Costine di maiale al forno

Si, quando in casa proprio non c'è altro cucino anche la carne

Sapete come la penso sul mangiar carne. Anche se ultimamente predico bene e razzolo male, preferisco limitarne l'uso (e se seguite questo blog da un po' sapete anche perché).
Ma quando c'è da cucinare la cena per la famiglia e il frigo è vuoto, si inizia a spulciare il freezer. E se nel freezer c'è solo carne e non si ha un soldo per andare a comprare altro, ci si adegua.
In casa mia si organizzano spesso e volentieri delle grigliate e capita sempre che avanzi qualcosa (in media salsicce o costine di maiale).
In questo caso, ho trovato una confezione di costine. Si sa che danno il loro meglio grigliate, ma con la griglia casalinga vengono mediocri. D'altro canto accendere il caminetto per un pacco di costine è da imbecilli.
Se ci aggiungiamo che non sono proprio pratico del cucinare la carne, arriviamo alla conclusione che avevo bisogno di una ricetta semplice. Esatto, una ricetta a prova di scimmia.
Il metodo meno laborioso, che richiede meno ingredienti e che dà un risultato decente è la cottura al forno. Ma per cuocere bene la carne al forno è necessario rigirarla ogni cinque minuti, e bagnarla con il sughetto, altrimenti si secca, resta cruda all'interno, si brucia fuori, diventa dura... insomma, fa schifo.

Citando una mia amica, "l'essere pigri ti fa scoprire nuovi modi per fare le cose, pur di fare meno fatica". Ed è verissimo.
Quindi, ecco una ricetta facilissima che praticamente non ha bisogno di supervisione.

Procuratevi:
  • una confezione di costine di maiale di media grossezza (di solito sono otto)
  • aglio
  • dieci foglie di salvia
  • tre rametti di rosmarino
  • cinque foglie di alloro
  • vino bianco
  • sale e pepe
Per me è davvero semplice, visto che le piante aromatiche le ho in giardino. L'alloro è opzionale, ma non fa mai male.
Cominciate togliendo la buccia all'aglio. La quantità decidetela voi: minimo un paio di spicchi, per togliere l'odore da selvatico, massimo mezza testa se vi piace particolarmente il sapore dell'aglio (e se non avete appuntamenti, la sera, visto che sappiamo che razza di alito fa venire).
Lavate gli aromi e tritateli finemente insieme all'aglio, usando una mezzaluna.
Prendete le costine, se sono unite tra loro tagliatele in modo da averle singole, e battetele leggermente con un batticarne su tutti e quattro i lati, per ammorbidire la carne. Salatele e pepatele sui due lati con la ciccia.
Ungete una pirofila da forno con un filo di olio, quindi rotolate ogni costina nel trito di aglio e odori, senza esagerare, e distribuite il pestato in modo uniforme (si, usate le mani, non siate schizzinosi).
Disponete le costine nella pirofila unta, e aggiungete vino bianco. Un bicchiere e mezzo dovrebbe essere l'ideale, ma dipende dalla dimensione dei pezzi di carne e della pirofila stessa: le costine dovranno essere quasi coperte di vino.
Mettete nel forno già caldo a 160° e lasciate cuocere finché il vino non sia evaporato almeno per metà, ci vorrà un'ora e mezza circa.
Non dovete fare altro che rigirare le costine dopo mezz'ora dall'inizio cottura, e di nuovo dopo un'ora.
Dopo l'ora e mezza, tiratele fuori dal forno e provate a tagliarne una: il coltello deve affondare con facilità, la carne deve risultare molto morbida, di colore uniforme e deve staccarsi facilmente dall'osso.

Altro? No, non c'è altro.
Sono ottime accompagnate con sugo di pomodoro, patate o insalata.
Se ne avete l'occasione provateci, che è facile.

Bourgogne des Flandres Bruin

E' stata definita una "birra aristocratica", e non a caso

Torniamo a parlare di birra. ieri mi sono concesso una Bourgogne des Flandres Bruin, altra birra non così facile da trovare in commercio.
Prodotta dalla Martin's, è una birra belga scura, con un tono alcolico basso (5%), da consumare preferibilmente fredda.
Prodotta con fermentazione mista a partire dal malto caramellizzato si presenta con un invitante colore rosso scuro e una schiuma corposa e densa.
E' una birra un po' particolare che probabilmente farà storcere il naso agli amanti delle doppio o triplo malto e dei sapori forti.

L'odore di questa birra è discreto e delicato, non colpisce particolarmente il naso. E un profumo tranquillo e leggermente tostato, che lascia intuire poco del sapore effettivo. Profuma vagamente di frutta, ma sono toni leggeri, il sentore predominante è un odore pieno, per quanto leggero, di tostatura e malto.
All'assaggio si rivela completamente differente. A contrasto con la schiuma densa, la birra in sè è poco corposa e leggermente frizzante; maschera ad arte il grado alcolico.
Al contrario delle classiche birre fiamminghe non presenta acidità, anzi. Ha un sapore dolce ma non stucchevole, nel quale predominano caramello e frutta. Un sapore gentile, accentuato dalla fermentazione in botti di castagno, che ne accentuano il lato amabile.
Insomma, è una birra scura un po' anomala, completamente diversa dalla ben più famosa Guinness.
Il retrogusto amarognolo è presente ma non persistente. Non invade la bocca, ma la lascia ripulita dal primo impatto dolce. Si tratta di un amaro secco e definito che persiste quel tanto che basta per aver voglia di un'altra sorsata.
Insomma, si fa bere che è un piacere, pur essendo dolce non impasta la bocca e la lascia fresca, il che la rende ottima sia d'inverno che d'estate (molte birre tendenzialmente dolci danno il meglio di se solo in autunno e inverno).
Quanto detto finora fa della Bourgogne des Flandres una birra molto bilanciata: consistenza, gusto e retrogusto sono in perfetto equilibrio. Come già detto forse ai consumatori duri e puri non piacerà. E' una birra con un carattere particolare e raffinato, più da signorini che da sbevazzoni.

Questa birra si fa bere benissimo da sola, ben fredda. Più la temperatura sale più si accentuano i sapori dolci e si smorzano quelli fruttati, rendendola più pesante.
Se volete abbinarla a qualcosa, è un'eccellente birra da dessert, per dolci a base di cioccolata, crema, miele o panna, in quanto non ne contrasta il sapore ma nemmeno lo appesantisce, anzi, vi accosta un leggero tocco amaro ma fresco che impedisce di stomacarsi.
Quindi, procuratevi bignè, pannacotta, creme brulé, sacher, millefoglie o dolci simili per un abbinamento a parer mio perfetto.

Se siete dei tracannatori che amano sentirsi brilli o sbronzi e bere a lunghe sorsate un prodotto dal sapore forte e deciso, sarebbero soldi buttati via. Rivolgetevi alla più rustica Tennent's Super e non resterete delusi.
Se invece piace godervi una birra, gustandovela un sorso alla volta, se volete provare a rivalutare le birre scure o se al contrario le amate e ve la sentite di provarne una un po' diversa, ve la consiglio.
Insomma, se per una sera volete fare un po' i damerini, datele una possibilità.

Questione di peeling

Per grattare via anche le impronte digitali

Parlando di prodotti Lush, non vi avevo ancora recensito un "grattino".
Queste mezze sfere da doccia sono a base di zucchero e quasi inodori, e mi sento di consigliarle un po' a tutti quelli che hanno problemi di pelle grassa, ruvida o (per le donzelle in ascolto) cellulite.

Lush ci dice:
La cellulite è come una cugina di terzo grado: nessuno l'ha invitata ma è sempre lì, nel posto sbagliato al momento sbagliato. Volete farla fuori?
La cosa migliore è massaggiarla regolarmente, magari con questo Grattino di zucchero che stimola la circolazione e rende la pelle liscissima. Contiene anche finocchio drenante, zenzero e clorofilla tonificanti.
Ok, lo so, è un prodotto da signorine, per combattere la cellulite.
Ma questa mezza sfera di zucchero ha i suoi vantaggi anche per noi maschietti.
Il principio "anticellulite" non sta tanto nei componenti, quanto nel fatto che va massaggiato sulle chiappe finché non si scioglie. Anche i componenti aiutano, ma è il massaggio che fa il grosso del lavoro. Ebbene, per tutti quelli che trascorrono molto tempo in piedi un massaggio alle gambe è l'ideale: distende i muscoli ed attiva la circolazione.
Senza contare che grazie alla sua consistenza granulosa è uno scrub fantastico, che rende la pelle liscia ed idratata grazie agli olii che contiene. Non penso che a nessun ragazzo faccia schifo l'idea di avere un bel lato B (lato che le signorine guardano spesso e volentieri). Ma non solo: va bene per le braccia, la schiena (se avete qualcuno che vi dia una mano, e da questo punto di vista la doccia in due non è affatto male) e qualsiasi altro punto dove abbiate la consistenza di una grattugia. Ecco, magari non la faccia, a meno che non vogliate fare qualcosa alla "Face Off".
C'è da prendere in considerazione che il maledetto gratta davvero tanto, quindi se avete la pelle delicata cercate qualcosa di più delicato. La pelle maschile di solito è più coriacea di quella femminile, altro motivo in più per consigliarlo ai ragazzuoli.

Per quanto riguarda l'utilizzo, potete usarlo a fine doccia oppure all'inizio, procedendo poi a re-idratare la pelle con un sapone corposo.
In ogni caso, quando decidete di utilizzarlo, spostatevi da sotto il getto d'acqua, o meglio ancora chiudetelo (spegnetelo?). Vista la composizione a base di zucchero, a contatto diretto con l'acqua si scioglie in fretta.
Sconsiglio anche di passarsi direttamente la mezza sfera sul corpo: le parti che non si scioglieranno resteranno comunque umide, e quando si asciugherà verranno a formarsi dei cristalli durissimi che graffiano da morire. Sempre per questo motivo, conservatelo in un luogo asciutto.
Il mio consiglio, quindi, è di sbriciolare un po' di prodotto prima della doccia, con le mani bene asciutte, e lasciarlo fuori da essa a portata di mano, riponendo tutto il resto.

I risultati si vedono. Almeno per quello che mi riguarda il prodotto migliora decisamente la grana della pelle,e una mezza sfera dura parecchio, anche perché direi di non utilizzarla ad ogni doccia, visto che si tratta pur sempre di un prodotto abbastanza aggressivo. Non chimicamente, proprio fisicamente (lo ripeto ancora: gratta, gratta da morire!).
Però è quello che ci vuole per darsi una bella strigliata e sentirsi tirati a lucido.

L'INCI è molto buono, un sacco di doppi semafori verdi. C'è il Sodium Laureth Sulfate, non troppo grave, un solo semafoo rossorilevante. In coda abbiamo i soliti allergeni del profumo (gialli), e il colorante, fanalino di coda rosso che come sempre secondo me si poteva evitare, anche se dovrebbe essere presente in minima parte e non far troppi danni.

Cosa ci trovate dentro(esattamente)
Zucchero del Commercio Equosolidale (Saccharum officinarum) - doppio verde
Bicarbonato di Sodio (Sodium bicarbonate) - doppio verde
Cremor Tartaro (Potassium bitartrate) - doppio verde
Sodium Laureth Sulfate - giallo
Finocchio Fresco (Foeniculum vulgare) - doppio verde
Olio Essenziale di Finocchio (Foeniculum vulgare) - doppio verde
Olio Essenziale di Lavanda (Lavandula augustifolia) - doppio verde
Zenzero Fresco (Zingiber officinale) - doppio verde
Glicerina Vegetale (Glycerine) - doppio verde
Cocamide DEA - rosso
Lauryl Betaine - doppio verde
Limonene - giallo
Linalool - giallo
Profumo (Parfum)
Clorofillina (CI 75810) - rosso


Quanto vi costa
Mezza sfera da 100g  € 4,95


LUSH.IT  
date un'occhiata al sito della Lush, mi raccomando,
è tutta robbba bbbuona per voi e per l'ambiente!

Notte buia, niente stelle

Ci sono scelte che cambiano la vita per sempre

A quanto tempo fa risale la mia ultima recensione libresca? Eh, un po'.
Non perché abbia smesso di leggere, ma perché mi ero impantanato in un mattone di ottocento pagine di una pesantezza immane. Bellissimo, attuale, agghiacciante, ma pur sempre un mattone.
E ovviamente sono troppo pigro per recensirlo, così vi dico due parole sul libro che ho letto dopo, quattrocento pagine divorate in due giorni.

Come devo avervi già etto, sono un grande appassionato di Stephen King. Amo il suo modo di scrivere, la gestione delle trame, i soggetti, i personaggi. Ciò non significa che mi tutti i suoi libri, alcuni mi hanno lasciato deluso, altri mi sono piaciuti di più. E' un essere umano anche lui e ha scritto le sue cagate, come sono un essere umano io e sono perfettamente in grado di appezzare una cazzata e di storcere il naso di fronte ad un libro magari migliore. Quindi, si parla sempre di punti di vista (per quanto l'obiettività letteraria esista eccome).
Una delle ultime raccolte di racconti di King, "Al Crepuscolo", mi aveva deluso profondamente, così ho aspettato un bel po' prima di leggere l'antologia successiva.
Nel fattempo poi ho letto "Scheletri", una raccolta di racconti a dir poco superba, quindi le mie aspettative erano calate a picco.
Invece questo "Notte buia, niente stelle", mi ha piacevolmente sorpreso. Mi sono trovato tra le mani un prodotto buono, davvero buono, nel quale il Re ha saputo dimostrare ancora una volta la sua abilità nei racconti brevi.

Come prima cosa, come sempre, vediamo le trame.

1922
Cosa fareste se vostra moglie volesse vendere la terra di sua proprietà ad una ditta che la trasformerebbe in un porcile industriale, facendovi svegliare tutte le mattine con la puzza di maiale e inquinando l'acqua del ruscello di viscere ed escrementi? Accettereste la proposta di lei di vendere in blocco l'attività che vostro padre ha messo in piedi con tanta fatica per trasferirvi in una città che appare ostile e sconosciuta?
Siamo nel secondo decennio del '900 e Wilfred, contadino orgoglioso delle proprie radici anche se non stupido, è irremovibile: non può accettare una proposta del genere. Presto il modo più semplice per mettere fine al diverbio che sta intaccando il proprio matrimonio (nonché, a parer suo, il proprio futuro e quello del figlio) diventa chiaro: la moglie deve sparire.
Ma convivere con le mani sporche di sangue e il senso di colpa di aver coinvolto e forse rovinato per sempre anche un ragazzino di soli quattordici anni, rendendolo complice dell'omicidio della madre, non è facile. Può portare alla pazzia, ad allucinazioni e notti insonni.
Ma forse, in fondo in fondo, non si tratta solo di allucinazioni.


Maxicamionista
Cosa fareste se al ritorno da un viaggio tranquillo veniste assaliti da uno sconosciuto energumeno, picchiati, derubati, violentati e poi, dopo essere stati percossi a sufficienza da far pensare al vostro aguzzino di avervi ormai ammazzato, gettati in un fossato?
Tess è ormai sulla quarantina e di professione fa la scrittrice. Al ritorno da una conferenza incontra un uomo il quale, dopo essersi offerto di ripararle l'automobile con una gomma a terra, la malmena, la stupra, la strangola e si disfa del corpo. Per sua sfortuna lei non è morta.
Inizia così nella donna un percorso interiore di trasformazione fatto di paura, vergogna e odio, che la porterà a scoprire che il giorno di quella violenza la vecchia sè stessa è morta. Ora in lei c'è una Tess nuova, una donna fredda e spietata, piena di rancore, alla quale non basta denunciare l'accaduto alla polizia; una donna che vuole farsi giustizia da sola per avere la soddisfazione di regolare i conti in prima persona.


La giusta estensione
Cosa fareste se a nemmeno metà della vostra vita vi fosse diagnosticato un cancro incurabile e un giorno trovaste per strada uno strano vagabondo che vi promette di potervi allungare la vita in cambio di... qualcosa?
E' quello che succede a Streeter, che ha ormai di fronte a sè solo sei mesi di vita, che si prospettano come un inferno di dolore. Sposato e padre di due figli, si è rassegnato al suo destino, quando incontra un tipo bizzarro che si offre di vendergli un' "estensione di vita". Cè un prezzo da pagare però, e non sono solo i soldi, bensì la rovina di una persona a discrezione del protagonista, con la condizione che la conosca bene.
La diffidenza iniziale presto si trasforma in curiosità e in fin dei conti perché non provare?


Un bel matrimonio
Cosa fareste se un giorno scopriste che la persona con cui siete sposati da trent'anni è in realtà un serial killer?
Darcy e Bob hanno condiviso anni di felice vita coniugale, finché una sera lei non si imbatte in prove inconfutabili della colpevolezza del marito in merito a una serie di omicidi avvenuti nel corso degli anni.
Ce fare? Far finta di niente per tutelare i figli? Denunciare tutto alla polizia? Il marito non è in casa e la donna, sconvolta, si trova con addosso un macigno troppo pesante da sostenere: la rivelazione di aver condiviso la vita con un assassino psicopatico che, forse, un giorno potrebbe decidere di essersi stufato anche di lei.


Ho cominciato le quattro trame con quattro domande, e non a caso. I racconti infatti parlano tutti di scelte: scelte sbagliate, scelte giuste, scelte pericolose, scelte egoistiche e scelte sofferte.
I protagonisti si trovano tutti in un vicolo cieco, con le spalle al muro. E' il momento di fare una scelta o di scivolare nell'inferno. A volte la scelta peggiora le cose, più spesso, nei racconti come nella nostra vita, le cose peggio di così non possono andare, o almeno a noi sembra così.
Ma scegliere è difficile, e c'è sempre una pare di noi che vorrebbe rintanarsi al calduccio in un angolo accogliente e dire "fate voi". Farsi guidare come un gregge di pecore è più semplice che prendersi la responsabilità delle proprie azioni, ma talvolta è doveroso agire. E noi, abituati ad avere accanto un metaforico cane-guida, non ci sappiamo autogestirci, e una scelta importante diventa un salto nel vuoto senza paracadute.
con conseguenze spesso disastrose.
In questo libro ritorna l'abilità del Re nei racconti brevi, con personaggi incisivi e mai tratteggiati approssimativamente. Tornano ancora una volta i personaggi femminili tipici dell'autore, donne mature e sicure di sè (leggendo King mi sono fatto un'idea di come debba essere sua moglie).
Il ritmo è incalzante. L'antologia si apre con un racconto che ha un pizzico di paranormale, parte lento e si sviluppa in crescendo, poi ci propone un secondo brano in puro stile thriller, di tensione dall'inizio alla fine, un terzo pezzo breve, egoistico, con un intervento paranormale fondamentale ma non invasivo, e si chiude con uno spettacolare racconto che si svolge praticamente tutto all'interno della mente umana, quasi privo di azione, fatto di bugie e verità nascoste.
Dire che ho divorato questo libro è dire poco. E' una piccola perla che parla dei lati oscuri delle persone, di cosa è in grado di fare un uomo (o una donna) se messo con le spalle al muro. C'è chi scivola nell'egoismo, chi nell'amore, chi nella rabbia e nell'odio, chi si aggrappa ai ricordi.
Ma alla fine c'è sempre, dentro ognuno di noi, un oscuro Mestatore che se ne sta sempre in agguato, a rimescolare i nostri sentimenti e a sguazzare nel torbido, pronto a darci la spintarella necessaria per afferrare un coltello o una pistola e farla finita con quell'individuo che ci rovina la vita e l'umore.
Al confronto il Diavolo tentatore è ben poca cosa: se ci ha mai tentato ha smesso di farlo da tempo. Non ne ha bisogno.
E' nella notte buia dell'animo umano, quando anche l'ultima stella si è spenta, che si risvegliano la vera malvagità e la vera perversione.
Non centrano nè Dio nè il Diavolo, noi esseri umani siamo marci per conto nostro.
E' per questo che facciamo più paura noi di loro.

Cani di piccola taglia

Piccoli così, che problemi potranno mai dare?

I cani di piccola taglia sono sempre più popolari: non ci si vuole privare della compagnia di un cane, ma lo spazio e i soldi sono quello che sono.
Troppo spesso però si prende sottogamba la faccenda, pensando che un animale così piccolo non sia un grande impegno e non possa creare problemi.
Quindi, oggi vi dico la mia sui cani di piccole dimensioni, partendo dai pro e contro.
Pro
Di sicuro un cane piccolo è meno dispendioso per quanto riguarda il cibo e determinate vaccinazioni (che vanno a peso). E' più facile da trasportare in caso di viaggio e se tira al guinzaglio non vi trascinerà per terra. Infine è più facile che venga accettato in condominio, nei locali pubblici e nei luoghi di villeggiatura.
Contro
Molte razze di piccole dimensioni sono estremamente delicate (non tutte, ma molte). Vanno maneggiati con delicatezza e la loro alimentazione e salute vanno seguite scrupolosamente. Gli aumenti anche di un chilo o due non sono assolutamente da prendere sottogamba, viste le loro dimensioni sono sufficienti a provocare problemi cardiaci e ossei.
Proprio per il fatto che occupano poco spazio molta gente si improvvisa allevatore, mettendo sul mercato cuccioli non conformi agli standard e facendoli pagare fior di quattrini. Attenzione a cosa comprate e soprattutto da chi comprate (MAI in un negozio di animali!).
Oltre a questo, è più difficile, con un cane piccolo, entrare nella mentalità che anche se appare fragile e delicato, ha bisogno di un capobranco tanto quanto un mastino di cinquanta chili. Di conseguenza, può risultare più difficile (per noi, mica per loro) comprendere che necessitano anche loro di una ferma educazione.

E' da sfatare il mito che i cani piccoli abbaino un sacco. Alcune razze sono più inclini di altre, in quanto originariamente si trattava di razze da lavoro selezionate per la guardia (come ad esempio il Pinscher). Ma il più delle volte l'abbaiare continuo e spaccamaroni è la conseguenza dell'energia repressa che il cane non sfoga perché non gli viene fatto fare sufficiente esercizio fisico.
Oppure si tratta di cani non educati che si considerano capobranco e difendono il territorio. Più spesso entrambe le cose.
Educare un cane e mantenerlo in un ruolo gerarchico di sottomissione non è fargli violenza, né renderlo infelice. E' nella loro natura avere una struttura gerarchica, e un cane sottomesso è un cane rilassato, in quanto non ha l'apprensione costante di dover difendere ciò che considera di sua proprietà (casa, oggetti, persone).
Questo non vuol dire che non vi difenderà o non farà la guardia, anzi, un gregario darebbe la vita per il proprio capobranco. Ma non tirerà al guinzaglio, devasterà la casa, mostrerà aggressività o abbaierà ad ogni mosca che vola.

La cosa che più viene sottovalutata, quando si sceglie di portare a casa un cane di piccole dimensioni, è il suo bisogno di movimento. Lo si considera piccolo, e quindi si pensa che non ne abbia bisogno, o che il giardino di casa sia sufficiente.
Niente di più sbagliato. Per quanto carino possa essere è pur sempre un cane: è fatto per camminare, fiutare, interagire con voi e con l'ambiente circostante.
Alcune razze sono più sedentarie, altre più attive.
Per facilitarvi la scelta (e per rendere questo post decisamente meno lungo e più immediato), vi propongo questa tabellina, che include più di trenta razze diverse, dai due agli undici chili di peso.

Fateci un bel click sopra per ingrandirla
Aggiungo che l'esercizio fisico quotidiano è quello che esula dal giardino o dalle quattro mura di casa. In altre parole, la passeggiata. E il tempo indicato è il minimo indispensabile da dedicare al cane ogni giorno per avere un esemplare soddisfatto ed equilibrato. Non è necessario farlo in una volta sola, si può "spezzare" in due o tre passeggiate, a patto che non lo si porti fuori venti volte per cinque minuti: al ritorno della passeggiata, il cane deve essere stanco. Non distrutto e barcollante, ovvio, ma stanco abbastanza per mettersi a dormire.

Oltre alla passeggiata, ricordatevelo, un cane ha anche bisogno di interagire con voi, di giocare, di essere stimolato.

Come potete vedere, nella tabella, oltre a mancare diverse razze e varietà (cani che possono essere a pelo lungo, corto, riccio eccetera), non sono presenti i "toy", ad eccezione del barboncino.
Questo perché, non mi stancherò mai di ripeterlo, i cosiddetti cani "toy" o "miniature" o "teacup", non sono ufficialmente riconosciuti. L'unico è appunto il barboncino toy.
Se cercano di rifilarvi un Chihuahua, Pinscher, Yorkshire e così via dicendo che sono "toy", o sono stupidi o stanno cercando di fregarvi. Si tratta di esemplai affetti da rachitismo e nanismo, selezionati (ma più spesso nati per sbaglio) per essere minuscoli e venire incontro alle tendenze modaiole che pretendono cani sempre più piccoli. Non possono avere il pedigree e spesso vanno incontro a gravi problemi di salute.
La dicitura "toy" viene dalla classificazione FCI, dove in lingua inglese il gruppo "cani da compagnia" è detto "toy". Quindi, un qualsiasi cane facente parte del gruppo è un "toy", così come un qualsiasi Boxer è un "molosso".
Non acquistate cani toy: spendete soldi per niente e contribuite a peggiorare la genetica della razza, soprattutto se li fate accoppiare (anche se spesso questi esemplari muoiono di parto). Insomma, fate danni al vostro portafoglio e al futuro di quella razza che vi piace tanto.

Infine, inutile dire che questa tabella è riassuntiva, è fondamentale anche informarsi su quanto un cane sia propenso all'addestramento (anche se un esercizio fisico adeguato è il primo importantissimo passo verso un'educazione corretta e un carattere equilibrato), sul bisogno di toelettatura e sulle sue inclinazioni naturali. Terrier e Bassotti hanno un lato testardo, Shiba Inu e Basenji sono difficili da addestrare, Chihuahua e Pinscher sono territoriali, Carlino e Bouledogue sono golosi e ingrassano in fretta e così via.
Informarsi bene è il punto di partenza per una scelta felice.

E se in fin dei conti non vi importa molto circa l'aspetto del vostro cane o non cercate predisposizioni particolari, prendete in considerazione l'adozione da canile. Saranno soldi risparmiati per voi (un cucciolo di razza con pedigree costa dai 700€ in su) e farete una buona azione.

Concludo riportandovi la lista delle razze che ho preso in considerazione, con i link a quelle che ho già approfondito (per chi fosse interessato a una razza, basta mandarmi un messaggio su faccialibro o commentare qui sotto e, se ho conoscenze dirette di allevatori o proprietari della suddetta, farò un articolo):
  • Affenpinscher
  • Barboncino
  • Barboncino toy
  • Basenji
  • Bassotto
  • Bichon frisè
  • Bolognese
  • Boston Terrier
  • Bouledogue
  • Carlino
  • Cavalier king charles spaniel
  • Chihuahua
  • Cinese crested dog
  • Cirneco dell'Etna
  • Epagneul Papillon
  • Griffoncino belga
  • Jack Russel Terrier
  • Lhasa Apso
  • Maltese
  • Norfolk Terrier
  • Norwich terrier
  • Pechinese
  • Piccolo levriero italiano
  • Pinscher nano
  • Schanuzer nano
  • Schipperke
  • Scottish terrier
  • Shiba Inu
  • Shih Tzu
  • Volpino di pomerania
  • Volpino italiano
  • Welsh Corgi pembroke
  • West highland white terrier
  • Yorkshire Terrier

Medaglioni di riso

Perché non si deve buttare via nulla, mai

Non so voi, ma io non riesco mai a calcolare le dosi, quando faccio il risotto, e ne preparo per un esercito. C'è chi die che il giorno dopo il risotto è ancora più buono, ma sinceramente uno a mangiar riso per tre giorni dopo un po' si stufa (e assicuro che con le porzioni sballate che faccio io ci si mangia per una settimana).
Quindi, mi resta sempre il dilemma di enormi quantità di risotto avanzato, del quale dopo un po' nessuno ne vuole più sapere nulla.
Ma buttare il cibo, in casa mia, non esiste.
In genere con il riso avanzato si fanno i supplì. Che sono ottimi, per carità, ma vanno strafritti. Non è facile evitare che vengano unti e comunque non è una goduria per il fegato.
I supplì si possono fare anche al forno, certo, ma tra il prepararli, preparare la teglia, scaldare il forno e cuocere, tanto vale mettersi a spignattare una cena da zero.
E allora, vi propongo questa ricetta semplicissima (sapete che amo le cose a prova di scimmia), veloce e relativamente leggera.

Vi servono:
  • riso/risotto avanzato (ovviamente)
  • un uovo
  • pangrattato
Togliete il riso dal frigorifero (suppongo che lo abbiate conservato lì, visto che partiamo dal presupposto che siano avanzi), mettetelo in una ciotola insieme all'uovo e mescolate bene. Quando sarà perfettamente amalgamato, aggiungete un cucchiaio di pangrattato e mescolate ancora. Continuate ad aggiungerne finché non otterrete un impasto malleabile, che non si squaglia nè si sbriciola.
Se sbagliate qualcosa e l'impasto viene troppo secco, aggiungete un goccio di latte (pochissimo, altrimenti tornerà troppo liquido e dovrete aggiungere ancora pangrattato).
A piacere potete arricchire con altri ingredienti, ad esempio sostituendo il latte con sugo di pomodoro. Se aggiungete il formaggio, non mettetelo a dadini dell'impasto: in cottura si spappolerà tutto. Fate in modo che sia al centro della"polpetta" e che resti poi all'interno del medaglione.
Versate un filo d'olio in una padella antiaderente e mettete a scaldare a fuoco basso.
Cominciate a fare con l'impasto delle pallette grandi come palline da ping-pong, avendo cura di strizzare bene l'impasto in modo che restino compatte, quindi schiacciatele delicatamente in modo da formare dei dischetti.
Mettete i dischetti nella padella e cuoceteli a fuoco basso, girandoli spesso, finché non si sarà formata una crosticina e non avranno un bel colore dorato (o anche un po' più scuro). Man mano che sono pronti, metteteli in un piatto coperto di carta da cucina e andate avanti con i successivi.
E' importante tenere il fuoco basso, mi raccomando, altrimenti l'uovo all'interno dei medaglioni resterà crudo, il riso freddo e nel caso aveste aggiunto il formaggio, non si scioglierà.
Se dopo un po' la padella fosse totalmente asciutta, aggiungete un po' di olio. Sempre poco.
Tutto qui. Come detto, è semplicissimo, a patto che siate disposti ad impiastricciarvi le mani. Se vi capiterà l'occasione provate, con ricette così facili tentar non nuoce.

Uzumaki

Una piccola perla da incubo

Lo so, ho fatto qualche giorno di assenza causa vita sociale (non è negativo per me ma per il blog si).
Stasera vi parlo di un maga che mi ha consigliato la mia ragazza e che ho approcciato in modo abbastanza scettico: Uzumaki, di Junji Ito, datato 1998.
In Italia è inedito, ma sono usciti i DVD dell'anime.
Ho scoperto solo dopo che avevo letto altro dell'autore (in Italia è stato pubblicato Tomie, un volume unico targato Hazard Edizioni), che è considerato uno dei maestri dell'horror giapponese, e che ha prodotto già un bel po' di roba, anche se di qualità altalenante.

Per quanto Uzumaki, cominciamo con il dire che la trama è bizzarra e intrigante.
Cercherò di farvi un riassunto, anche se mi sarà davvero difficile riuscire a trasmettervi l'essenza grottesca dell'opera.
La protagonista vive nella piccola cittadina giapponese di Kurozu-Cho, un posto isolato tra le montagne e costruito sulla base di un antico villaggio, del quale sono rimasti in piedi pochi edifici, ormai in rovina.
Un giorno la ragazza incontra quello che riconosce essere il padre del fidanzato, accucciato in un vicolo e intento a fissare il guscio di una chiocciola. nonostante i tentativi di conversazione, l'uomo non le risponde.
Poco più tardi apprenderà dal figlio che effettivamente suo padre è un po' che si comporta in modo strano: ha infatti sviluppato una bizzarra ossessione per tutto ciò che richiama, tramite il movimento o la forma, una spirale. Ha addirittura smesso di andare al lavoro e passa la giornata a collezionare ed osservare oggetti spiraliformi.
Il ragazzo la mette anche in guardia, dicendole che la città è "contaminata dalle spirali", ed è necessario andarsene il più presto possibile.
Non passa molto tempo prima che il padre di lui muoia in circostanze grottesche e misteriose.
Da questo primo decesso inizieranno una serie di sparizioni, mutazioni e morti assurde. Il fulcro di tutto torna ad essere la spirale, questa forma che avvelena, ipnotizza, porta le persone alla pazzia, in un apocalittico crescendo.
Il manga parte con episodi autoconclusivi, ma pian piano assume una forma propria e tutto confluisce in una trama che, per quanto allucinata, ha un senso.
Grazie alla formula episodica e alla brevità (tre volumi in tutto), riesce ad affascinare, stuzzicare costantemente la curiosità del lettore (e il suo gusto del macabro) e a non essere pesante. L'autore avrebbe potuto continuare all'infinito, ma ha avuto il buon gusto di non strafare, mantenendo così un ritmo in crescendo che trascina il lettore fino all'apocalittico finale.
Finale che, se qualcuno avesse davvero capito, mi faccia la cortesia di spiegarmi, perché mi ha lasciato perplesso e un po' confuso. Si, è uno di quei fumetti nei quali alla fine ti chiedi "che cazzo è successo?"; una grossa pecca purtroppo tipica di una buona fetta della produzione horror nipponica e non.

Il disegno all'inizio mi ha lasciato perplesso. nonostante l'opera infatti sia datata 1998-99, lo stile sembra uscito dalla produzione degli anni '70/'80.
Ad un esame più attento e con il proseguire della storia però ho avuto modo di apprezzarlo. L'autore ha un tratto ricchissimo di dettagli e tratteggio il quale, unito ad un'impostazione della tavola studiato e al taglio quasi cinematografico di molte vignette, crea un'atmosfera appropriata e contribuisce a mantenere il ritmo.
Questo tipo di disegno dettagliato, unito alla trama macabra, crea un manga grottesco e a tratti disturbante. Non ci sono scene eccessivamente splatter con budella che volano a destra e a sinistra, ma è ricco di deformità al limite della perversione, che per certi versi mi hanno ricordato le mostruosità descritte nei racconti di Lovecraft.
Altra nota positiva (almeno per me): il manga è totalmente privo di fanservice erotico. Sarebbe stato fin tropo facile, in una storia dove ci sono delle liceali in gonna e dei turbini di vento, piazzare inquadrature di mutandine a raffica. E invece niente. Bravo Ito, bravo.

Quello che invece mi ha lasciato davvero deluso sono i personaggi e le reazioni umane. Partiamo da queste ultime.
In questa cittadina sta succedendo di tutto, gente che muore, che gira su se stessa, zombie, persone a cui crescono bubboni e altre appendici sul corpo... e il resto dei personaggi che fa? Niente. non allertano la polizia, la guardia nazionale, non arriva nessuno a studiare questi fenomeni assurdi. Tutti se ne fregano e ogni capitolo inizia come se non fosse mai successo nulla.
I personaggi, soprattutto la protagonista, sono irritanti. Non c'è nessun processo di crescita personale. Lei è completamente svampita, e nonostante abbia il moroso che la metta in guardia ogni volta, nonostante abbia visto ogni sorta di mostruosità, nonostante sappia benissimo che le spirali sono l'incarnazione del male... ogni volta casca dal pero.
Ogni volta che lui le dice "stai lontano da quella persona" lei se la prende pure, rispondendo "non ti permettere di giudicare così i miei amici!".
Ogni volta che lui fugge urlando da un posto, lei pensa "oh, ma guarda un po', si comporta in modo sempre più strano". Imbecille.
quel ragazzo è un santo, meriterebbe un monumento solo per non averla mai presa a ceffoni.

Io vi consiglio di provarlo. Prendetevi un po' di tempo per abituarvi ai disegni e cercate di ignorare la protagonista imbecille, l'opera in sè merita.
Se poi siete degli amanti dell'horror, del grottesco, del paranormale, del macabro o dell'inquietante, non potete farvelo scappare.

Black Cat Pub

"English" e "good food" sono un ossimoro, ma in questo caso è la verità

Nuova categoria nel blog! Non ce n'era bisogno ma oh, pazienza, il blog è mio e ci scrivo quello che mi pare.
Date quindi il benvenuto, con questo post, alla categoria "locali", che includerà pub, ristoranti, negozi... insomma, posti dove andare a sprecare tempo e soldi.

Qualche giorno fa ho avuto modo di tornare al Black Cat (nome oltretutto più che appropriato per questo blog), un pub in puro stile inglese al lido di Jesolo.
Ci ero stato solo un'altra volta, qualche anno fa, mi aveva fatto un'ottima impressione ma non avevo più avuto modo di tornarci.
Si tratta di un posticino a due passi da piazza Mazzini (dove si trovano i più famosi Gasoline e Capannina Beach), ma è di dimensioni decisamente più modeste ed accogliente. Ci sono posti a sedere sia all'interno che all'esterno, per fumare una sigaretta e per non morire di caldo, è possibile sedersi anche lungo il bancone, ma resta pur sempre un locale abbastanza piccolo e tranquillo.
Aperto dal 1971, è il secondo pub per anzianità in Italia ed è conosciuto anche nel Regno Unito.
La musica diffusa, la varietà del menù e le dimensioni rendono il target del Black Cat diverso da molti altri locali di Jesolo: in estate la clientela è varia e poco chiassosa, e va dal gruppetto di ragazzi e ragazze fighetti agli amanti della birra, dai turisti alle famiglie con bambini.
Se non volete infilarvi in un locale pieno solo di truzzetti con musica techno o house a palla, è il posto ideale.

Come già detto, il menù è vario: oltre ai classici piatti da pub (bruschette, piadine, toast, club sandwiches), abbiamo a disposizione carne ai ferri, un discreto assortimento di primi, insalate e fritti.
I prezzi? Buoni, considerando che è un locale in centro a Jesolo e in genere in linea con quelli di tanti altri pub. Quindi, intorno ai 3€ per un toast e ai 3,50-4€ per un fritto. Dando un'occhiata ai piatti degli altri tavoli, le porzioni sono ragionevoli.
I dolci serviti sono fatti in casa e davvero buoni (se capitate nell'orario giusto, potete gustarveli in stile british insieme al tè, anche questo offerto in diverse varietà).
Per quanto riguarda il beveraggio, hanno a disposizione una buona varietà di birre, sempre ad un prezzo nella media, oltre alla possibilità di ordinare lo "shuttle" per quanto riguarda le birre alla spina (per chi non lo sapesse, si tratta di un contenitore da tre litri e mezzo di birra che viene portato in tavola e dal quale ognuno si spina da sè man mano quanta birra vuole), cosa che non si trova dappertutto.
Hanno anche un'ottima varietà di amari e liquori assortiti, per chi ama bere del buon rum, whiskey o brandy.
I cocktails me li ricordavo ottimi e abbondanti, e non sono stato deluso. Rispetto a molti locali, hanno davvero un buon assortimento di cocktails, che includono quelli classici, quelli meno noti (fanno un ottimo Grasshopper), ad altri tipici del locale.
A seconda della scelta, il prezzo si aggira intorno ai 6€: anche qui, nella norma.
Oltretutto, quei 6€ valgono la pena di essere spesi, visto che i cocktail, sia alcolici che analcolici, sono preparati bene (ve lo dico io che ho fatto il barman e per queste cose sono davvero pignolo), oltre che splendidamente decorati con frutta e fiori freschi: anche l'occhio vuole la sua parte.

Il personale è disponibile e cortese, l'unica nota negativa che mi sento di fare è il servizio forse un po' lento (ma ci siamo anche capitati in una serata di pienone), e il fatto che aggiungano il coperto (1€ a testa, cosa che in un pub di solito non c'è).

Ma in conclusione è un posto dove trascorrere una bella serata in compagnia, dove fermarsi a pranzare o a gustarsi il tè pomeridiano, visto che è aperto dalle 9.30 di mattina fino alle 2.00 di notte.
Fateci un pensierino!

Black Cat Pub
Apertura: dal 20 aprile al 30 settembre
Orario: 9.30-2.00
Indirizzo: Via S. Trentin 40, 30016 Jesolo (VE)
Telefono: 0421 372014

Pasta di zucchero (fondant)

Mi sento molto gaio a proporvi un post del genere, ma pazienza

Avete presente tutti quei pupazzettini commestibili che si trovano in pasticceria?
O i fiorellini sulle torte e tutte quelle decorazioni idiote e meravigliose?
Ecco, sono fatte con la pasta di zucchero, o "fondant".
Si trova in commercio nei negozi specializzati, ma visto il costo e la difficile reperibilità (soprattutto se vivete in provincia e non in una grande città dove si trova di tutto), è molto più comodo farla in casa.
La potete usare sia per creare piccole e grandi decorazioni che per ricoprire intere torte e dare loro un aspetto liscio e "professionale", oltre che per mascherarne i difetti. Se in cottura sono venute scrause, la superficie si è ricoperta di crepe e cose simili, basta rivestirle in pasta di zucchero e saranno perfette.

Procuratevi:
  • 500 grammi di zucchero a velo
  • 5 grammi di colla di pesce (la trovate in qualsiasi supermercato, in fogli; i vegani possono sostituirla con l'agar agar, un addensante vegetale)
  • 30 grammi di acqua
  • 50 grammi di glucosio o miele di acacia
Facoltativo
10 grammi di glicerina (rende la pasta molto morbida e lavorabile)
Prima di iniziare, vi raccomando di usare lo zucchero a velo in commercio e non raffinarlo in casa (frullando lo zucchero extrafino ad alta velocità). Quello che trovate al supermercato infatti contiene amido di mais, indispensabile per la buona riuscita della pasta di zucchero.
Mettete in ammollo la colla di pesce in acqua molto fredda, nel frattempo scaldate l'acqua e il glucosio (o il miele) in un pentolino basso, o meglio in una ciotolina nel microonde, avendo cura di non farlo bollire. Mi raccomando, usate un contenitore piccolo, altrimenti versarlo poi sarà un incubo, visto che appiccica da morire.
Strizzate la colla di pesce e aggiungetela allo sciroppo appena ottenuto, mescolando bene finché non si sarà perfettamente amalgamata.
Setacciate lo zucchero a velo in una ciotola e aggiungete lo sciroppo (e, se volete una pasta molto morbida, la glicerina), quindi impastate a mano finché non otterrete un panetto. Io consiglio di spolverarsi le mani con lo zucchero a velo, questa roba appiccica come la pasta dei mochi (e ho già detto quanto quelle carognette siano rognose).
Spolverate un piano di lavoro con abbondante zucchero a velo, trasferite l'impasto lì sopra e continuate a lavorarlo finché non sarà più appiccicoso. Se dovesse essere troppo molliccio aggiungete zucchero a velo, se invece presenta dei grumetti ed è troppo compatto, versate qualche goccia di acqua (poca!).
Quando la pasta avrà la consistenza voluta potete colorarla o lasciarla bianca, poi avvolgetela in una pellicola  e lasciatela riposare in frigorifero un'oretta prima di utilizzarla.

COLORARE LA PASTA DI ZUCCHERO
Consiglio di utilizzare i coloranti alimentari in gel, si amalgamano meglio di quelli in polvere (anche se questi ultimi danno colori più decisi impiegando quantità minori), e non alterano la consistenza dell'impasto come quelli liquidi.
Se volete fare delle prove, prendete giallo, rosso e blu: vi basteranno per creare tutta una gamma di colori. Se non trovate il marrone, potete provare con la polvere di cacao.
Tagliate un pezzetto di pasta da colorare, fateci una piccola conchetta e mettete poco colorante (meno di mezzo cucchiaino). Ripiegate la pasta su se stessa in modo da non colorarvi troppo le mani, e impastate finché il colore non sarà perfettamente assorbito. Solo ora, se volete una tonalità più carica, aggiungete ancora colore e reimpastate.
Continuate fino ad ottenere la tinta che i sconfinfera.

CONSERVARE LA PASTA DI ZUCCHERO
Questo preparato si conserva a lungo, arriva tranquillamente a un mese e oltre.
Avvolgete i panetti nella pellicola da cucina e riponeteli in un contenitore a chiusura ermetica per alimenti. Piazzatelo in frigo, possibilmente nel ripiano più alto (ovvero quello meno freddo).

Questo è tutto, cominciate a sbizzarrirvi liberamente nel decorare cupcakes, torte e dolcetti vari, oppure a creare mostriciattoli con la vostra pasta di zucchero!

In caso di sbornia

Bere senza sembrare lobotomizzati la mattina dopo è possibile, con qualche accorgimento

Ed eccomi di nuovo qui! Come state? spero di esservi mancato almeno un pochino, anche se vedo che comunque continuate a visitare in massa questo stupido blog nonostante la mia assenza.
Riapro con un argomento con il quale mi sono scontrato parecchie volte e che ancora mi dà qualche grattacapo di tanto in tanto: come evitare di ridursi a zombie quando di beve troppo. I rimedi doposbornia insomma.
C'è ancora un bel pezzetto di estate da passare, e tra feste in spiaggia, festicciole private e vagabondaggi urbani per osterie e pub alzare il gomito è fin troppo facile.
Moralismi a parte (della serie "se non vuoi star male, non bere così tanto"), quasi tutti sanno che tra amici spesso un bicchiere tira l'altro e si passa da brilli a totalmente sbronzi senza accorgersene finché non è troppo tardi.
Comincio con il dire che l'alcol ha effetti diversi a seconda di età, sesso, peso e abitudine. Il fegato di un neofita lavora più lentamente le tossine dell'alcol, e questa persona si ubriacherà prima. Uno abituato a bere regolarmente avrà meno problemi. Infine, uno che ha sempre bevuto avrà il fegato che ha sorpassato il limite di sopportazione e non riesce più a metabolizzare nulla: è quello che avrà le conseguenze peggiori.
In genere il peso corporeo influisce parecchio: maggiore è il peso, più alcol si riesce a ingerire senza grosse conseguenze.
Infine, anche il sesso incide molto. Come mai le donne in media reggono meno l'alcol? Non perché siano elle fighette, ma perché l'organismo femminile elabora l'alcol in modo più completo e veloce, sparandolo immediatamente in circolo, mentre quello maschile ne espelle di più senza metabolizzarlo completamente.

Detto questo: avete in programma di passare una serata a bere come se non esistesse un domani? O comunque di alzare il gomito?
Ci sono tutta una serie di provvedimenti pre e post sbronza che potete prendere per non patire le pene dell'inferno e rimettervi in piedi relativamente in fretta.

PRIMA DI BERE
Mangiare carne e carboidrati
Concedetevi una cena a base di carne rossa e abbondanti carboidrati, preferibilmente pane. Entrambi preparano lo stomaco ad affrontare meglio l'alcol in arrivo. I carboidrati hanno un effetto "spugna" e sono in grado di alleviare gli effetti dell'alcol (ma non fanno miracoli).
Bere acqua
Il bere acqua ve lo ripeterò spesso. Berne prima contribuisce a diminuire le quantità di alcol ingerito e ad andare in bagno prima, quindi ad eliminare parte di quello che berrete prima che possa fare tropi danni.

MENTRE SI BEVE
Non mescolare gli alcolici
E' la regola d'oro. Ci sono alcuni alcolici che non vanno mai bevuti nella stessa serata, come ad esempio vino e birra, o birra e superalcolici. L'unico abbinamento che non fa poi troppo male è il whiskey dopo la birra (mi raccomando, dopo).
Se siete in giro a bere cocktails, sceglietevi un ingrediente principale e andate con quello (ad esempio, preferite solo cocktails a base di rum, o vodka, o gin). Molto spesso c'è più di un ingrediente alcolico, ma se fate attenzione che quello presente in maggiore quantità sia sempre lo stesso, minimizzerete i danni.
Continuare a bere acqua
L'ideale sarebbe bere un quantitativo di acqua pari a quello di alcol. Serve a mantenere un equilibrio semi decente all'interno dello stomaco, a farvi andare in bagno più spesso (quindi a smaltire più in fretta), a diminuire la quantità di alcol che il vostro stomaco è in grado di contenere, e a mantenere l'organismo idratato (uno dei grossi problemi del bere è appunto la disidratazione).
Fare esercizio fisico
Camminare, ballare, insomma, muoversi, aiuta molto. Oltre a tenervi sveglio il cervello, vi fa smaltire le tossine attraverso il sudore.
Coprirsi
Bere troppo provoca vasodilatazione. Il calore corporeo si disperde più in fretta e causa ipotermia. Quindi, anche se state sudando, non mettetevi in mutande.

PRIMA DI ANDARE A LETTO
Bere acqua (si, ancora)
Durante il sonno il fegato sarà impegnato a smaltire l'alcol e il vostro corpo si disidraterà in fretta. Ricaricandovi di acqua avrete meno possibilità di svegliarvi con un mal di testa atroce e con la lingua ridotta a un tapiro morto.
Mangiare
Non mangiate troppo, ma fatelo. Se vi sentite lo stomaco a posto, comunque mangiucchiate un pezzo di pane o di pizza. Se avete una leggera nausea preferite invece un cibo oleoso (patatine e cose simili). Spesso infatti la nausea è provocata dal vapore dell'alcol che, dal vostro stomaco, sale verso la trachea e la bocca, facendo scattare il vomito. L'olio contenuto ad esempio nelle patatine è più leggero dell'alcol, vi galleggia sopra e forma una patina che impedisce ai vapori di salire. Vi permetterà di dormire meglio. Un panino con il miele è l'ideale (degli effetti del miele vi parlerò tra poco). In ogni caso, evitate le proteine.
Coprirsi
Resistete alla tentazione di stramazzare sul letto mezzi nudi, e rileggetevi quanto già detto sulla vasodilatazione provocata dall'alcol.

IL MATTINO DOPO
Fare colazione con frutta, succhi di frutta e miele
Oltre a reidratare il vostro organismo, apporterete zuccheri semplici (fruttosio), che sono facili da scomporre e da assimilare. L'organismo è a corto di questi elementi, li ha usati per disintossicarvi dall'alcol. Il miele poi contiene un tasso di fruttosio altissimo, aiuta a recuperare liquidi e accelera il metabolismo. Un paio di cucchiai sono una mano santa.
Niente caffè o coca cola
Evitate queste sostanze: molti dicono che fanno bene. In realtà possono attenuare il mal di testa, ma stimolano la produzione di succhi gastrici, irritando così lo stomaco e provocando nausea e acidità. Inoltre stimolano ad andare in bagno, aggravando ancora di più la disidratazione.
Niente medicinali
Aspirina e cose simili vengono spesso consigliati. A volte funzionano, più spesso si limitano ad irritare ancora di più lo stomaco e basta o al contrario peggiorano la situazione. Non tentate la fortuna ed evitateli.
Il "richiamino"
Questo mi sento di consigliarlo solo ai bevitori accaniti. Il popolino dice che il malessere del giorno dopo deriva anche dal fatto che l'alcol crea dipendenza e il corpo è "in astinenza". Quindi, bere un bicchierino dello stesso alcolico con cui ci si è ubriacati rimette le cose a posto. A parer mio va bene solo per chi appunto beve (e si sbronza) di frequente. A me bere piace, ma mi sbronzo saltuariamente (penso non più di tre o quattro volte all'anno), e questo "rimedio", provato un paio di volte, mi ha solo fatto star peggio. Ma pare che con qualcuno funzioni.
Fate esercizio fisico
Se ve ne sentite in grado, uscite a fare due passi, soprattutto se fuori c'è il sole. Ovvio, non sotto il sole di mezzogiorno eh. Il sole sviluppa endorfine, riattiva il cervello e l'esercizio fa smaltire i postumi più in fretta. Smetterete di sembrare degli zombie con qualche ora di anticipo.

IN CASO DI EMERGENZA
Se proprio avete esagerato, fatevi pochi scrupoli e vomitate. non è elegante, ma vi farà bene. Se l'idea di ficcarvi due dita in gola per accelerare il processo vi disgusta, fatevi preparare un caffè "corretto" con un cucchiaino di sale o di limone.
Effetto garantito.

CIBI UTILI
Banana
Il magnesio riporta i vasi sanguigni alla normalità, potassio e vitamina B6 (entrambi combattono alla grande i sintomi dopo sbornia), e ha effetto antiacido. Il vostro stomaco ringrazierà.
Bicarbonato di sodio
Diminuisce l'acidità di stomaco, principale causa della nausea del giorno dopo.
Estratto di carciofo e cardo mariano
Contengono silimarina (soprattutto il cardo), sostanza in grado di combattere le tossine presenti nel fegato, proteggerlo e depurare l'organismo.
Ketchup o succo di pomodoro
Stimolano il sistema immunitario e facilitano l'eliminazione delle tossine, grazie al licopene (più concentrato nel ketchup).
Latte
Contiene cisteina, che contrasta gli effetti dell'acetaldeide (sostanza prodotta dal nostro metabolismo nello scomporre l'alcol e che provoca malessere).
Miele
Come già detto, è ricchissimo di fruttosio e contribuisce a smaltire l'alcol il 25% più in fretta.
Olio extravergine d'oliva
Ripulisce fegato e cistifellea dalle tossine.
Succo d'arancia
Raddoppia la velocità con cui il fegato smaltisce l'alcol.
Tuorlo d'uovo (crudo)
Contiene cisteina in quantità maggiori rispetto al latte, è più digeribile e pertanto più consigliabile.

Ricettine varie che aiutano sempre
Canarino
Fate bollire la scorza di un limone in un pentolino di acqua. Una volta che il preparato è diventato, appunto, giallo canarino, aggiungete abbondante zucchero e bevetelo tiepido. Ve lo consiglio in caso di leggera nausea post-sbornia.
Clambull
Contiene molti ingredienti che aiutano l'organismo a ripigliarsi, ma bisogna avere uno stomaco forte. Versate un turlo d'uovo intero in un bicchiere, aggiungete un cucchiaio di olio extravergine, un cucchiaio di ketchup, un cucchiaio di salsa Worchestershire, un cucchiaino di aceto di vino bianco, un pizzico di tabasco, sale e pepe. Se ci riuscite, ingollate il tuorlo intero.
Può sembrare disgustoso, ma fa miracoli.
Baby bullshot
Versione analcolica del bullshot (che prevede la vodka, ma non credo abbiate bisogno di bere ancora). Shakerate insieme 100ml di brodo di manzo, un cucchiaio di succo di limone, un pizzico di tabasco un cucchiaino di salsa Worchestershire e peperoncino.
Aiuta sia contro la nausea che contro il mal di testa. Come la ricetta precedente contiene ingredienti piccanti, che velocizzano il metabolismo.
Honey Bunny
Frullate mezza banana, un cucchiaino di miele e due cucchiaini di yogurt. Fornisce zuccheri al corpo ed equilibra la flora intestinale, oltre ad accelerare l'eliminazione dell'alcol.

E con questo è tutto. Ricordate che non esistono metodi miracolosi, l'unico rimedio infallibile per farsi passare la sbornia è il tempo.
Divertitevi, bevete con moderazione e guai a voi se vi mettete al volante dopo aver bevuto. Siete liberi di fracassarvi il fegato bevendo ma non avete il diritto di ammazzare nessuno.

Vacanzeeeeeeh


Niente aggiornamenti per un po', è tempo di vacanze.
Ci si vede più avanti!