Minecraft

Let's go to a place where everything is made of blocks. Where the only limit is your imagination.

Ieri vi avevo anticipato che avrei parlato del perché sono stato assente per qualche giorno.
Non ci sono molte spiegazioni... mi sono solo invasato di nuovo a giocare con Minecraft.
Per chi non lo conoscesse, si tratta di un videogioco di esplorazione e sopravvivenza unico nel suo genere.
A partire dalla grafica. Tutto, in Minecraft è a forma di cubo, o la sua forma è basata sulla combinazione di più cubi. Il che per me ha un effetto fortemente nostalgico, mi sembra di stare in un enorme mondo Lego. E se anche a voi da piccoli piaceva giocare con i Lego, questo gioco non può non piacervi.
Per quanto la grafica sia fortemente stilizzata, riesce ad essere incredibilmente varia e colorata; oltretutto rende il gioco molto leggero e adatto a qualsiasi computer. Praticamente gira anche su un tostapane.
Parlare del gameplay è un po' più complesso. Perché questo gioco non ha una storia. Quando creerete una nuova partita, vi troverete su una spiaggia di un mondo generato al momento e che continuerà ad espandersi all'infinito man mano che lo esplorerete. Si, ogni partita sarà diversa, e ogni giocatore avrà un mondo assolutamente personale.
Ma man mano che lo si esplora, ci si rende conto che è tanto grande quanto vario. La costruzione del mondo si basa su diversi ecosistemi, ognuno con le sue piante e materiali differenti: pianura, foresta, montagna, deserto, palude, giunga, foresta e pianura artiche.
All'interno di questi ambienti, vengono generati a loro volta villaggi, entrate per caverne sotterranee, rovine e miniere abbandonate.
Quindi, ci troviamo a muoverci in questo ambiente sconfinato senza nessuno che di dica cosa fare. All'inizio la cosa spiazza: non ci sono missioni, non ci sono tutorial, non ci sono istruzioni. Siamo catapultati nel gioco come naufraghi su un'isola deserta.. e abbiamo circa una decina di minuti di tempo per crearci un qualche riparo prima che scenda la notte, e che mostriciattoli poco amichevoli escano a darci la caccia.
Quindi, le primissime cose da fare sono procurarci del legno, creare un tavolo da lavoro, fabbricare dei rudimentali attrezzi base con i quali poter scavare nella roccia per procurarci un po' di carbone e fare delle torce con le quali illuminare un riparo di fortuna (per ora scavato nel fianco di una collina) e tener lontani i mostri.
E il giorno successivo inizia la vera avventura.
Ogni giocatore potrà scegliere lo stile di gioco che più gli si addice, le possibilità sono tante: scendere in una delle tante caverne naturali a caccia di materiali preziosi, andare a caccia di mostri, costruire la casa che più vi piace (che sia una casupola, un castello, un bunker, una palafitta... anche una casa dentro a un fungo gigante) cimentarsi con meccanismi e circuiti elettrici, coltivare grano, zucche, meloni, canna da zucchero, funghi, allevare maiali, mucche, pecore, galline, creare la propria miniera personale e le più disparate macchine, andare a caccia di mostri, inventare trappole, addomesticare lupi, creare portali per dimensioni parallele, creare pozioni, incantare oggetti, andare a caccia di draghi... e altro ancora. Senza limiti di tempo o livelli da superare.
Avrete davvero solo l'imbarazzo della scelta.
Per i creativi tranquilli, è possibile eliminare dal gioco i mostri, in modo da poter costruire senza problemi.
E per chi si annoia a giocare da solo, c'è un affollatissimo multiplayer online.

Da un'idea semplicissima, l'autore ha tirato fuori un gioco epico, dalle possibilità sconfinate e dal gameplay unico.

Potrei continuare a parlare del gioco a lungo, ma penso diventerei prolisso e noioso, quindi.. se vi ho incuriosito abbastanza, vi consiglio questa serie di tutorial per iniziare (sono in inglese, ma sono davvero facili da capire, e il tizio è simpatico).
Minecraft tutorials serie

With no rules to follow, this adventure is up to you.

Cat vs Human

In questo blog, questo non poteva mancare

Scusate l'assenza di questi ultimi giorni, ma sono stato un po' preso. Preso da cosa? Ve lo dico nel post di domani.
Oggi volevo farvi conoscere un fumettino che sul web sta spopolando. Per chi ancora non lo conoscesse, non sa cosa si è perso.
Quindi, dopo Simon's Cat, vi presento Cat vs. Human.
Anche questo è partito come qualcosa di completamente amatoriale, e si è arrivati a vederne pubblicato un libro. Ma l'intero progetto ha un sapore ancora "casalingo"; si vede che l'autrice, principalmente, si diverte (ad esempio, non è ancora passata ad un sito professionale, continuando a gestire un semplicissimo blog).
Di lei sappiamo poco. si chiama Yasmine, fa l'illustratrice, ama i gatti e lei stessa dice che la gente la descrive come "socialmente inetta e con la personalità di un foglio bianco". No no, non è una ragazzina emo e depressa, è semplicemente una che ha imparato cosa significhi l'autoironia. 

Ma veniamo alle cose importanti. Di cosa parla il fumetto?
In sintesi, l'autrice ci presenta piccoli episodi quotidiani  che hanno come protagonisti sè stessa e i suoi gatti. Spesso vedremo anche il fidanzato e il suo cane, ma il punto focale è lei.
Il fumetto in sè non "fa ridere"... ma come Simon's Cat ritrae bene ciò che deve passare chiunque condivida la sua casa con uno o più gatti. E' meno esagerato, e per questo meno buffo, ma io lo trovo comunque spassosissimo.
La differenza principale con Simon's Cat è che quest'ultimo è godibile un po' da tutti, mentre Cat vs Human è indirizzato principalmente a chi possiede un micio. E queste persone gongoleranno un sacco, ve lo assicuro. Infatti, si troveranno non solo a pensare "anche il mio gatto fa così!", ma anche "anche io faccio così!".
Lo stile i disegno è estremamente femminile, e secondo me risente dell'influenza Jappo. Che sia perché l'autrice legge manga/guarda anime o più semplicemente perché il web è ormai invaso da grafiche simili che ne hanno influenzato lo stile non lo so. Però è estremamente piacevole, colorato con tinte pastello che contribuiscono a creare un'atmosfera "soft" e quotidiana.

In sintesi, un piccolo progetto con una scintilla di genialità. Consigliatissimo.

Zucchine ripiene al microonde

Anche questo piatto è a prova di scimmia, garantito

Prima di dimenticarmene mi appunto una ricetta veloce veloce, e facile quanto ottima.
Ho già detto che sto facendo amicizia con il microonde. Bè, un po' di tempo fa mi sono messo in testa di fare le zucchine ripiene.
Le avevo già preparate diverse volte con il metodo "tradizionale", ma tra il bollire le zucchine, cucinare il ripieno, aspettare che il forno si scaldi e ri-cucinare il tutto, ci mettevo un pomeriggio intero e alla fine avevo una montagna di piatti e utensili vari da lavare.
Il microonde mi ha salvato la vita. In un'oretta si preparano. Gioia e tripudio!

Vi servono (per due persone):
  • 4 zucchine ciccione
  • mezza cipolla (io uso quella già tritata, altrimenti piango come un vitello)
  • pangrattato a piacere
  • uno o più tipi di formaggio saporito
  • parmigiano
  • poco latte
Dopo averle lavate, tagliate le due estremità delle zucchine, poi tagliatele a metà (per lungo, banana), e svuotatele. Può essere un po' rognoso svuotarle da crude, procedete facendo delle incisioni con il coltello e scavando un po' alla volta. Ci si può aiutare con un cucchiaino, ma io vado meglio solo con il coltello. Mettetele in una pirofila.
Tritate o tagliate a pezzetti abbastanza piccoli la polpa così ottenuta, aggiungete la cipolla tritata e il pangrattato.
Tritate o sminuzzate il formaggio a piccoli pezzi (anche facendo dei cubetti e poi schiacciando con una forchetta) e incorporate anche quello. Mescolate bene, ci vuole un po'.
Aggiungete un goccio di latte, quanto basta perché l'impasto risulti "spalmabile" senza essere troppo molle. Andate pian piano altrimenti farete una melma. Se proprio sbagliate le dosi, aggiungete ancora un po' di pangrattato.
Con il composto ottenuto, riempite le mezze zucchine (fatele belle polpose).
Coprite la pirofila e passatela al microonde al massimo della potenza per 6-8 minuti. Togliete la pellicola, spolverate le zucchine con abbondante parmigiano e cuocete per altri 8 minuti, scoperto e a metà potenza, per ultimare la cottura, asciugarle e far formare una bella crosticina.

Ed è tutto qui. E' un piatto semplicissimo, ma a me ha dato soddisfazione. Nel ripieno poi potete metterci un po' quello che vi pare: spezie varie, funghi tritati, affettato (io che evito la carne mi astengo).
Buon appetito!

Pistola sparaorecchini

Diciamo NO a questo schifo

Amo i piercing. Attualmente ne ho sei, avevo in programma di farne di più... ma ho esaurito le finanze.
Perché farsi piercing (farseli in modo sicuro almeno) costa. E continuo a sentire gente che si fa bucherellare in farmacia, dall'orafo, dal gioielliere. Orrore e raccapriccio.
Gente che si fa sforacchiare con quella macchientta infernale, la piercing gun, comunemente nota come pistola sparaorecchini. Dovrebbero metterle fuori legge.
Si, anche io mi sono fatto forare i lobi con quella, ma avevo cinque anni, non ne sapevo un granché e non avevo molta voce in capitolo. Ebbene, dei cinque fori che mi sono fatto fare ne sono sopravvissuti tre, non senza tribolazioni e infezioni durate un bel po'.
Se state pensando di farvi pistolare un orecchio (spero non altre parti del corpo, perché in questo caso siete pazzi), spero che riuscirò a dissuadervi dall'idea.

Cosa c'è che non va nella pistola sparaorecchini?
In primis, non consente di posizionare perfettamente il foro. Chi la usa non ha una gran visuale, non ha modo di sentire con precisione la posizione di nervi e cose simili. Può forare storto, può forare male, può toccare punti delicati.
Poi, la pistola non è dotata di un ago, il foro viene eseguito a pressione, mediante l'orecchino stesso. Prendete un orecchino e osservatene la "punta". E' smussata, per ovvi motivi di comodità. Un foro fatto con questa punta lacera il tessuto, e il foro risultante non è netto. Già stiamo parlando di una ferita, non c'è motivo di arrecare al vostro corpo un trauma ulteriore.
Per darvene un'idea, prendete un guanto di gomma e provate a bucarlo con un orecchino, poi fate la stessa cosa con un ago. Con quale dei due avete fatto meno fatica?
L'orecchino viene fissato con una chiusura detta "farfallina". La struttura stessa di questa chiusura facilita l'accumularsi di sporco, portando ad incrostazioni schifose e impossibili da pulire per bene. Anche una pulizia sommaria è difficile.
Inoltre, la farfallina stringe parecchio, non consentendo alla parte forata di gonfiarsi (e il gonfiore è normale). Così stretta, la carne tende a gonfiarsi ancora di più, rallentando la guarigione e diventando fastidiosamente dolorosa. In alcuni casi, la farfallina arriva ad incarnirsi.
Infine, la cosa più importante di tutte. La pistola non è sterilizzabile. E' costituita da parti in plastica che non possono essere sterilizzate in autoclave. Se vi va male prenderete una bella infezione, ma potrete ritenervi ancora fortunati.
Infatti, proprio a causa del metodo di foratura, è possibile che sulla superficie dell'attrezzo che verrà a contatto anche con la vostra pelle, siano rimasti dei microspruzzi di sangue del cliente precedente. Che potrebbe venire a contatto con la vostra ferita fresca. Penso che sappiamo tutti quali malattie si possono contrarre in questo modo, e non sono propriamente simpatiche.
Un'ultima cosa. I gioielli con i quali viene effettuato il foro dovrebbero essere sterili. Dico dovrebbero perché non sempre è così. Succede che un cliente chieda un solo orecchino e poiché sono imbustati a coppie, spesso e volentieri il gioielliere di turno (perché questa schifezza la fanno soprattutto loro) non butti l'orecchino avanzato, nè provveda a sterilizzarlo di nuovo. Rischiate di farvi forare con un metallo che è stato giorni e giorni in un cassetto a prendere polvere.
Ma in sè, tutta la procedura è poco igienica. Il piercing viene eseguito in una stanza del negozio, senza guanti o altre precauzioni di sorta.
Non proprio il massimo.

Detto questo, se già è più che sconsigliabile farsi forare i lobi con la pistola, è folle usarla per qualsiasi altra parte del corpo. Viene spesso usata per i piercing alla cartilagine dell'orecchio, o anche per il naso.
Ebbene, la cartilagine è particolarmente dura da bucare, e ha una guarigione lentissima. Un foro alla cartilagine fatto male può darvi fastidio per mesi, non guarire mai e costringervi infine a togliere del tutto il gioiello.
C'è una gran polemica sul fatto che "eh ma la usano anche in farmacia, sapranno quello che fanno".
Gente, in questo caso no. C'è un'enorme disinformazione a tal proposito, spesso lo fanno in buona fede, ma sono gli stessi che vi consiglieranno di mettere creme varie o usare acqua ossigenata per facilitare la guarigione.
La crema toglie aria al foro e l'acqua ossigenata brucia i tessuti. Si, previene le infezioni, ma un piercing fatto bene non farà MAI infezione. Dimenticavo, quelli fatto con la pistola non sono mai fatti bene.
Se ci sono studi di professionisti specializzati in piercing un motivo ci sarà. E' un lavoro, bisogna saperlo fare.

Quindi, anche se costa un po' di più, andate da un professionista.
Pagherete di più, ma avrete un ambiente controllato e perfettamente pulito, un piercer con addosso grembiule, mascherina e guanti che dopo essere stati usati "per voi" saranno buttati, (la stessa cosa si può dire per l'ago, verrà tirato fuori dalla confezione sterile sotto al vostro naso e poi immediatamente gettato), un gioiello in acciaio chirurgico sterile e una consulenza su come prendervi cura del piercing durante il periodo di guarigione. Ah, e farà anche molto meno male, garantito.

Finisco qui, che rischio di andare avanti per ore, diventando noioso e facendomi venire un fegato grosso come una casa pensando a tutti quei ragazzetti che non si informano prima di fare le cose (perché se hai sette anni e ti fai pistolare le orecchie sei una vittima, se ne hai tredici sei un cretino).

Siete liberi di bucherellarvi quanto e dove volete... ma fatelo mettendoci un po' di testa, salvaguardando la vostra salute.

Dirty -sapone-

Il sapone per i puzzoni

Io amo la menta. Ne ho una piantina in giardino, si chiama Lucy, ed è la mia complice nella preparazione di ottimi Mojito.
Purtroppo però dai negozi Lush è scomparso un sapone che amavo, l'Era Glaciale, che ora si può acquistare solo online. Un vero peccato. Ma c'è bisogno di novità, giusto?
Così, per cause di forza maggiore, ho ripiegato sul nuovo prodotto che ha sostituito la saponetta azzurra: il Dirty.
La linea Dirty comprende numerosi prodotti ed è stata concepita pensando ai maschietti. Per il momento mi concentro solo sul sapone... ma presto vi farò sapere qualcosina anche sul resto.

Lush ci dice:
Il sapone serve a lavarsi: un gesto straordinario che riesce a dare alle nostre vite quel tocco fresco e pulito che le rende così belle... Dirty è il sapone perfetto, senza compromessi. Dal carattere trasparente, è il profumo dell'uomo sereno e leggero che sa di buono e di buon senso. Per l'uomo ma anche per la donna, è il sapone che raccoglie la fragranza più limpida dei Gorilla Perfume: colpisce con le sue note tonificanti di menta verde, timo e dragoncello, per poi lasciare spazio ad un sottile ricordo di mare cristallino dove tuffarsi dagli scogli.
Come consistenza, è una sapone compatto che non fa molta schiuma e che dura a lungo.
E per essere mentoso lo è. Purtroppo, per i miei gusti, non ha quel profumo di menta penetrante che entra nel naso e guarisce anche il raffreddore. La menta c'è, ma è accompagnata e smorzata da un sentore speziato.
Amo anche le spezie, ma in questo caso non è né l'una né l'altra. Né carne né pesce, si dice. I profumi stanno bene insieme, si combinano in una fragranza che è al tempo stesso fresca ed esotica. Ma che non riesce a soddisfarmi davvero.

Per quanto riguarda l'efficacia, non è un prodotto che promette effetti strabilianti sulla pelle, non è quello il suo scopo. Non vi farà la pelle più liscia, più morbida o più luminosa.
Ma per lavare, eccome se lava. Odore da capra post-jogging? Afrore di taleggio stagionato ventisei mesi? Tutto sparito. Il Dirty è un killer di fetore.

Quindi, lo promuovo. Se il voto al profumo è scarsino, si risolleva grazie alla funzionalità. E lo consiglio. Si, soprattutto ai ragazzi, ma se alla signorine piace la menta anche a loro, perché no.
E detto tra noi, vi svelo un segreto: anche le ragazze puzzano. Non lo dicono in giro, ma dopo un pomeriggio in palestra olezzano di stalla anche loro.
In conclusione, preferivo l'Era Glaciale, ma questo è un valido sostituto, anche se non è riuscito a ricavarsi un posticino tra i miei prodotti preferiti.

Cosa ci trovate dentro (esattamente):
Acqua (Aqua), Propylene Glycol, Olio di Colza; Olio di Cocco (Brassica napus; Cocos nucifera), Sodium Stearate, Sodium Lauryl Sulfate, Profumo (Parfum), Glicerina Vegetale (Glycerine), Olio Essenziale di Menta Verde (Mentha spicata), Olio Essenziale di Timo (Thymus zygis), Menthol Crystals, Sale (Sodium Chloride), EDTA, Tetrasodium Etidronate, Sodium Hydroxide, *Limonene, *Linalool, Methyl Ionone, Lustrini (Snowflake Lustre), Colore 77499, Colore 61570.

Quanto vi costa:
100 grammi € 6,95
200 grammi € 13,90
Non si scioglie facilmente e dura abbastanza a lungo, inoltre da ora in poi lo troverete a colpo sicuro in ogni negozio Lush. Secondo me 100 grammi sono più che sufficienti.

LUSH.IT  
date un'occhiata al sito della Lush, mi raccomando,
è tutta robbba bbbuona per voi e per l'ambiente!

James Rolfe

He's gonna take you back to the past~

 Ho scoperto questo individuo per caso, mentre cercavo qualche recensione di videogiochi sul TuTubo. Ed è stato ammmmore.
Quindi, vi parlerò di James Rolfe, un bizzarro tizio americano con il pallino dei videogiochi e del cinema.
Pubblica le sue recensioni sul web dal 2004 o giù di lì, e a modo suo è diventato una celebrità e ora insieme a qualche amico svalvolato quanto lui gestisce un sito ormai frequentatissimo.
Non tratta solo di videogiochi. Vi farò una panoramica di quello che vi aspetta se metterete il naso su cinemassacre.com. Senza dilungarmi troppo, che oggi sono pigro.

ANGRY VIDEO GAME NERD
E' la sua "serie" principale, che ad oggi conta più di 100 episodi, focalizzata su videogiochi datati. Prende il titolo dal personaggio di cui James veste i panni: un nerd incazzatissimo.
Si, perché la cosa che rende davvero spassose le recensioni è il fatto che per scelta lui va a scegliersi i titoli più orribili della sua libreria. A proposito, la sua passione per i videogiochi sfiora la mania: durante le riprese si possono vedere scaffali e scaffali colmi di titoli. Ha una collezione immensa che cresce sempre di più.
Comunque, James ad ogni episodio ci propone un gioco imbarazzante per la sua bruttezza: che si tratti di grafica, concept, gameplay o comandi scrausi, il nintendo Nerd infierirà senza pietà, regalandoci qualche spassoso intervallo nelle nostre grigie esistenze.
Parlando della realizzazione dei video, si può vedere un progressiva evoluzione della loro qualità: l'audio e la regia sono curati, sono presenti numerose scenette comiche inserite ad hoc, e gli effetti speciali, per quanto amatoriali, sono perfetti. Eh si, ci sono gli effetti speciali. James si ritroverà tra i piedi un ninja, Bugs Bunny, Spiderman e altro ancora. Per non parlare di Gesù Cristo.. anzi, di SuperMechaJesusChrist.
E considerando che il lavoro lo fa quasi tutto da solo, se la cava niente male.
Della serie sono usciti diversi DVD... e un film è in lavorazione (per questo ultimamente gli episodi vanno un po' a rilento).

Se volete vedere un tizio con una camicia bianca smadonnare contro videogiochi di Superman, Cappuccetto Rosso, Super Mario, Indiana Jones, Mosè, Pinguini Mutanti, Rocky... ecco, avete trovato quello che fa per voi.

BOARD JAMES
Il secondo progetto di James è basato sui giochi da tavolo. Non è spassoso quanto il Nerd, ma è godibilissimo, anche solo per vedere cosa tira fuori dal cappello e dire "ehi, ci giocavo anche io!".
Le puntate sono meno e molto più brevi, ma lo trovo comunque interessante. Anche qui non mancheranno i siparietti comici, che non guastano mai.
Uno degli episodi si può definire un piccolo cortometraggio horror/demenziale.. che volete di più dalla vita?

YOU KNOW WHAT'S BULLSHIT
Questi sono una serie di brevissimi video nei quali l'autore si sfoga contro qualsiasi cosa che lo irriti. Ed è talmente convinto e gasato che fa morire dal ridere. L'oggetto incriminato varia di volta in volta: lacci delle scarpe, centesimi, temperatura, stampanti, bagni a pagamento....

Queste sono le tre serie davvero degne di nota a parer mio, ma sul sito troverete anche altro, incluse diverse Top Ten (alcune anche senza troppo senso), recensioni di film (alcuni anche senza troppo senso) e un bel misto mare generale.
Quasi dimenticavo: i video sono in inglese senza sottotitoli. Per fortuna James ha una pronuncia abbastanza chiara e non è affatto difficile da capire.
E comunque vale la pena guardarlo anche solo per i faccioni che fa.

Kiotolife

L'ultima scoperta in fatto di pappagatti (e pappacani)

 Oggi volevo occuparmi un po' più approfonditamente di una marca di alimenti per cani e gatti che abbiamo scoperto io e una mia amica poco tempo fa: la Kiotolife.
La sua gatta è incredibilmente schizzinosa, disdegna il pesce in generale e il pollo. Peccato che siano componenti predominanti negli alimenti umidi per gatti.
Invece questa marca propone numerose alternative. Incuriosito, ne ho voluto sapere di più e mi sono cercato il loro sito ufficiale.

Subito, la Kiotolife ci promette alimenti:
  • senza OGM
  • senza coloranti
  • senza conservanti
  • prodotti con carni fresche
  • 100% italiani
  • con formulazione veterinaria
E mica è poco. Leggendo bene gli ingredienti, ho potuto constatare come effettivamente sia una marca di ottima qualità e dal prezzo contenuto, totalmente cruelty free, anche se poco nota.
Vi faccio un'analisi dei prodotti da mici che hanno in catalogo (per tutti i valori esatti e per vedere anche la linea per i cani, basta andare sul loro sito ufficiale http://www.kiotolife.eu/).

MONOPROTEICO
La linea principale per gatti adulti. Ogni gusto contiene proteine derivanti da un solo gruppo animale, facilitandone l'assimilazione e la digeribilità.
Le confezioni disponibili sono da 100, 200 e 400 grammi.
I dati parlano da se: è praticamente tutta ciccia buona. Le proteine contenute vanno dal 9% al 10,6% e i grassi non arrivano mai al 5%
  • Patè di anatra al naturale con fegatini - carne al 99%
  • Patè di coniglio al naturale con gamberetti - carne al 99%
  • Patè di pollo al naturale con fegatini - carne al 99%
  • Patè di vitello al naturale con spezzatino - carne al 99%
  • Pesce al naturale ricco di sogliola e calamari -  carne al 99%

PATE' DI CAMPAGNA
Anche questa è una linea "normale", preparata con carni fresche e altamente appetibile. Contiene un po' più grassi del monoproteico (arrivano fino al 7%), e proteine dall'8% al 9,6%.
A quanto ho visto, è disponibile solo in lattine grandi.
  • Patè con coniglio e anatra - carne al 78% 
  • Patè con pollo e selvaggina - carne al 76%
  • Patè con quaglia e fegatini - carne al 69%
  • Patè con tonno e gamberetti - carne al 70%
  • Patè con trota e calamari - carne al 70%
  • Patè con vitello e calamari - carne al 70%

Oltre alle linee standard, è presente una linea chiamata PRE-EVENT, per gatti (non c'è ancora quella per cani) con determinati problemi. Sono comunque estremamente appetibili.

HARIBALL
Una linea specifica per gatti a pelo lungo che tendono a sviluppare palle di pelo (immaginatevi un persiano quanto pelo ingurgita quando si fa le pulizie).
Per questo la linea contiene cereali, tengono pulito l'intestino. L'apporto proteico è modesto (8-9%).
  • Con pollo - carne al 26%
  • Con sogliola - carne al 55%

URI-CAT
Linea per gatti che hanno problemi a fare la plin-plin o che non riescono a trattenere la suddetta. Contiene metionina come acidificante e cardo mariano, per la protezione del fegato. Le proteine si aggirano sul 9%.
  • Con pollo - carne al 26%
  • Con sogliola - carne al 55%

STERILIZZATI
Linea per gli esemplari che, dopo sterilizzati, tendono al sovrappeso. Contiene lecitina come stabilizzante del colesteolo e taurina (indispensabile al gatto per il buon funzionamento di cuore e vista). H un buon apporto proteico, intorno al 9/10% e pochi grassi, solo il 3%.
  • Branzino e calamari - carne al 50%
  • Con pollo - carne al 50%
  • Quaglia e anatra - carne al 52%
  • Tacchino e sogliola - carne al 55%
  • Vitello e prosciutto - carne al 55%

SENSITIVE

Linea per gatti con problemi digestivi. Contiene olio di riso come ulteriore ingrediente che facilita la digestione. Le proteine sono sempre sul 10%, è leggermente più grasso dei prodotti per gatti sterilizzati, ma comunque i grassi contenuto non superano il 4%.
  • Anatra - carne al 50%
  • Quaglia - carne al 50%

OMOGENEIZZATO
Linea specifica per gatti con problema di masticazione, ovvero gattini ed esemplari anziani. I prodotti per gattini hanno un apporto proteico che sale fino all'11%, e grassi che oscillano tra il 5% e il 6%. I prodotti senior invece pur avendo circa le stesse proteine, contengono meno grassi.
  • Kitten con pollo - carne al 26%
  • Kitten con pesce - carne al 50%
  • Kitten con vitello - carne al 26%
  • Senior con pollo - carne al 26%
  • Senior con pesce bianco - carne al 50%

Ricordiamoci che un alimento umido, per quanto indicato come "completo", non avrà mai l'apporto proteico di uno secco, quindi il mio consiglio è di usarlo come "integrante" in una dieta prevalentemente a base di crocchi!

Vellutata di funghi

Pappa buona quando fuori fa freddo
 Oggi si torna in cucina, con una ricetta che ho preparato pochi giorni fa per la mia ragazza, che deve mangiare meno schifezze.
Non è uno di quei piatti ultra light, contiene panna e burro, ma non vi ucciderà di sicuro il fegato eh.
Dato che fa freddino, la sera viene voglia di mangiare qualcosa che scaldi la pancia. Ho optato per una vellutata di funghi, un po' improvvisata a dire il vero, ma che è venuta più che buona.

Ingredienti per 4 persone (o per due divoratori di funghi)
  • 400 grammi di funghi
  • 80 grammi di misto per soffritto
  • 60 grammi di burro
  • 50 grammi di fromaggio
  • Una confezione piccola di panna da cucina
  • Mezzo litro di brodo vegetale
  • Latte
  • Sale
Per quanto riguarda i funghi, avete un'ampia scelta. Io ho usato dei piopparelli freschi, che hanno reso la vellutata molto saporita. Con i porcini e i finfarli si ottiene un effetto simile, un piatto rustico e dal sapore deciso, scegliendo degli champignon o prataioli il gusto sarà più delicato, i chiodini la renderanno più pungente, i gallinacci più dolce (ma sconsiglio di usare i gallinacci da soli). Nulla vi vieta di fare un bel misto!
Lavate bene i funghi e affettateli più finemente possibile.
In una pentola, sciogliete il burro e aggiungete il misto da soffritto, facendolo rosolare per un paio di minuti. Aggiungete i funghi e continuate la cottura per 5 minuti. A questo punto, aggiungete il brodo e un goccio di latte, tenete il fuoco medio e lasciate sobbollire per almeno 20 minuti. Non abbandonate la pentola a sè stessa, mescolate ogni tanto e state attenti che nulla si attacchi alla pentola, a meno che non vogliate un fantastico retrogusto di bruciato.
Se una ventina di minuti non dovessero bastare, continuate: i funghi devono risultare morbidi e il brodo deve consumarsi abbastanza.
Dateci un'assaggiata e aggiustate di sale.
A questo punto, spegnete il fuoco, armatevi di frullatore ad immersione e riducete tutto in poltiglia. Prendetevi tutto il tempo che vi serve, più frullate e meglio è.
Mettete di nuovo sul fornello, a fuoco basso, aggiungete la panna e il formaggio grattuggiato. Potete usare il formaggio che più vi piace, dal pecorino, al parmigiano, al taleggio fatto a pezzettini.
Continuate finché non inizia di nuovo a sobbollire, cuocete per 10 minuti continuando a mescolare e togliete di nuovo dal fuoco. A questo punto, dateci un'altra frullata per rendere tutto più spumoso e servite la vostra vellutata calda, possibilmente accompagnata con del pane tostato e un filo di olio extravergine a crudo.
E' eccellente anche da servire come intingolo per la cacciagione e le carni in generale, con la polenta, e, se vi sentite particolarmente estrosi, con il salmone.

Ci vuole un po' di tempo, più che altro per pulire a dovere i funghi, ma non è affatto una ricetta complessa.
Buon appetito!

Sympathy For The Skin

Fate un regalino alla vostra pelle

Anno nuovo vita nuova, si dice.
Quindi, eccomi a recensire un prodotto Lush di una categoria che non avevo mai preso troppo in considerazione: le creme corpo.
Non mi sono mai piaciute le cremine in generale e sono sempre stato troppo pigro per usarle con regolarità. Detto questo, mi seccava spendere soldi (non pochi) per un prodotto che avrei usato raramente.
L'occasione si è presentata per caso: con gli acquisti di Natale, mi hanno dato tra le altre cose un campioncino di Sympathy For The Skin e dopo la diffidenza iniziale, è stato amore.

Lush ci dice:
Ve lo dobbiamo dire: il suo profumo è irresistibile e rende irresistibile chi se la spalma. È ricca, ma non grassa, ideale per la pelle normale o secca, e anche come lenitivo post-ceretta. Il profumo? Difficile descriverlo... all'inizio sa di sandalo, ladano e limone. Poi lascia comparire una delicata nota di vaniglia e un sottofondo di banana, così da rendervi morbidi e assolutamente leccabili.

Visto che se ne parla tanto, cominciamo dal profumo. Mi sono tenuto alla larga dalle creme Lush anche perché non ne avevo mai trovata una con un profumo che mi piacesse. La maggior parte di quelle provate in negozio (perché, chi gira per i negozi Lush sa che ti fanno provare e toccare un po tutto) mi lasciava sulle mani un profumo molto forte, spesso a base di erbe o floreale... che a me fa molto "effetto nonna". Insomma, qualcosa di adatto, a parer mio, al massimo prima di andare a letto.
Invece questa no. Il profumo è dolce, ma non stomachevole, le note che persistono di più sono quelle della vaniglia e della banana, ma in pochi minuti si attenuano molto. Li sentirà solo chi vi sta appiccicato.
Per quanto riguarda la crema in se, come già detto è stato amore: idrata a mille, si assorbe in fretta e ne basta pochissima. E proprio perché ne basta poca, il profumo  non è invadente.
Non ingrassa la pelle e non la unge: vi renderà semplicemente lisci e morbidi da far schifo.
So che è una crema corpo... ma sono stato tentato di usarla in piccolissime quantità anche sul viso. E devo dire che anche per il viso è una favola. Anche se non unge, crea una patina protettiva che per queste giornate fredde è una manna. Ah, dimenticavo... fa scomparire immediatamente l'effetto "pelle lucida".

La consiglio caldamente, a tutti. Ai ragazzi magari farà storcere il naso il profumo dolce. Però in media alle ragazze questo tipo di fragranze piace. Se fate due più due, ovvero sommate una pelle morbida ad un profumo invitante... bè, penso che a nessun ragazzo dispiaccia l'idea della fidanzata che gli salta addosso.
Cercate solo di non farvi mangiare.

Cosa ci trovate dentro (esattamente):
Infuso di Bacche di Vaniglia (Vanilla planifolia), Olio di Mandorle Dolci (Prunus dulcis), Burro di Cacao (Theobroma cacao), Banane Biologiche Fresche (Musa paradisiaca), Stearic Acid, Glicerina Vegetale (Glycerine), Triethanolamine, Olio Essenziale di Sandalo (Santalum album), Olio Essenziale di Limone (Citrus limonum), Resina di Ladano (Cistus ladaniferus), Cetearyl Alcohol, *Limonene, Profumo (Parfum), Methylparaben, Propylparaben.
*Presente naturalmente negli oli essenziali.


Quanto vi costa:
Vasetto da 240 grammi € 17,15
E' costosetta, ma il prezzo è ragionevole comparato a quello delle creme corpo di qualità che trovate in farmacia, in erboristeria e dall'estetista.

Dionaea Muscipula

E' bella, ma è un po' una puttana, richiede attenzioni particolari

A chi non è mai venuto il ghiribizzo di provare a coltivare una pianta carnivora?
Bè, penso che a parecchia gente l'idea non abbia nemmeno sfiorato il lobo frontale del cervello.
Però per chi come me è affascinato da queste pianticelle di origine americana, ecco tutto quello che c'è da sapere per muovere i primi passi alla loro coltivazione.
In questo caso parlerò della Dionaea Muscipula, più comunemente nota come Venere Acchiappamosche.
Che ne sono di vari tipi, con "denti" più o meno pronunciati, e una colorazione che va da interamente verde a verde con sfumature rosse o rosate a interamente rossa.
Vi metto in guardia: coltivare queste piante non è così semplice. Nulla che richieda un Nobel o una laurea, ma non è la piantina di rosmarino che ci fai un po' quello che vuoi e se la cava comunque.

Prima di adottare una piantina
La Dionaea ha bisogno di luce diretta del sole e di stare all'aria aperta. non è assolutamente una pianta da appartamento: se la tenete in casa, creperà entro breve. Quindi assicuratevi di avere un posticino perfetto per lei.

Pianta o seme?
A questo punto dovete scegliere se iniziare da una piantina o da un seme. Io consiglio la prima soluzione: un seme impiega minimo 10 mesi per produrre una pianta con foglie (che poi sono le trappole) lunghe un paio di centimetri.

Quando?
E' meglio prendere la pianta mentre è in "dormienza", tra novembre e gennaio/febbraio (quindi se volete siete giusti giusti in tempo).

Attrezzatura
Avrete bisogno di terriccio acido (ancora meglio torba) per rinvasare la piantina. Usare del terriccio universale la farà morire. Procuratevi inoltre un sottovaso abbastanza alto e dell'acqua distillata (quella che trovate in supermercato per il ferro da stiro) o da osmosi (per gli acquari). L'acqua da rubinetto ha troppi minerali, è nociva per la vostra acchiappamosche. Quella migliore è quella da osmosi inversa (acqua purificata per pesci da acqua dolce), si trova nella maggior parte dei negozi che trattano pesciume.

Cosa fare, come farlo
Scegliete un posto dove la pianta possa ricevere molte ore di sole, all'aperto.
Ogni giorno accertatevi che abbia abbonante acqua nel sottovaso e che la torba sia umida (è una pianta di origine palustre).
Per i primi anni, tagliate le infiorescenze. Assorbono un enorme quantitativo di energie alla pianta, se è piccola possono portarla alla morte.
In caso di pioggia, tenetela al riparo.
Se alcune foglie si anneriscono, tagliatele.

La pappa della Dionaea
Controllate quotidianamente lo stato delle trappole. Se la pinta ha preso insetti troppo grossi, come calabroni, ragni particolarmente ciccioni eccetera, cercate di rimuoverli delicatamente. Potrebbe are indigestione e iniziare a marcire.
Se la pianta non riesce a procurarsi il cibo da sola, potete aiutarla. Non datele schifezze, pezzi di pane, prosciutto e cose simili: acchiappate qualche insetto, come piccoli ragni, formiche, moscerini e posateli sulle trappole.
e è in buona salute scatterà immediatamente: è un piacere per gli occhi.
Al contempo, assicuratevi che non abbia troppo cibo: due terzi delle trappole dovrebbero sempre essere vuote.

Il rinvaso
E' necessario procedere al rinvaso quando le radici sporgono dal vaso, quando non ha più spazio per crescere, quando la torba inizia a marcire (lo capirete dall'odore) o quando inizia a sviluppare muffe.
Preparate un vaso con un misto di torba e perlite o sabbia di quarzo (non sabbia raccolta a caso).
Rimuovete la pianta dal vecchio vaso delicatamente, stando attenti a non toccare le trappole e a non spezzare le radici, che sono delicate.
Mettete la pianta nella torba, coprendo le radici ma senza comprimete la terra.
E' decisamente consigliato svolgere l'operazione durante il periodo di dormienza.

E d'inverno?
Sarete tentati i portarla in casa (come ha fatto mia madre con la mia, con il risultato che è crepata in breve tempo).
Come già detto, se ne sta bene all'aperto, e le basse temperature la fanno andare in letargo: ne ha bisogno per ricaricare le energie.
Quando vedete che la temperatura inizia a scendere sotto ai 5 gradi togliete gradualmente l'acqua dal sottovaso in modo che non ghiacci le radici, e annaffiatela saltuariamente dall'alto (ogni cinque giorni circa), dandole giusto l'acqua necessaria per non schiattare, avendo nel frattempo cura di ripararla dalla pioggia.

Cosa non fare mai. Mai!
Annaffiare la pianta dall'alto, rischiate che vi marcisca.
Far scattare le trappole a vuoto per il gusto di vederle muoversi. E' un movimento che consuma pesantemente le energie della pianta.
Sovralimentare la pianta: farà indigestione e morirà.
Lasciarla sotto alla pioggia.
Concimare il terreno in qualsiasi modo: lei si ricava tutto il nutrimento dagli insetti, concimarla è come avvelenarla.
Usare terriccio universale o terra comune.
Mettere nel sottovaso acqua di rubinetto.
Spostarla spesso: non lo sopporta proprio.
Tenerla in casa.

In sostanza, è una pianta un po' delicata, ma non così complessa. Avendo la terra e l'acqua giuste non c'è molto altro da fare: piazzatela dove possa avere tutto il sole che vuole e una volta al giorno controllate che abbia "cibo" e acqua.
Non dovete spostarla, non dovete concimarla, non dovete stuzzicarla. Se fate così, starà benissimo e crescerà più in fretta di quanto possiate pensare!

Cani: il cibo secco

Le crocchette sono molto importanti per Fido...

Sono un po' arrugginito circa l'alimentazione canina, in quanto ormai è un annetto che non possiedo più cani (sigh).
Ma visto che una mia amica mi ha chiesto qualche informazione e probabilmente i genitori della mia ragazza prenderanno un cucciolo, rispolvero un po' quello che so.

Cominciamo quindi con questo post sul cibo secco: come per i gatti anche per i cani è l'alimento migliore, anche se non il più appetibile. Ce ne sono tantissimi in commercio, ma la prima cosa da tenere in considerazione sono la taglia e l'età del cane.
Non a caso ci sono moltissime linee appositamente per cuccioli e cani in crescita (fino ad un anno di età): hanno bisogno di una dieta particolare. Alimentare un cane in modo scorretto durante il periodo di crescita, in particolare nei primi 6 mesi di vita, può comprometterne a vita il fisico e la salute, portando ad una vecchiaia precoce.
Il cibo secco di solito è più bilanciato di quello umido, previene la formazione di tartaro e facilita la digestione. Ma c'è sempre il problema della qualità. Per quello basta leggere le etichette.

In primis, diffidate dei cibi "da supermercato"... e leggete sempre le etichette. Inutile dire che c'è da diffidare dei produttori che non dichiarano con chiarezza cosa contiene il prodotto, e in che percentuali (la legge obbliga infatti a scrivere gli ingredienti, ma non le percentuali).

Come si presenta l'etichetta di un cibo di qualità?
Gli ingredienti per legge devono essere elencati in ordine decrescente a livelli quantitativi: se al primo posto c'è la carne e al secondo sottoprodotti di origine vegetale, di sicuro la carne è in quantità maggiore.
Poi, consultando l'analisi chimica (o tenori analitici) del prodotto, ovvero la percentuale in proteine, grassi, umidità, cellulosa e ceneri.
Spesso però i conti non tornano, non si arriva, con la somma, a un 100%. Questo perché in molti casi non viene indicata la percentuale di carboidrati non è indicata chiaramente, ma ci si può arrivare con una sottrazione.
Un buon alimento ha proteine superiori al 20%, grassi inferiori sempre al 20% e meno ceneri possibili.
Rispetto ad un gatto, un cane tollera molto meglio un apporto di carboidrati maggiore, infatti mentre il primo ha mantenuto la sua natura di animale prettamente carnivoro, il cane nel corso dei secoli, vivendo a stretto contatto con l'uomo, si è adattato ad una dieta più varia.

Un altra cosa, non è necessario variare spesso la marca delle crocchette: il cane non è un essere umano, non si "stanca" dello stesso sapore. E' un animale abitudinario e per lui un cambio di mangime è causa di stress. Se proprio bisogna farlo, è meglio procedere gradualmente, aggiungendo una percentuale del nuovo cibo sempre maggiore in quello vecchio, fino ad una completa sostituzione.

Finisco con l'elencare qualcuna delle marche a mio avviso migliori. Non vi riporto i valori, perché a seconda della linea variano, ma i possono trovare comodamente in rete.

MONGE
Ho scoperto da poco questa azienda italiana e totalmente cruelty free (non effettuano test su animali), e i prodotti mi sembrano abbastanza buoni, in relazione al prezzo.

EUKANUBA
Di questa marca ho sentito pro e contro. Di sicuro il prezzo è alto ma c'è un'ampia gamma di prodotti tra i quali scegliere.

TRAINER
Ultimamente sento molto parlare della Traniner, e leggendo in giro mi sembra ottima. Ha un ottimo apporto di proteine e integra con estratti vegetali per garantire un buon apporto di vitamine, minerali e altre proprietà benefiche delle piante.

ROYAL CANIN
Non conosco davvero nessuno a cui questa marca abbia dato problemi. Fornisce una vastissima scelta non solo per età o taglia, ma ha delle linee create appositamente per alcune delle razze più delicate o con fabbisogni particolari.

FORZA 10

Anche questa mi sembra ottima. Oltre ad essere Made in Italy è estremamente appetibile e con una percentuale di grassi tra le più basse.

Verdure al microonde

Passa al lato oscuro della Forza, abbiamo il microonde

Quasi tutti considerano il microonde uno strumento per scaldare i cibi freddi da frigo, oppure per finire di cuocere la roba precotta.
Bè, si, anche.
Ma spesso dimentichiamo che "il microonde" è un FORNO a microonde. E cosa si fa con un forno? Si cucina.
Uno degli "inconvenienti" della dieta vegetariana -o anche solo del voler mangiare un po' di sana verdura- è che la sudetta va cucinata. E ci vuole parecchio tempo, soprattutto per le ricette più sfiziose.
Si sa, ora come ora il tempo scarseggia (tranne che per i disoccupati come me, ma quella è un'altra storia). In ogni caso, se non avete voglia di stare troppo in cucina, il microonde diventerà il vostro migliore amico. Io ci sto facendo amicizia ora, non andiamo sempre d'accordo, spesso bisticciamo, ma dobbiamo imparare a conoscerci.

Ma, oltre al risparmio di tempo, quali sono gli altri vantaggi di questo tipo di cottura?
  • Risparmio di energia: invece di attaccare fornelli e forno, si può risparmiare parecchio. E' vero che il microonde ciuccia un sacco di elettricità, ma anche i forni elettrici lo fanno (o gas, per i forni a gas). E il tempo di utilizzo del forno tradizionale è di sicuro più lungo.
  • Dieta più varia: con il fatto che ci si mette pochissimo, non ci sono più scuse per continuare a sfamarsi di pastasciutta, uova al tegamino e panini.
  • Maggior apporto vitaminico: le verdure cotte in acqua alla fine arrivano alla nostra tavola con un contenuto irrisorio di vitamine e altra robbbba bbbuona. Infatti tutte queste sostanze restano nell'acqua di cottura, che puntualmente viene buttata. con il microonde invece non si perde nulla, esattamente come nella cucina a vapore.
  • Più sapore: questo tipo di cottura esalta i sapori e lascia le verdure molto dolci. Spesso non c'è bisogno di aggiungere sale, e si evita l'utilizzo di burro e olio durante la preparazione (che cotti fanno male malissimo).
Svantaggi?
Si, uno svantaggio c'è: il fornetto di casa di sicuro non sarà molto grande, quindi per fare porzioni abbondanti non è consigliato.

E dopo questa lunga premessa, iniziamo con le ricette. In questo primo post sul microonde vi elenco giusto giusto le basi. Più avanti vi darò qualche ricettina più elaborata, ma cominciamo volando basso.
Per quanto riguarda la potenza, io la setto sempre intorno ai 700W o poco più. E funziona bene.
Ah, dimenticavo: qualsiasi cosa cucinate a microonde, fatelo in un recipiente coperto o provvedete voi coprendo con la pellicola trasparente.

BROCCOLI O CAVOLFIORI A MAZZETTI
Per mezzo chilo di broccoli, metterli in una pirofila con un terzo di bicchiere di acqua, cuocere 8 minuti più 2 di riposo.

CAROTE A RONDELLE
Per 400 grammi di carote, mettetele in una pirofila con un mezzo bicchiere di acqua e cuocete per 8 minuti più 2 di riposo.

CAROTE INTERE
Mettete le carote in una pirofila con due dita d'acqua e cuocete a massima potenza per almeno 10 minuti (le carote sono un po' bastarde).

PATATE INTERE
Per 800 grammi di patate (lavate, ma con la buccia), metterli in una pirofila con mezzo bicchiere di acqua, cuocere per 18/20 minuti più 5 di riposo.


PEPERONI A FETTE
Tagliate i peperoni in quattro, preriscaldate il piatto crisp per 3 minuti, quindi posatevi le fette dalla parte della pelle e cuocete per 10 minuti, senza coprire. Dopo la cottura, fare raffreddare in un recipiente coperto (così la pellicina, per chi non la gradisse, viene via).

PISELLI
Per 250 grammi di piselli, metteteli in una pirofila con due dita d'acqua e cuocete per 6/7 minuti più altri 3 di riposo.

PORRI
Mettete i porri interi in una pirofila, senza fare più strati, aggiungete un dito d'acqua e cuocete per 5/6 minuti, più due minuti di riposo.

SPINACI
Per 500 grammi, metteteli in una pirofila con pochissima acqua e cuocete per 7 minuti più 4 di riposo.
Se usate quelli surgelati, aspettate che si scongelino o usate sempre il magico microonde per scongelarli.

ZUCCA
Tagliate la zucca a metà, svuotatela dei semi e mettetela rovesciata (con la scorza) in una pirofila con un dito d'acqua. LA cottura va dai 13 i 20 minuti a seconda delle dimensioni e della maturazione ella zucca.

ZUCCHINE A PEZZETTI
Per 500 grammi, mettetele in una pirofila con pochissima acqua e cuocete per 6 minuti più 2 di riposo.

ZUCCHINE INTERE
Avvolgete ogni zucchina nella pellicola trasparente e fate qualche foro con uno stuzzicadenti. Cuocete per circa 5/8 minuti, a seconda delle dimensioni dell'ortaggio.

E questo è quanto (almeno, queste sono le verdure che mi piacciono di più e che quindi preparo più spesso).
Non avete scuse per non provarci, è semplicissimo. A prova di scimmia.

Brownies

Questi cosi fanno malissimo al fegato ma sono un tonico fantastico per l'umore
Come, non avevo ancora pubblicato la ricetta dei brownies? Rimediamo subito!
Questa ricetta che sarà una tentazione irresistibile per tutti i golosi che bazzicano da queste parti.
Non so se esiste qualcosa di più calorico, cioccolatoso e malefico dei Brownies.
Avete presente nei telefilm americani -ma anche nei cartoni- quando il personaggio di turno si mangia quelle specie di mattoncini marroni? Si? No? In ogni caso, quelli sono Brownies.
Esistono una miriade di varianti di questi dolcetti americani e anche voi potete sbizzarrirvi semplicemente aggiungendo alla ricetta un aroma a vostra scelta (menta, vaniglia, cannella, zenzero, fragola e così via), glassandoli, servendoli con il gelato o la panna montata o aggiungendo all'impasto canditi, granella di nocciole, mandorle o pistacchi o scaglie di cioccolato.
Avete già l'acquolina in bocca, vero?
Sono tanto facili da preparare quanto da mangiare, e vi faranno venire i sensi di colpa con le loro ventordicimila calorie per grammo, nonché attireranno su di voi impronunciabili maledizioni dal vostro fegato.

Vediamo quindi la ricetta migliore per farsi venire le paranoie circa la vostra linea (ringraziate che la versione che vi propongo io è leggera rispetto a tante altre):
  • 150gr cioccolato fondente
  • 100 gr burro
  • 100 gr farina
  • 150gr zucchero a velo
  • 20gr cacao amaro
  • 2 uova
  • 1 pizzico di sale
  • (50 g di nocciole, pistacchi, mandorle o scaglie di cioccolato e/o un'essenza a scelta)
Sciogliete il cioccolato a bagnomaria, aggiungete il burro a pezzetti e continuate a mescolare finché non avrete un composto perfettamente omogeneo e liquido. Togliete dal fuoco ma tenete al caldo, non deve perdere la fluidità.
Setacciate insieme farina, zucchero a velo e cacao. A parte sbattete le uova con il sale finché risulteranno schiumose e leggere e aggiungetele a filo al composto, mescolando bene. Ora potete aggiungere anche il cioccolato e il burro fusi (insieme alle eventuali scaglie di cioccolato o frutta secca, oppure all'essenza che avete scelto ma non è obbligatorio) e mescolate finché non otterrete un composto denso, omogeneo e dall'aspetto appetitoso.
Rivestite una teglia da forno quadrata con il lato lungo 22cm, versatevi il composto livellandolo bene e infornate con forno già caldo a 180° per circa mezz'ora.
Nel frattempo, so che non resisterete alla tentazione di ripulire il contenitore ancora sporco di impasto. Birbe birbe birbe! (e chi coglie la citazione ha la mia stima)
Appena sfornato tiratelo fuori dalla teglia e posatelo (con carta da forno annessa) su una griglia a raffreddare. La griglia è importante per far "respirare" il tutto, se lasciate nella teglia o posate su un piatto il fondo rimarrà molliccio, mentre il brownie perfetto è soffice all'interno e croccante fuori.
Quando è raffreddato, tagliate la torta in tanti piccoli (o grandi) quadratini.

Ora potete decidere se mangiarli da soli, con il latte, con il caffè, accompagnati da panna montata o gelato o farcirli di marmellata per una Sacher all'americana (bestemmia!).

Insomma, sbizzarritevi pure e trovate la vostra versione personale di Brownies.
Buon colesterolo e buon diabete!

L'uccello che girava le viti del mondo

Perché non sempre la realtà è completamente vera, nè la verità è completamente reale

Finalmente ho finito di leggere questo libro.
Ci ho messo davvero tanto a finirlo, è dall'aprile del 2011 che mi tiene compagnia, e abbiamo fatto un bel pezzo di strada insieme.
E ci tengo a far conoscere anche a voi questo mattone di ottocento e passa pagine, sbucato fuori al cervello e dalla penna di Haruki Murakami. A cominciare dalla trama.
E qui sorge il primo grosso problema. La trama è un po' il biglietto da visita del libro, in fondo, ma è davvero difficile stilare una trama che sia esauriente e riassuntiva allo stesso tempo. Ma ci proverò lo stesso.
Okada Toru è un giapponese sulla trentina, sposato, che ha lasciato il lavoro e si dedica alle faccende di casa mentre la moglie Kumiko provvede a portare a casa uno stipendio.
Tuttavia un giorno la sua tranquilla vita coniugale inizia a farsi strana: Okada inizia infatti a ricevere telefonate erotiche anonime e al contempo il gatto di casa sparisce. La moglie sembra scossa a tal punto dalla scomparsa del gatto da contattare una sensitiva per chiedere aiuto.
Ma non è solo il gatto a sparire: in breve tempo infatti Kumiko stessa se ne andrà di casa, senza dare nessuna spiegazione al marito e rifiutandosi di incontrarlo o parlarci ancora.
Il nostro protagonista non si darà per vinto e inizierà a cercare la moglie, convinto che dietro alla sua scomparsa ci sia qualcosa di più di una semplice relazione extraconiugale.
Da qui inizierà un lunghissimo viaggio nel quale si intrecciano passato, presente, una miriade di personaggi e che porterà Okada a scavare come prima cosa dentro sè stesso per comprendere e ritrovare l'essenza di Kumiko.
Si, penso di esserci riuscito. Ma non esprime nemmeno lontanamente quanto complesso e profondo sia questo libro.
Ho già detto che ci ho messo tantissimo tempo per leggerlo. Non è una questione di pagine, se voglio macino pagine su pagine come un tritacarte.
Partiamo dal fatto che il libro è complesso. Non a livello di scrittura, anzi, è decisamente scorrevole e di piacevole lettura. Ma i personaggi sono tanti, tutti enigmatici e continuano a intrecciarsi, comparendo, sparendo, tornando a galla; inizialmente sembra che ruotino tutti attorno al protagonista. Solo dopo un bel pezzo ci si rende conto che il legame tra loro e tra i fatti apparentemente distanti che descrivono o vivono è tanto sottile quanto profondo.
Quindi, la lettura richiede concentrazione e una discreta memoria per quanto riguarda persone, luoghi ed epoche.
Infatti il libro salta continuamente tra presente e passato, all'interno di flashback dei vari personaggi, che spesso comprendono lunghi stralci storici sulla Seconda Guerra Mondiale. E anche tra presente e un passato altro o un presente altro, luoghi e tempi non del tutto reali e non del tutto veri.

Oltre alla complessa costruzione a spirale, il libro è profondo. E' pieno di descrizioni ed elucubrazioni che fanno pensare, meditare, che scavano. Spesso i personaggi sembrano contorti, quasi malati. Ma ad un esame più attento, i loro pensieri li abbiamo fatti anche noi. Solo che non ci piace ammetterlo. Pensieri paradossali, a tratti folli, ma che fanno parte della natura umana.
E della natura umana il libro tratta ampiamente. Dei lati più nobili, di quelli torbidi, di quelli lucidi e di quelli irrazionali. I passaggi violenti non mancano, soprattutto nei flashback riguardanti la guerra, così come non mancano le descrizioni delle piccole cose, del quotidiano. E Murakami dimostra di cavarsela egregiamente in entrambi.
Ecco, se dovessi dire di cosa parla esattamente il libro direi che  parla della morte, della vita, dell'ineluttabilità delle cose, dello scorrere tranquillo del tempo e dell'affanno dell'essere umamo che, condannato dal suo stesso raziocinio alla consapevolezza della propria mortalità, si affanna a trovare un senso e un fine alla propria esistenza. Sperando che l'uccello-giraviti abbia avvitato anche oggi per bene tutte le viti che tengono insieme lo spazio e il tempo.

In conclusione: leggetelo. Non fatevi spaventare dal numero di pagine: è un compagno di viaggio ideale, anche se lo lascerete fermo per un po' se ne starà a sonnecchiare per tutto il tempo necessario.
E' in grado di far crescere il lettore, di trasportarlo lontano. Spesso vi porterà in luoghi bui e profondi dove non vorreste andare... e che scoprirete essere spaventosi, terribili e mortalmente affascinanti.

Buoni propositi

Buoni propositi che evaporeranno presto

Ed eccoci arrivati al 2012.
Ringraziando i Maya, c'è chi si vivrà l'anno in ansia, chi no, chi sarà curioso di vedere che succede. Io appartengo alla terza categoria. Del resto il mondo doveva finire anche nel 2000, dovevano crollare i monti, aprirsi voragini nella terra, doveva esserci il Millennium Bug che avrebbe mandato in tilt tutti gli apparecchi elettronici, sarebbero dovuti arrivare gli gnomi delle mutande a svuotarci i cassetti.
E invece siamo ancora qui, cazzo.
Quindi, non penso che cambierà molto.
In ogni caso, anche se dovessi crepare antro un annetto o giù di lì, non mi sono dimenticato di fare i miei buoni propositi per l'anno nuovo. Fiori, cioccolatini, promesse che non manterrò.

La lista non è lunghissima ma è tosta tosta. Non gliene regherà nulla a nessuno, ma io me la pubblico qui. Altrimenti me ne dimentico.
  • Smettere di fumare
  • Tornare ad un regime vegetariano
  • Finire un libro prima di leggerne un altro
  • Prendermi più cura di me
  • Essere meno pigro
  • Fare più esercizio fisico
  • Non lasciare questo blog a marcire
  • Prendere la patente
  • Continuare a disegnare conin modo continuativo
  • Aggiornare in modo decente e costante il portfolio online
E mi pare sia tutto.

Buon 2012 a tutti, buona fine del mondo e buona ansia precolombiana.