L'uccello che girava le viti del mondo

Perché non sempre la realtà è completamente vera, nè la verità è completamente reale

Finalmente ho finito di leggere questo libro.
Ci ho messo davvero tanto a finirlo, è dall'aprile del 2011 che mi tiene compagnia, e abbiamo fatto un bel pezzo di strada insieme.
E ci tengo a far conoscere anche a voi questo mattone di ottocento e passa pagine, sbucato fuori al cervello e dalla penna di Haruki Murakami. A cominciare dalla trama.
E qui sorge il primo grosso problema. La trama è un po' il biglietto da visita del libro, in fondo, ma è davvero difficile stilare una trama che sia esauriente e riassuntiva allo stesso tempo. Ma ci proverò lo stesso.
Okada Toru è un giapponese sulla trentina, sposato, che ha lasciato il lavoro e si dedica alle faccende di casa mentre la moglie Kumiko provvede a portare a casa uno stipendio.
Tuttavia un giorno la sua tranquilla vita coniugale inizia a farsi strana: Okada inizia infatti a ricevere telefonate erotiche anonime e al contempo il gatto di casa sparisce. La moglie sembra scossa a tal punto dalla scomparsa del gatto da contattare una sensitiva per chiedere aiuto.
Ma non è solo il gatto a sparire: in breve tempo infatti Kumiko stessa se ne andrà di casa, senza dare nessuna spiegazione al marito e rifiutandosi di incontrarlo o parlarci ancora.
Il nostro protagonista non si darà per vinto e inizierà a cercare la moglie, convinto che dietro alla sua scomparsa ci sia qualcosa di più di una semplice relazione extraconiugale.
Da qui inizierà un lunghissimo viaggio nel quale si intrecciano passato, presente, una miriade di personaggi e che porterà Okada a scavare come prima cosa dentro sè stesso per comprendere e ritrovare l'essenza di Kumiko.
Si, penso di esserci riuscito. Ma non esprime nemmeno lontanamente quanto complesso e profondo sia questo libro.
Ho già detto che ci ho messo tantissimo tempo per leggerlo. Non è una questione di pagine, se voglio macino pagine su pagine come un tritacarte.
Partiamo dal fatto che il libro è complesso. Non a livello di scrittura, anzi, è decisamente scorrevole e di piacevole lettura. Ma i personaggi sono tanti, tutti enigmatici e continuano a intrecciarsi, comparendo, sparendo, tornando a galla; inizialmente sembra che ruotino tutti attorno al protagonista. Solo dopo un bel pezzo ci si rende conto che il legame tra loro e tra i fatti apparentemente distanti che descrivono o vivono è tanto sottile quanto profondo.
Quindi, la lettura richiede concentrazione e una discreta memoria per quanto riguarda persone, luoghi ed epoche.
Infatti il libro salta continuamente tra presente e passato, all'interno di flashback dei vari personaggi, che spesso comprendono lunghi stralci storici sulla Seconda Guerra Mondiale. E anche tra presente e un passato altro o un presente altro, luoghi e tempi non del tutto reali e non del tutto veri.

Oltre alla complessa costruzione a spirale, il libro è profondo. E' pieno di descrizioni ed elucubrazioni che fanno pensare, meditare, che scavano. Spesso i personaggi sembrano contorti, quasi malati. Ma ad un esame più attento, i loro pensieri li abbiamo fatti anche noi. Solo che non ci piace ammetterlo. Pensieri paradossali, a tratti folli, ma che fanno parte della natura umana.
E della natura umana il libro tratta ampiamente. Dei lati più nobili, di quelli torbidi, di quelli lucidi e di quelli irrazionali. I passaggi violenti non mancano, soprattutto nei flashback riguardanti la guerra, così come non mancano le descrizioni delle piccole cose, del quotidiano. E Murakami dimostra di cavarsela egregiamente in entrambi.
Ecco, se dovessi dire di cosa parla esattamente il libro direi che  parla della morte, della vita, dell'ineluttabilità delle cose, dello scorrere tranquillo del tempo e dell'affanno dell'essere umamo che, condannato dal suo stesso raziocinio alla consapevolezza della propria mortalità, si affanna a trovare un senso e un fine alla propria esistenza. Sperando che l'uccello-giraviti abbia avvitato anche oggi per bene tutte le viti che tengono insieme lo spazio e il tempo.

In conclusione: leggetelo. Non fatevi spaventare dal numero di pagine: è un compagno di viaggio ideale, anche se lo lascerete fermo per un po' se ne starà a sonnecchiare per tutto il tempo necessario.
E' in grado di far crescere il lettore, di trasportarlo lontano. Spesso vi porterà in luoghi bui e profondi dove non vorreste andare... e che scoprirete essere spaventosi, terribili e mortalmente affascinanti.