel caso vi ci si fossero incollati.
Rotolate le uova nella farina, quindi avvolgete ciascun uovo nella carne.
Sbattete le due uova restanti e spennellate il composto sulle pallette di carne, quindi tornate a rotolarle, stavolta nel pangrattato.
Friggete il tutto in abbondante olio caldo. Dovrebbero bastare cinque minuti, ma controllate che siano ben dorate.
con un po' di pratica, vi basterà una mezz'ora.

Ingredienti per la versione originale:
  • 6 uova
  • 250 grammi di carne di maiale magra
  • 250 grammi di carne di maiale grassa
  • (in alternativa, usate delle fettone di coppa, circa una per uovo)
  • salsa worchester
  • farina
  • pangrattato
  • olio di arachidi
Prendete la carne, tagliatela prima a pezzetti e poi passatela nel tritacarne o nel mixer, triturandola finché non ottenete un composto morbido e compatto.
Aggiungete abbondante sale, pepe e salsa worchester.
Dividete la carne in sei parti uguali e anche in questo caso stendetela su carta forno formano uno strato di circa un centimetro. Se la bastarda si appiccica alla carte, munitevi di coltello o spatola per staccarla prima di proseguire.
Bollite le uova (tiratele fuori dal frigo almeno un'ora prima) per circa 4 minuti e mezzo, massimo 5. Non devono essere sode, ma più alla coque (ovvero albume sodo e tuorlo semiliquido).
Tuffatele subito in acqua fredda per fermare la cottura.
Quando saranno fredde, sgusciatele. Operazione non facile, visto che non hanno la consistenza dell'uovo sodo. Procedete con delicatezza!
Infarinate leggermente le uova (piaaaano) e poi avvolgetele nella carne. Anche qui, mi raccomando, delicatezza, altrimenti romperete il tuorlo. State attenti a non lasciare bolle di aria.
Rotolate gli ovetti ricoperti nel pangrattato (se non si dovesse attaccare bene, spennellateli di uovo sbattuto).
Accendete il forno a 200°.
Tuffate le uova nell'olio bollente e cuocetele finché non saranno ben dorate.
Tiratele fuori dall'olio, scolatele bene (sono già abbastanza pesanti da sole, non c'è bisogno di aggiungerci anche ulteriori grassi), mettetele in una pirofila e infornate per 10 minuti, arrivando a 15 minuti solo se volete rassodare i più il tuorlo.

Si possono fare senza carne? Certo che si! Per una versione vegetariana, sotituite la carne con un impasto vegetale (funziona benissimo mescolare ceci lessi frullati e riso!)

Bene, ora decidete voi come intossicarvi e far puzzare la cucina di fritto per giorni.
Buon divertimento!

..ah, per inciso, il video incriminato è questo: SCOTCH EGG!

Sapò

Pensavo fosse l'ennesima carnevalata pseudo-biologica-modereccia e invece no

Ho scoperto recentemente una nuova marca di cosmetici e prodotti per il corpo: la Sapò. Si, non si sono sforzati molto per il nome.
Questa nuova marca Made in Italy fa chiaramente il verso alla Lush, ma lo fa bene: propone prodotti di biocosmesi artigianale, fatti a mano e con ingredienti naturali.

Non ne avevo mai sentito parlare. Non ci sono molti negozi monomarca, ma al contrario della Lush distribuicono anche in vari negozi di cosmetici sparsi sul territorio italiano.
L'ho scoperta per caso: fatalità, nella stazione di PAdova hanno aperto recentemente un negozio monomarca.
Si fanno notare: come la Lush, hanno prodotti dal nome e dall'aspetto accattivante. Non solo, hanno anche un bellissimo packaging, che rende questa merce, almeno per me, irresistibile (si, l'imballaggio rende i prodotti meno "ecologici" rispetto a quelli di altre case, lo so).

Sbirciando il negozio e il sito, ci si rende subito conto che la gamma di prodotti offerta è vasta.
Abbiamo:

BIODERMOCOSMESI

Linea di prodotti per la bellezza della pelle, che comprende detergenti, maschere, burri di cacao, prodotti specifici per mani e piedi e linee studiate appositamente per la pelle particolare degli uomini e per quella delicata dei bambini.
MASSAGGI
Tutto quello di cui avete bisogno per una seduta di massaggi: olii vegetali solidi e liquidi, olii essenziali e candele cosmetiche (per massaggi con cera tiepida).
LATTI CORPO
Il nome dice tutto: sono latti idratanti per la pelle.
BAGNODOCCIA - MOUSSE BAGNOCREMA
Linea per la doccia: ecologici e derivati dagli zuccheri e dall'olio di cocco, sia i bagnodoccia che le mousse sono estremamente delicate, adatte anche per le pelli sensibili, e profumatissime.
TRICOLOGIA
Quello di cui avete bisogno per i capelli problematici: shampoo e balsamo mirati per i diversi capricci che fanno i vostri capelli.
SAPONI
Profumatissimi, colorati e invitanti quanto quelli Lush, ce n'è per tutti i gusti, compresa una linea di scrub!
FRIZZANTI
Sfere e caramelle frizzanti da sciogliere in acqua, sali da bagno e olii da idromassaggio. Anche qui, un sacco di prodotti.
PROFUMI
Lo dice da sè: profumi e acque di colonia.
CASA
Una cosa che non trovate dalla Lush: prodotti per profumare la casa. Candele decorate con legno e frutta, bastoncini da intingere nelle essenze, gessetti profumati per i cassetti, candele aromatizzate al vino.

Come vedete, c'è davvero una marea di roba. Il sito è organizzato bene, dandovi la possibilità di dividere i prodotti non solo per utilizzo, ma anche per profumazione (dolce, fruttata, speziata e così via).
E i prezzi?
I prezzi sono buoni, i linea con i prodotti bio di altre case di produzione. Costano di più di quelli da supermercato, certo, ma comunque non un capitale. non sono prezzi inarrivabili.

Passiamo ora a un punto focale: sono veramente prodotti così ecologici?
Farò un esperimento, scegliendo a caso dei prodotti di categorie diverse, e cercando gli ingredienti INCI (ovvero della composizione) nel biodizionario.

SAPONE:
AFTER EIGHT

  1. AQUA
  2. SODIUM PALMATE - doppio verde
  3. SODIUM STEARATE - doppio verde
  4. DIPROPYLENE GLYCOL - giallo
  5. SODIUM PALM KERNELATE - doppio verde
  6. GLYCERIN - doppio verde
  7. SORBITOL - verde
  8. DISODIUM DILINOLEATE - verde
  9. ZEA MAYS EXTRACT - doppio verde
  10. AROMA
  11. MENTHA PIPERITA OIL - doppio verde
  12. THEOBROMA CACAO EXTRACT - doppio verde
  13. TOCOPHERYL ACETATE - doppio verde
  14. TETRASODIUM ETIDRONATE - verde
  15. TETRASODIUM EDTA - doppio rosso
  16. CI 75815 FD&C (Clorofilla Nat.) - verde
Verde verdissimo, ad eccezione per un componente giallo e uno purtroppo doppio rosso, che comunque si trova verso la fine della lista e quindi è presente in minima quantità.
Passiamo al prossimo

LATTE CORPO:
ARANELLA

  1. AQUA
  2. COCO-CAPRYLATE/CAPRATE -doppio verde-
  3. PRUNUS AMYGDALUS DULCIS OIL -doppio verde-
  4. ETHYLEXYL PALMITATE -verde-
  5. GLYCERIN -doppio verde-
  6. BUTYROSPERMUM PARKII BUTTER -doppio verde-
  7. CETEARYL OLIVATE -doppio verde-
  8. SORBITAN OLIVATE -verde-
  9. PANTHENOL  -doppio verde-
  10. TOCOPHERYL ACETATE -doppio verde-
  11. BISABOLOL -doppio verde-
  12. ALOE BARBADENSIS -doppio verde-
  13. AROMA
  14. CITRUS AURANTIUM DULCIS OIL -verde-
  15. CINNAMOMUM ZEYLANICUM OIL -verde-
  16. EUGENOL -giallo-
  17. TOCOPHEROL -doppio verde-
  18. ASCORBYL PALMITATE -verde-
  19. CETEARYL ALCOHOL -doppio verde-
  20. XANTHAN GUM -doppio verde-
  21. PHYTIC ACID -doppio verde-
  22. CITRIC ACID -doppio verde-
  23. LECITHIN -giallo-
  24. BENZYL ALCOHOL -giallo-
  25. DEHYDROACETIC ACID -giallo-
  26. CARAMEL -doppio verde-
  27. CI 15985 FD&C -verde-
Anche qui, verde che più verde non si può. Tanti ingredienti, di cui solo quattro contrassegnati come gialli, alla fine della lista. Vediamo un ultimo prodotto

SCRUB VISO:
SCRUBBI

  1. AQUA
  2. PRUNUS ARMENIACA SEED POWDER -doppio verde-
  3. ETHYLEXYL PALMITATE -verde-
  4. GLYCERYL STEARATE -doppio verde-
  5. UREA -doppio verde-
  6. GLYCERIN -doppio verde-
  7. CETEARYL ALCOHOL -doppio verde-
  8. CETEARYL OLIVATE -verde-
  9. OLUS -doppio verde-
  10. SORBITAN OLIVATE -doppio verde-
  11. TOCOPHERYL ACETATE -doppio verde-
  12. PANTHENOL -doppio verde-
  13. DIMETHICONE -doppio rosso-
  14. XANTHAN GUM -doppio verde-
  15. PHYTIC ACID -doppio verde-
  16. ALOE BARBADENSIS EXTRACT -doppio verde-
C'è solo un brutto doppio semaforo rosso verso la fine della lista che sfigura un po'.

In conclusione, questi prodotti hanno un INCI incredibilmente buono, anche migliore dei prodotti Lush. Il vantaggio di questa azienda è che essendo Made in Italy non ha bisogno di mettere troppi conservanti nei propri prodotti, mentre la Lush, che arriva direttamente dal Regno Unito, ne ha bisogno per forza di cose.

Nel fine settimana proverò di sicuro qualcosa di loro, contando anche sul fatto che c'è sempre qualche prodotto scontato fino al 50%.
A naso, così, mi sento di consigliarli, ma vi farò sapere in dettaglio più avanti!

Se vi ho incuriositi abbastanza,
visitate il sito della sapò!

La collina dei conigli

Scordatevi la Disney, qui non c'è niente da ridere

E' Pasquetta, oggi saranno tutti in giro a cazzeggiare con la famiglia, gli amici, o il partner. Invece io, afflitto dai lavori di ridipintura totale della casa, me ne sto qui come un cretino.
Oh bè, pazienza, scrivo qualcosa qui.

E visto che appunto è Pasquetta, oggi parliamo di conigli!
In particolare di un lungometraggio animato che da piccolo mi ha suscitato non pochi incubi (nonché credo sia parzialmente responsabile della mia odierna fobia nei riguardi di questi animaletti): La Collina dei Conigli.
Tratto dall'omonimo romanzo (il cui titolo originale è Watership Down), il film è datato 1978, prodotto in Gran Bretagna, e non ha nulla a che vedere con i cartoni animati super edulcorati a cui sono abituati i bambini di oggi.
Rispetto al libro è stato tagliato parecchio e leggermente modificato, pur restando un film di oltre un'ora e mezza, lunghezza che per un cartone animato è notevole.
Tuttavia, lo sceneggiatore ha operato i tagli sapientemente, aggiungendo qualche piccolo accorgimento, senza omettere nessuno dei punti chiave e restituendo un prodotto fedele alla controparte cartacea.

In molti paesi, alla sua uscita, questo film è stato censurato a causa della violenza. Sono infatti presenti molte scene di combattimento con sangue a volontà, nonché passaggi con cromie e narrazione che, per il bambino medio, risultano disturbanti.
Questo non gli ha impedito di essere nominato nel 1979 per lo Hugo Awards come miglior film drammatico, e di essersi guadagnato, nel 2004, il 47° posto nella classifica dei migliori film inglesi di sempre.

La trama è semplice: in una conigliera inglese (non un allevamento, una comunità selvatica), un coniglio visionario, Quintilio, ha una premonizione circa un disastro imminente che porterà alla morte tutti i suoi compagni. La soluzione è una sola: fuggire e cercare un posto migliore dove vivere.
Inizialmente, l'unico che gli darà ascolto sarà il fratello Moscardo, ma in breve raduneranno un piccolo gruppo di fuggiaschi disposti a lasciare la comunità.
Inizialmente ostacolati dall'Ausla, il reparto per il mantenimento dell'ordine all'interno della conigliera, il piccolo gruppo formato da otto individui riuscirà nel suo intento, lasciando il luogo natio ed iniziando un viaggio attraverso la campagna inglese.

Un incipit così terra terra presto si sviluppa in qualcosa di epico.
Guidati solo dalle visioni di Quintilio, presto dovranno affrontare numerosi ostacoli: i predatori, le trappole dell'uomo, la mancanza di femmine all'interno del gruppo, la rivalità di altri conigli e il dubbio che presto inizia a serpeggiare tra loro circa la follia di quel viaggio. Ma, soprattutto, devono sopravvivere.
Sebbene nel film manchino le minuziose descrizioni dei rituali e delle abitudini dei conigli presenti nel romanzo di Martin Rosen, abbiamo un quadro vivo di una piccola realtà che diventa metafora della società umana, con le proprie superstizioni, tabù e leggende.

I personaggi sono sviluppati più che bene, e il carattere di ognuno di essi è credibile e curato. Ne sono stati omessi molti, ma a mio avviso non è stata una scelta infelice: con i limiti di tempo imposti da un lungometraggio animato, meglio avere meno personaggi ma caratterizzati in modo eccellente che non l'intero repertorio appena abbozzato.
Ma non preoccupatevi: di personaggi ce ne sono comunque tanti, tutti diversissimi tra loro.

Nel complesso, l'atmosfera del film è cupa. Sebbene l'animazione risenta dell'età e dei limiti economici, osa evidente soprattutto nel labiale del parlato (questo film non ha avuto nemmeno lontanamente il budget di una produzione Disney), gli artisti che ci hanno lavorato hanno compensato con splendidi fondali.
I tratti spesso incerti, acquerellati e i colori spenti ricreano alla perfezione le atmosfere fosche della campagna inglese. Del resto, chi meglio di un team di inglesi poteva dipingere un tale scenario?
Oltretutto, tutto è presentato a misura di coniglio: vediamo attraverso i loro occhi e tutto sembra ingigantito, oscuro, ignoto e spaventoso.
Ogni tanto -raramente- la vista spazia su un paesaggio assolato, e ci viene concesso un sospiro di sollievo, dopo le sequenze buie e opprimenti che costituiscono la maggior parte del film.
In netto contrasto invece sono diversi passaggi onirici e visionari, che prediligono sopra tutti gli altri il rosso, a partire dalla prima sequenza di apertura. E' il rosso del sangue e della paura: rapportati al resto del film, questi passaggi hanno un incredibile impatto visivo ed emotivo, mettendo in moto un'ansia e un'oppressione quasi disturbanti.

Menzione speciale, infine, va alla colonna sonora. Le musiche sono calzanti e studiate a pennello. Tra tutte spicca Bright Eyes, di Art Garfunkel, una splendida ballata che all'epoca arrivò al primo posto delle classifiche inglesi.

Io consiglio caldamente questa perla dell'animazione. E' un prodotto unico nel suo genere, drammatico, onirico e violento, che sono sicuro vi colpirà, nel bene o nel male.

Il Chow Chow

Seriamente, ve la sentireste di spazzolare tutto quel pelo?

Visto che mi è stato richiesto un articolo sul Chow Chow, in questi giorni sono andato a informarmi un po' in giro, contattando un paio di conoscenti che ne hanno uno, per integrare un po' di più le informazioni reperibili in giro e le chiacchierate che ho fatto con qualche allevatore alle mostre canine. Questo è quanto c'è da sapere sul cane con la lingua blu.

Il Chow Chow è una delle razze più antiche del mondo. Le sue origini sono controverse, ma l'unica cosa sicura al 100% è che si tratta di una razza originaria della Cina, e nel corso dei secoli è stato usato come cane da caccia, da guardia, da compagnia e da difesa.
L'aspetto caratteristico lo rende inconfondibile: sembra un incrocio di un leone e di un orso, e ha un mantello vaporoso a due strati: ruvido in superficie, con un abbondante e fittissimo sottopelo lanoso.
Nonostante la varietà più popolare sia quella fulva a pelo lungo, esistono anche quelli a pelo corto, e i colori in cui si presenta sono, oltre al già menzionato fulvo, nero, cannella, blu e crema.
La caratteristica che lo ha reso famoso è tuttavia la sua lingua: rosa al momento della nascita, entro le otto settimane subisce un rapido processo di pigmentazione che la colora di bu.
E' un cane robusto che può arrivare ai 35 chili di peso e oltre. Il corpo è compatto, inscritto nel quadrato, con muscolatura forte e gambe dritte, che gli conferiscono un portamento particolare. Infatti il Chow porta il passo in avanti e poco verso l'alto: sembra quasi che cammini sui tacchi a spillo.
Ha un carattere riservato e composto, abbaia raramente. E' un ottimo guardiano, ma lega di solito con un membro solo della famiglia, per il quale non esiterebbe a dare la vita. Con tutti gli altri componenti del nucleo famigliare si dimostra affettuoso ma leggermente distaccato.
Sotto tutti i punti di vista è un cane forte, fedele, intelligente e discreto.

Ma prima di decidere che si, questo leoncino è il cane perfetto per voi, ci sono diverse cose che dovere tenere ben presenti.

Igiene:
Basta guardare un Chow Chow per rendersi conto di quanto pelo abbia. Ha un doppio mantello dotato di un sottopelo foltissimo e denso, che richiede cure quotidiane. Una buona spazzolata ogni giorno e una "di fondo" alla settimana sono obbligatorie.
Due volte l'anno, durante il cambio di stagione, effettua il cambio di mantello, prendendo gomitoli di pelo a destra e a manca. Per mantenerlo pulito è necessaria una tolettatura intensa, contando anche che il suo pelo si annoda facilmente.
Vista la conformazione del muso, è necessario pulire delicatamente occhi e orecchie, ogni giorno, con un panno o un dischetto per la pulizia viso leggermente imbevuto di acqua o camomilla tiepide.
Se non avete la pazienza necessaria per prendervi cura dell'igiene del vostro cane ogni singolo giorno, scegliete un'altra razza.

Esercizio fisico:
Non è un cane molto attivo, e si adatta bene a vivere in appartamento.
Nonostante questo, una passeggiata quotidiana è necessaria, visto che tende a impigrirsi facilmente e a ingrassare (e in una razza soggetta a displasia e problemi alle giunture il sovrappeso è pericoloso).
L'esercizio quotidiano non servirà solo a mantenere il vostro Chow in forma, ma anche a stabilire un legame più forte e a rafforzare le gerarchie, oltre che ad essere una buona occasione per farlo socializzare con altre persone e animali; cosa che, come vedremo nel prossimo punto, è di estrema importanza.
Inoltre, se lasciate che questo cane si impigrisca, oltre al sovrappeso potrebbe chiudersi ancora di più in se stesso, risultando ancora più difficile interagire con il suo carattere particolare.

Educazione:
Il Chow Chow, nonostante l'aspetto buffo e tenero, ha un carattere indipendente, sopporta poco l'essere strapazzato e ha un forte istinto territoriale.
Questo, unito alla sua personalità spesso distaccata, ne fanno un cane difficile da gestire.
E' fondamentale iniziare ad impartire delle regole fin dai tre mesi di vita, imporre delle solide gerarchie ed educarlo a dovere. Non è un cane facile da addestrare e richiede molto tempo e pazienza.
E' importantissimo anche farlo socializzare fin da piccolo con altri cani: non condivide volentieri i suoi spazi con i simili né con altri animali, arrivando facilmente a mostrarsi scontroso e aggressivo. E' bene che impari anche il giusto comportamento nei confronti dei bambini, che tende a tollerare poco.
Fin dai primi mesi di vita è necessario abituarlo ad essere maneggiato, cosa che dovrete fare spesso per mantenere in buone condizioni il suo mantello: fatelo abituare subito ad essere spazzolato, è di primaria importanza. In caso contrario, potrebbe a lungo andare non accettare la tolettatura, arrivando a ringhiare e, in casi estremi, a mordervi.
Quindi, per quanto riguarda questa razza, una ferma educazione è obbligatoria.

Attenzione a:
E' un cane inadatto ad ambienti troppo caldi. D'estate, ha bisogno di poter godere di un luogo fresco e riparato per non andare incontro a seri problemi respiratori e di surriscaldamento corporeo.
Al momento dell'acquisto, è importante poter vedere entrambi i genitori del cucciolo: vista la versatilità della razza e la personalità scostante, il carattere dei singoli soggetti può variare parecchio. Il comportamento dei genitori è indicativo del carattere del cucciolo. E' fondamentale vederlo interagire all'interno della cucciolata: in questo modo non è difficile individuare i soggetti troppo remissivi o aggressivi.
Assicuratevi che la lingua sia già perfettamente pigmentata: non è consentita la vendita al di sotto dei due mesi di età, la soluzione ottimale è aspettare i tre mesi. a questo punto la lingua dovrebbe essere già interamente blu: se non lo è il cane o è troppo giovane oppure non ha i requisiti fondamentali della razza. In quest'ultimo caso è un difetto grave per un cane da esposizione. Se vi interessa solo per godere della sua compagnia non cambia nulla, solo state attenti a non farvi fregare sul prezzo.
Informatevi sulla genealogia della cucciolata: sono cani soggetti a displasia all'anca e al ginocchio, oltre che a malattie oculari. Una buona linea di sangue è essenziale per avere un esemplare sano.
I maschi sono particolarmente difficili da educare, mentre le femmine sono più mansuete e pazienti.

Cose poco piacevoli:
Come già detto, non è un cane facile. Se non viene gestito correttamente, potreste facilmente ritrovarvi tra le mani un cane che non ascolta, non si lascia spazzolare, morde qualsiasi ospite che entri in casa.
Il pericolo maggiore lo corrono i bambini: questo cane ha un aspetto soffice e irresistibile, ma non esiterà a mordere un bambino che cerchi di spupazzarlo, se non è adeguatamente socializzato ed equilibrato.
Il muso, le orecchie e il pelo, se non adeguatamente tenuti, tendono a puzzare parecchio.
Anche se avete estrema cura della sua igiene, aspettatevi di trovare pelo ovunque.

In conclusione, non è un cane adatto ai principianti o alle famiglie con bambini.
Ma se riuscirete a imporvi come capobranco con le giuste dosi di severità e gentilezza avrete un compagno vigile e intelligente, sempre sull'attenti per salvaguardare la vostra sicurezza, pronto a condividere con voi ogni momento della sua vita. Peli svolazzanti compresi.

Brufolo Bill

Per essere quasi del tutto naturale, una mano la dà

Stasera si continua la lotta ai fottuti brufoli.
Qualche tempo fa, curiosando nella Lush di Venezia, ho trovato -e deciso di portarmi a casa- tale Brufolo Bill, presentato come un killer per i maledetti bastardi.
Incoraggiato da un'amica che mi garantiva la sua efficacia, l'ho provato.

Lush ci dice:
Brufolo Bill è arrivato in città! È molto determinato e sarà al vostro fianco nella lotta contro bubboni in formazione, brufolotti ribelli e piccoli arrossamenti. Il gel di alghe crea una protezione trasparente (non grattare!) che permette agli ingredienti attivi di accerchiare il nemico: Il tea tree elimina i batteri, la lavanda riequilibra la produzione sebacea, Il gel di aloe calma le irritazioni e l’acqua di mare asciuga tutto. Basta applicarne pochissimo un paio di volte al giorno, finché non scompare ogni rossore.

A naso, non sa di nulla. Come fragranza, intendo, ha un leggerissimo odore "di pulito", ma nient'altro. Per questo motivo è adatto a chi non piace avere sotto il naso profumi intensi.
Ha una consistenza leggermente gelatinosa, bisogna stare attenti ad applicarne poco, pochissimo, altrimenti vi si spalma sulla faccia formando uno strato fastidioso.

Funziona?
Funziona, per essere un prodotto naturale quasi al 100%.
La prima sensazione, dopo averlo applicato, è quello della pelle che "tira" un po', effetto dovuto all'acqua di mare...e non è una sensazione spiacevole.
Subito dopo, lenisce eventuali arrossamenti: non è come darsi una mano di pittura, ma l'effetto c'è.
Sui brufoli, l'efficacia dipende da quanto grave è la situazione. Sui brufoletti piccoli fa il suo dovere, facendoli scomparire dopo un paio di applicazioni. Su quelli grandi e ciccioni, invece, bisogna agire per tempo. Mi spiego: se beccate il bastardo mentre si sta formando, il Brufolo Bill impedisce che diventi enorme, asciugandolo più in fretta e, spesso, facendolo riassorbire.
Invece, se lasciate che maturi e faccia la puntina gialla (lo so, è un'immagine schifosa, ma è la verità), non serve assolutamente a nulla.

Quindi, l'efficacia del prodotto dipende dalla vostra tempestività. Se lo usate regolarmente vi darà le sue piccole soddisfazioni.
Va detto che ha un effetto leggero, quindi per chi tende ad avere la pelle grassa, mi sento di consigliarlo addirittura come tonico generale: dopo aver lavato il viso, agitate bene il flacone, spruzzatene un po' sulle dita (uno spruzzo basta e avanza per tutto il viso, garantito), e applicatevelo su tutta la faccia.
In ogni caso, miracoli non ne fa: se avete problemi grossi con le invasioni di brufoli, non dico di rivolgervi ad altro, ma usatelo in combinazione con altri prodotti (ad esempio, dopo una bella passata di Fresh Farmacy).
Però, inutile dirlo, un'alimentazione sana è la prima mossa vincente per avere una bella pelle.
Se siete proprio sfortunati (o con gli ormoni che fanno i salti mortali), Brufolo Bill può darvi una mano, a patto che siate meticolosi e costanti nell'utilizzo.
Ricordate che la bacchetta magica non esiste, anche se sarebbe tanto comoda.

Cosa ci trovate dentro (esattamente):
Infuso di Timo, Rosmarino e Tea Tree (Thymus vulgaris, Rosmarinus officinalis, Melaleuca alternifolia),Acqua (Aqua), Gel di Aloe Vera Biologico (Aloe barbadensis), Acqua del Mare di Scozia (Aqua), Succo Fresco di Uva Verde (Vitis vinifera), Olio Essenziale di Lavanda (Lavandula augustifolia), Estratto di Amamelide (Hamamelis virginiana), *Limonene, Profumo (Parfum), Methylparaben.

Quanto vi costa
Flacone da 45 grammi  € 8,45
Costa un po', è vero, ma dura veramente a lungo.


LUSH.IT  
date un'occhiata al sito della Lush, mi raccomando,
è tutta robbba bbbuona per voi e per l'ambiente!

I segreti erotici dei grandi chef

Parliamo un po' di dipendenze

Oggi vi parlo di un libro che mi ha lasciato interdetto e soddisfatto allo stesso tempo.
Volendo avvicinarmi ad Irvine Welsh e non trovando in libreria Trainspotting, mi sono portato a casa "I Segreti Erotici dei Grandi Chef" praticamente a scatola chiusa. Cosa che non faccio quasi mai, mi piace sapere qualcosa di più di quello che compro, prima di spenderci soldi.
Premetto che sarà difficile parlare di questo libro in maniera chiara e sintetica (non mi piace scrivere papiri: alla lunga distrae me e annoia voi) e soprattutto non spoilerare nulla di importante.
Ma farò un tentativo.

Daniel Skinner è un giovane arrampicatore sociale che lavora in un ufficio per le ispezioni sanitarie di Edimburgo. Non gli manca nulla: sebbene sia stato allevato solo da sua madre ha avuto tutto l'affetto necessario, ha un posto di lavoro, una bella presenza, modi di fare carismatici e ha Kay, una bellissima ragazza innamorata di lui. Eppure, la sua vita è inquinata da una mancanza per lui fondamentale: non ha mai saputo chi fosse suo padre.. e la madre, ex punkettara restata incinta ancora adolescente, non ha nessuna intenzione di dirglielo.
Danny sopperisce a questo vuoto con violenza, alcol e droga, che nasconde dietro una maschera di rispettabilità, che tuttavia, con il progredire degli stravizi, sta lentamente cedendo. I suoi vizi lo porteranno prima a rovinare il rapporto con Kay: concentrato solo su se stesso e suoi suoi problemi, è incapace di vedere quelli di lei, e nonostante la ami con tutto se stesso le rende man mano la vita impossibile.
E in seconda battuta metteranno a rischio il suo posto di lavoro.
L'inesorabile discesa nell'oblio di Daniel è disturbata dall'arrivo nello stesso ufficio di Brian: un ragazzo timido e riservato, che lavora per mantenere gli studi della sorella, il cui padre è ricoverato in ospedale in condizioni gravi.
Per Daniel, questo arrivo è come una folgorazione: in Brian trova il bersaglio perfetto su cui riversare tutta la propria insoddisfazione e il proprio rancore, trascinato da un odio istintivo e puerile per quel ragazzo impacciato che non gli ha mai fatto nulla di male.
Ma non sa che quell'odio andrà ben oltre i limiti umani, scatenando un maleficio che lo legherà alla sua vittima in modo indissolubile.


Ambientato in una Edimburgo moderna, fredda, grigia e devastata dalla piaga dell'alcolismo, questo libro è la versione scozzese de "Il Ritratto di Dorian Gray"... con un bel po' di quesiti sull'ereditarietà del bere che sembrano sbucare fuori direttamente dai libri di Zola.
L'autore ci presenta una Scozia rovinata, nella quale dilagano alcol e violenza, e dove ancora serpeggia il malcontento per l'annessione al Regno Unito. Ma viene tutto tenuto nascosto, salvare le apparenze viene prima di ogni cosa.
Ho apprezzato la narrazione, che passa spesso e volentieri dalla terza alla prima persona, permettendoci di sbirciare nel flusso di pensieri dei personaggi.
Il gergo utilizzato è ricco di volgarità, e vista l'ambientazione ci può stare. Ma non so se è per via della traduzione o proprio della costruzione dei dialoghi, non sempre è incisivo o significativo: a volte sembrano infilate una dietro l'altra tanto per dare colore alle pagine e come detto, non sempre ci riescono. Avrei preferito fossero più limitate ai passaggi in prima persona, con una narrazione in terza più asettica.
La trama si sviluppa in modo costante, senza particolari cali di ritmo, e dopo il primo terzo di libro prende una piega che all'inizio mi ha davvero fatto storcere il naso. Non sapevo bene che aspettarmi da questo libro, è vero, ma non mi aspettavo che l'autore ci infilasse dentro anche il paranormale.
Ma superata la momentanea delusione il racconto continua a reggersi in piedi, prendendo svolte nuove, distanziandosi da quello che finora pensavo fosse il tema principale (l'alcolismo e la tossicodipendenza) e passando a sviscerare i personaggi.

Perché, anche se la trama non è particolarmente brillante (nonostante riservi qualche bel colpo di scena verso il finale), la cosa più interessante del libro sono proprio i personaggi. I due protagonisti in primis, ma anche i comprimari fanno la loro figura.
Danny e Brian sono due persone a tutto tondo, né buoni né cattivi, ed è questo che li rende così veri: esulano dallo stereotipo romanzesco moderno nel quale si è o dalla parte del torto o da quella della ragione, avvicinandosi di più ai comuni mortali.
Danny, nonostante la perfidia con cui agisce, non sono riuscito ad odiarlo. E' un ragazzo che si avvia verso i venticinque anni, un'età nella quale c'è ancora voglia di divertirsi senza pensare alle conseguenze, ma inizia a pesare addosso la responsabilità di una vita propria.
E' un ragazzo in perenne conflitto tra il voler apparire migliore, brillante, unico e il bisogno di sentirsi appartenente ad un gruppo. Gruppo, nel suo caso, sbandato e violento, dal quale si lascia trascinare fin troppo facilmente. Ma restare soli fa paura.
alta facilmente da una donna all'altra, ma è difficile avercela con lui anche in questo caso: Danny non tratta le sue amanti come semplici oggetti di desiderio; è sinceramente interessato alle donne, ai loro gusti, alle loro passioni, a conoscerle dal lato umano più che da quello sessuale.
Quindi, abbiamo un individuo carismatico, a modo suo sensibile, brillante... ma fondamentalmente accecato dal proprio egocentrismo. Soffocato dalla sua fissazione di non sapere chi sia suo padre, reputa stupidi e superficiali i problemi del resto del mondo, tollerando a malapena o disprezzando le persone che lo circondano.
Dall'altra parte abbiamo Brian, il prototipo del bravo ragazzo (nonché nerd): si impegna nel lavoro, non alza mai la voce, non beve, non ha nessun tipo di vizio ed è un appassionato escursionista.
Eppure è completamente chiuso in se stesso. E' un personaggio meno complesso della sua controparte, ma altrettanto vero.
Cresciuto in una famiglia "casa e chiesa", risulta socialmente inetto: non sa scegliere gli argomenti di conversazione, nè è in grado di capire quando all'interlocutore di turno non gliene potrebbe fregare di meno di quello di cui sta parlando. E' patetico, ma non si può non essere solidali con lui: in fin dei conti ce la mette tutta.
Anche lui, come Daniel, è vivamente interessato alle ragazze. Ma, fissato com'è nel suo intento di perdere la verginità, al contrario di Danny non riesce a rendersi interessante ai loro occhi... semplicemente perché è in cerca solo di inzuppare il biscotto, e non presta la minima attenzione all'aspetto relazionale con l'altro sesso.

Il rapporto tra i due personaggi è il punto focale del libro: Danny, rovinando con perfida e implacabile metodicità la vita di Brian, inizia paradossalmente a creare il vuoto intorno e dentro di sè, mentre il significato della propria vita pian piano gli scivola dalle mani; Brian invece viene lentamente avvelenato nel corpo e nello spirito, scoprendo impensabili lati di sè, sperimentando per la prima volta cosa significhino l'odio, la rabbia cieca, la disperazione e la dipendenza.

In fin dei conti, potrei dire che il racconto parla proprio di quello: dipendenza.
Una dipendenza che ci creiamo da soli, dall'alcol e dalla droga in primis... che è nulla a confronto di quella, più sottile e difficile da affrontare, che possiamo sviluppare dal rapporto con altre persone.
Possiamo essere dipendenti dal giudizio altrui, dalla presenza di qualcuno, da un'idea fissa... persino da una relazione autodistruttiva. E, infine, dall'odio che possiamo arrivare a provare per qualcuno.

Lo consiglio? Nì. Dipende molto da cosa cercate.
Non l'ho trovato assolutamente pesante, ma mi ha spiazzato: non era nulla di ciò che mi aspettavo. Non è una lettura illuminante, ma riserva qualche piccola perla, tra un dialogo e un pensiero.
A volte è interessante vedere cosa si nasconde dietro la maschera di chi abbiamo di fronte, anche se non sempre piacevole.

Tricorno

So che ne volete uno anche voi, ammettetelo

Visto il successo che continua a riscuotere il mio tricorno, e visto che sono stufo di vederlo sparire a destra e a manca, mi sa che è ora di spiegare come farlo.Come costruzione, è una versione un po' semplificata di quello che ho cucito io (perché a me piace complicarmi la vita).
E' lungo da fare, ma non è affatto difficile.
In linea di massima, vi serviranno:
  • feltro di colore a piacimento (occhio, che sia feltro, non pannolenci, è troppo sottile)
  • passamaneria (detta anche sbieghino)
  • un boa di piume del colore che preferite


Cominciamo con il preparare la tesa del cappello.
a. ritagliate un cerchio di circonferenza 46 centimetri. Per un cappello più "importante", aggiungete qualche centimetro, per uno più modesto, toglietene qualcuno
b. al centro del cerchio, disegnate un'ellisse con assi di 17cm e 20cm, e ritagliatelo.
c. a una distanza di 1,5-2cm dalla prima ellisse disegnatene una seconda, e praticate dei taglietti a distanza di 2-3cm uno dall'altro, come le linee tratteggiate in figura
Provate se le dimensioni sono corrette per la vostra zucca, fate eventuali modifiche e ritagliate il tutto in feltro.


Fin qui tutto semplice. Ora passiamo alla testa.
d. ritagliate un rettangolo di 15cmx60 centimetri
e. tracciate una linea che lo suddivida, per la parte lunga, in due sezioni da 5cm e 10cm
f. all'interno della sezione più ampia disegnate dei triangoli tutti uguali
g. ritagliate i triangoli fino ad ottenere una sagoma come quella in figura
h. ripiegate il pezzo ottenuto e fissatelo con dello scotch di carta,e provate se va bene. Guardatevi allo specchio: ora siete delle bellissime principesse!
Fatte le eventuali modifiche, riportate e ritagliate il pezzo sul feltro.
i. fissate di nuovo il pezzo a coroncina, quindi ripiegate i triangoli verso l'interno e cuciteli insieme per ottenere una cupoletta. E' la parte più rognosa del lavoro, potete aiutarvi tenendoli fermi sempre con lo scotch di carta, che non rovina il feltro.

Ora, prima di assemblare il tutto, pensate a come decorare la tesa del cappello, visto che sono cose che si dovranno fare ora.
La prima cosa da applicare è la passamaneria (o sbieghino).

Avete diverse possibilità: lasciare il cappello liscio, oppure applicare una (figura 1) o più (figura 2) righe decorative.

 Se avete intenzione di aggiungere questo dettaglio, applicate la passamaneria intorno alla tesa, seguendo la circonferenza, come in figura j.
Ricordate che per ottenere una buona aderenza, è necessario cucire lo sbieghino lungo entrambi i lati (figura k), altrimenti rischierete che uno dei due si sollevi. Già che ci siete, fate un buon lavoro.


 Veniamo ora ad un altro elemento distintivo del tricorno: le piume.
Anche qui, potete applicarle o no.
Ci sono due modi per decorare il cappello con le piume: facendo correre un bordo piumato tutto intorno alla tesa (figura 1) oppure solo da un lato (figura 2).
Nel primo caso, dovrete cucirlo ora: fissate il boa di piume con tanta pazienza lungo la circonferenza della tesa.
Se invece volete le piume solo di lato, andranno cucite alla fine del lavoro.

 Bene, siamo finalmente pronti ad assemblare il tutto.
l. posizionate la testa sopra la tesa, inserendo e linguette tagliate al punto c verso la parte interna. Mi raccomando, se avete cucito della passamaneria, tenetela sul lato basso della tesa: non sarà visibile ora, ma spunterà fuori quando ripiegherete i lembi del tricorno, com'è giusto che sia.
m. fate una doppia cucitura, come le linee tratteggiate, per fissare le linguette sia alla base che all'estremità, in modo che restino aderenti e non diano fastidio.
n. ripiegate tre lembi della tesa, fissandoli alla cupola. Anche qui, avete diverse possibilità.

1. usare un filo spesso o una stringa di cuoio, per creare una "x" visibile
2. usare filo dello stesso colore del feltro, in modo che le "x" non siano visibili
3. usare filo dello stesso colore e in seguito applicare un bottone decorativo

A questo punto, se volevate le piume laterali, è arrivato il momento di attaccarle. Ripiegate il boa su se stesso tre o quattro volte. Valutate se il volume è eccessivo: in questo caso dovrete tagliarne un pezzo. Legate insieme le parti del boa, in modo che resti compatto, quindi fissatelo alla parte interna della tesa ripiegata (per intenderci, nella piega tra la tesa e la cupola).

Se siete soddisfatti così, meglio per voi. Ma ci sono ancora diversi modi per decorare il tricorno.

Potete aggiungere un fiore finto (figura 1), singole piume multicolori (figura 2), uno o due fili di cordino o catenella (figura 3) o perle (figura 4).
Badate solo di non renderlo eccessivamente pomposo, non potete ficcarci tutto quanto (cioè, potete, ma è già un cappello importante di suo, diventerebbe eccessivamente pacchiano).

Bene, mettetevi al lavoro adesso, e smettete di scroccare il mio, barboni!