Radici

Dritto dritto alla radice del problema (e dei capelli)

Stavolta con Lush mi sono avventurato in una categoria di prodotti che ancora non avevo mai provato: i trattamenti per capelli. Lush mi ha risolto i problemi con la mia odiosa pelle grassa, mi sono detto che magari riusciva anche a liberarmi del medesimo problema per quanto riguarda i capelli.
Così alla mia ultima visita al negozietto Lush padovano, dopo la rituale infinita chiacchierata con le commesse, me ne sono andato con un bel barattolone di Radici, un prodotto nuovo di zecca che sta andando letteralmente a ruba.

Lush ci dice:
Il megamassaggio preshampoo per far crescere i capelli forti e sani! Stimola le radici e il cuoio capelluto con tanta menta, ortica, miele e olio d’oliva e aiuta a trattenere i capelli fuggiaschi.
  • COME SI USA?

Applicatelo prima sul cuoio capelluto e massaggiate delicatamente, poi stendetelo su tutta la lunghezza dei capelli asciutti e tenetelo su per 20 minuti. Lavatevi i capelli e applicate un balsamo leggero. Bisogna massaggiare (e risciacquare) in modo delicato i movimenti troppo vigorosi o violenti non vanno bene. Usare tre volte la settimana per un paio di settimane per ottenere effetti davvero notevoli.
  • INGREDIENTI CHIAVE:
Infuso di menta fresca stimola tantissimo i follicoli dei capelli per evitare la caduta dei capelli.
Essenza assoluta di ortica è stimolante ed aiuta a mantenere sano il cuoio capelluto.
Miele per ammorbidire, ma non troppo per non appesantire i capelli.
Olio extravergine d’oliva rafforza e nutre i capelli.
Per il profumo: arancia dolce e neroli per infondere buonumore e farvi sentire bene con voi stessi e con i vostri capelli.
Non appena apriamo il barattolone nero e diamo un'annusata, spicca decisamente il profumo fresco della menta, addolcito da una nota di arancia. E' una fragranza fantastica, che rilassa e rivitalizza allo stesso tempo, senza essere invadente. La nota strana che sentirete in sottofondo sono i neroli, un odore decisamente meno comune di menta e arancia, ma che si sposa benissimo con entrambi, rendendo la profumazione più ricca e meno pizzicorina.
Questo "Radici" si presenta come una crema chiara e compatta, assolutamente non untuosa o appiccicosa: si spalma benissimo, si riesce facilmente a stenderlo bene e a distribuirlo prima sul cuoio capelluto e poi sui capelli, impaccandoli per bene senza impiastricciarsi eccessivamente le mani. E' sostanzioso, e nonostante il prezzo non sia dei più economici vi durerà a lungo.
E' un prodotto estremamente versatile: grazie al mix di ingredienti è possibile personalizzarne l'uso. Io ho i capelli grassi e alla fine del trattamento sono puliti, leggeri, morbidi e restano così a lungo (riesco a lavarli due-tre volte a settimana, per me è un miracolo, prima dopo un giorno erano già una schifezza untuosa).
Lo consiglio quindi a chi ha i capelli grassi, a chi li ha opachi, a chi li ha secchi o fragili. Se vi ritrovate dei capelli delle ultime due categorie in condizioni estreme, invece, eviterei, preferendo un prodotto specifico che li rimpolpi.
Per l'utilizzo, quello che ci dice Lush è puramente indicativo, e dovete personalizzarlo a seconda dei capelli che vi ritrovate. Io consiglio in ogni caso di cominciare separando i capelli in ciocche, e applicare il prodotto sul cuoio capelluto, massaggiando con delicatezza. In ogni caso non esagerate mai con la quantità.
La prima variabile da "personalizzare" è il massaggio, o meglio la durata dello stesso. Per capelli particolarmente grassi limitatevi a cinque minuti massimo, quel tanto che basta per attivare la microcircolazione senza andare a stimolare la produzione sebacea. Per capelli secchi invece, massaggiate (ancora meglio,fatevi massaggiare) a lungo, anche un quarto d'ora se vi aggrada.
Usate quindi un pettinino che non graffi la cute (di plastica o legno) per stendere il trattamento su tutta la lunghezza del capello e lasciatelo in posa. Per quanto tempo? Inversamente proporzionale al massaggio. Per un massaggio di cinque minuti lasciatelo in posa anche una ventina, per massaggi più lunghi riducete il tempo di posa in proporzione. Ah, mentre è in posa ci si sente la testa leggera e fresca, che pizzica appena appena, una sensazione gradevolissima.
Procedete sciacquando con acqua non troppo calda e fatevi uno shampoo veloce. Se il vostro problema sono i capelli spenti o fragili, applicate alla fine un balsamo leggero, altrimenti via con l'asciugatura, evitando di sfregare i capelli. Tamponateli con un asciugamano e usate il phon a potenza e calore medi, non troppo vicini alla testa.
E preparatevi a godervi dei capelli rimessi a nuovo: leggeri, pulitissimi, brillanti...con un leggero profumo di menta.
Se non si fosse capito, questo prodotto mi ha a dir poco conquistato.

L'INCI è buono, troviamo i soliti allergeni del profumo in fondo alla lista, un brutto conservante proprio come fanalino di coda e un paio di ingredienti non troppo appetitosi nella prima metà, che tuttavia sono a parer mio ben bilanciati dai componenti naturali del prodotto.

Cosa ci trovate dentro (esattamente):
Infuso di Menta Fresca (Mentha piperita) - doppio verde
Acqua (Aqua) - doppio verde
Cetearyl Alcohol - doppio verde
Sodium Lauryl Sulfate - doppio verde
Disodium Laureth Sulfosuccinate - giallo
Acido Citrico (Citric Acid) - doppio verde
Propylene Glycol - rosso
Miele (Mel) - doppio verde
Olio Essenziale di Menta Piperita (Mentha arvensis) - doppio verde
Olio Essenziale di Arancia Dolce (Citrus sinensis) - doppio verde
Olio Essenziale di Menta Verde (Mentha spicata) - doppio verde
Olio Essenziale di Pompelmo (Citrus paradisi) - doppio verde
Essenza Assoluta di Ortica (Urtica urens) - doppio verde
Olio Essenziale di Neroli (Citrus Aurantium amara) - doppio verde
Olio Extra Vergine di Oliva (Olea europaea) - doppio verde
Limonene - giallo
Linalool - giallo
Citral - giallo
Profumo (Parfum)
Methylparaben - verde
Propylparaben - rosso

Quanto vi costa:
Barattolone da 225 grammi   €19.95

LUSH.IT  
date un'occhiata al sito della Lush, mi raccomando,
è tutta robbba bbbuona per voi e per l'ambiente!

Halloween cocktails

Pozioni per Halloween 2012

Halloween si avvicina, ed è un ottimo pretesto per organizzare una festicciola. E già che ci siete, perché non offrite ai vostri ospiti qualche cocktail a tema?
Ho cercato in giro qualche ricettina dall'aspetto grottesco, ma ammetto he le ho modificate quasi tutte, per renderle meno "pasticciate" a livello di sapore, usando oltretutto ingredienti più facili da reperire ma senza alterarne l'aspetto. Potete trovare tutto quello che vi serve in un supermercato o ipermercato ben fornito. Forse la cosa più difficile da reperire è la vodka nera, ma vi assicuro che ormai è diventata abbastanza comune.

Occhi di licis
Come prima cosa voglio spiegarvi come preparare gli "occhi" con i quali guarnire i cocktail (o i punch, o usare come stuzzichino).
Vi serviranno:
  • licis in scatola (hanno il vantaggio di essere già privi del nocciolo)
  • marmellata di fragole o ciliegie
  • mirtilli
La preparazione è semplicissima. Mettete un po' di marmellata nell'incavo del licis, dove prima c'era il nocciolo. Inserite poi un mirtillo (deve essere abbastanza grosso), la marmellata lo manterrà al suo posto, soprattutto se lo conservate in frigo per un po'. Facile facile.

E ora passiamo ai cocktails veri e propri!


Black widow
  • 30ml di vodka
  • 20ml di liquore al lampone
  • 10ml di succo di mirtillo
  • 20ml di succo di fragola
  • Una rotella di liquirizia
Shakerate gli ingredienti con abbondante ghiaccio e filtrate in una coppa Martini. Srotolate la liquirizia e tagliate dei segmenti con cui decorare il bicchiere, posizionandoli in modo da farli sembrare delle zampe di ragno.


Dragon eye
  • Vodka alla menta (verde, non trasparente)
  • Gin
  • Granatina
  • Un occhio di licis
Versate la vodka in un bicchierino da sour, riempiendolo per tre quarti. Aggiungete un cucchiaino di gin e poi uno di granatina che andà a depositarsi sul fondo, guarnite con un occhio di licis e servite.


Witches cocktail
  • 3/10 di vodka alla pesca
  • 1/10 di cointeau
  • 3/10 di succo d'uva nera
  • 2/10 di succo di fragola
  • 1/10 di succo di lime
Questa ricetta ve la dò in proporzioni, perché è molto più comodo prepararla in caraffa. Mescolate tutti gli ingredienti in una caraffa con ghiaccio, e servite in bicchieri collins alti con qualche cubetto di ghiaccio e due occhi di licis.


Wormy shot
  • Tequila
  • Succo di arancia
  • Vermi gommosi
Riempite un bicchiere da shot o sour per metà di rum, aggiungete il succo d'arancia finché non sarà pieno per tre quarti, guarnite con un vermetto gommoso e servite.



Ghost in the graveyard
  • 60ml di creme de cacao scura
  • 60ml di kalhua (o altro liquore al caffè)
  • 1 pallina di gelato alla panna
Versate i liquori in un bicchiere e mescolate bene. Mettete con delicatezza la pallina di gelato in un old fashion doppio ben freddo (tenetelo in freezer per un quarto d'ora), dopodiché versateci sopra lentamente il mix di liquori.

Swamp snake
  • 50ml di vodka nera
  • Succo di mandarino
  • Bastoncino di liquirizia (gommoso, non in rametto)
Riempite un collins alto e stretto o un flute di cubetti di ghiaccio per tre quarti, quindi versate il succo di mandarino finché non sarà pieno a metà. Aiutandovi con un cucchiaio (posatelo contro il bordo interno del bicchiere e versateci lentamente il liquore sopra invece che direttamente nel succo), formate uno strato di vodka.
Guarnite con la liquirizia e servite.

Black soul
  • 30ml di vodka nera
  • 60ml di succo di mirtillo
  • Fragole e mirtilli (o un "occhio di licis")
Shakerate la vodka e il succo con abbondante ghiaccio, filtrate in una coppa martini e guarnite con i frutti di bosco o con un occhio di licis.


 Zombie blood
  • 10ml di rum bianco
  • 10ml di rum scuro
  • 10ml di gin
  • 10ml di vodka
  • 10ml di cointreau
  • 10ml di midori (o altro liquore al melone)
  • Lemonsoda
  • Granatina
Macchiate l'interno di una coppa Martini abbastanza capiente con degli schizzi di granatina. Shakerate con abbondante ghiaccio tutti li ingredienti alcolici e filtrateli nel bicchiere. Finite di riempirlo con un dito di lemonsoda e servite.

Witches punch
Per finire vi propongo questo, che più che un punch è un modo per tenere alticci e in stato iperglicemico gli ospiti. E fa la sua bella figura, ovviamente.
Riempite una ciotola (se avete una pentola simile ad un calderone usatela!) di dolcetti gommosi, scegliendo ovviamente quelli in stile halloween (i migliori sono vermi e altri insetti), e aggiungete vodka fino a ricoprirli completamente. Lasciateli in frigo per almeno un giorno, in modo che le schifezze di gomma assorbano l'alcol. Per servirli, lasciate la ciotola a disposizione degli ospiti, magari con annesse delle pinze per il ghiaccio, in modo che possano prelevare le schifezze alcoliche che vogliono quando vogliono.

Penso che per quanto riguarda il beveraggio io vi abbia dato idee a sufficienza. Scegliete le ricette che vi garbano di più, procuratevi il necessario e preparatevi per i festeggiamenti!

Natural Code

Pappagatti, ottima pappagatti

L'articolo di oggi è per tutti i proprietari di un essere malvagio, peloso e dotato di artigli. Si insomma per tutti quelli che come me hanno uno o più gatti.

Ho già parlato dell'importanza dell'alimentazione e di come sia meglio essere diffidenti verso i cibi che costano pochi centesimi. Ovviamente vale sia per il cibo secco che per quello umido.
La maggior parte dei gatti preferisce il cibo umido, ma per tutelare la loro salute e favorire lo sviluppo fisico al meglio è consigliabile basare la dieta del micio di casa sul cibo secco, scegliendo un prodotto di qualità.
Però, perché negare alla nostra palla di pelo lo sfizio di mangiare anche del cibo umido, di tanto in tanto? Personalmente, io dò alle mie due bestiacce due pasti a base di crocchette (mattino e sera), con la quale soddisfano diciamo al 90% il loro fabbisogno nutrizionale quotidiano, mentre la sera gli spetta una cena leggera a base di umido. Dopo quella se hanno ancora fame, gli dò volentieri qualche crocchetta extra (non dimentichiamoci che il gatto non è propenso al pasto unico, piuttosto "spizzica" più volte durante la giornata: in natura arriva a fare più di dieci pasti al giorno).
E' un po' ormai che utilizzo i prodotti della linea Natural Code e vi assicuro che sono i migliori che potete trovare sul mercato. La ditta, Natural Line, è un'azienda italiana specializzata esclusivamente in cibo umido per gatti, ed è una garanzia di alta qualità.
Rispetto ad altre marche (come ad esempio le ottime Almo e Farmina), ha prezzi leggermente più contenuti e confezioni un po' più grandi.
Ovviamente non la trovate al supermercato, ma devo ammettere che, con mia enorme soddisfazione, la sua reperibilità nei negozi di alimenti per animali sta crescendo a vista d'occhio. La maggior parte dei prodotti sono in lattina, ma da poco hanno lanciato una linea di prodotti in busta (io comunque trovo le scatolette molto più comode). Si rivolgono principalmente a gatti adulti, ma sono presenti anche dei prodotti per gattini e gatti anziani.

Che garanzie ci offrono questi prodotti?
  • carni pregiate: tutte le carni bianche o rosse presenti nel cibo provengono dal petto e dal filetto dell'animale, e sono etichettate in origine come carni destinate anche al consumo umano;
  • pesce fresco: il pesce utilizzato nei prodotti proviene dalla pesca in mare aperto e non da allevamento;
  • niente conservanti nè coloranti: il prodotto contiene solo carne fresca e acqua di cottura;
  • hormon free: gli animali dal quali provengono le carni non sono stati allevati somministrando loro ormoni per accelerarne la crescita;
  • cruelty free: i prodotti finiti e durante la lavorazione non vengono testati su animali;
  • dolphin friendly: il pesce viene pescato nel rispetto dell'ambiente ed evitando la cattura e l'uccisione dei delfini.
Cosa troviamo nelle scatolette?
Non c'è trucco e non c'è inganno: come già detto, solo carne e acqua di cottura. L'alimento è cotto al vapore e inscatolato con la sua acqua di cottura (che contiene le vitamine e i sali minerali persi dalla carne in fase di cottura), non ridotto in patè o bocconcini. Aprendo una confezione ci troveremo sotto il naso sfilaccini di pollo, pezzetti di prosciutto, gamberetti e tranci di tonno (tali e quali a quelli che usiamo per ondire la pasta o l'insalata). A naso questi prodotti hanno l'odore di ciò che sono: provate a comprare una scatoletta da supermercato da cinquanta centesimi al gusto di pollo, dateci un'annusata e poi ditemi se l'odore assomiglia anche solo vagamente al pollo.
Come valori nutrizionali abbiamo un contenuto di ceneri, grassi e fibre irrisorio (sotto il 2%), mentre il valore proteico si aggira tra il 15% e il 20%. Ovviamente non è un alimento completo, e va somministrato insieme a del buon cibo secco, per integrare il fabbisogno di sali minerali e vitamine. In natura il gatto mangia tutto della propria preda, comprese pelle, piccole ossa e organi interni, dai quali ricava tutto ciò di cui ha bisogno; dal momento che viviamo in una società a misura di uomo e non di gatto dobbiamo provvedere noi.

Sotto tutti gli aspetti si tratta di un prodotto complementare eccellente.
Mozart, il mio signorino snob (che schifa il petto di pollo ai ferri se troppo duro, condito o tagliato a pezzi troppo grossi), ne va letteralmente pazzo.

Vi lascio il sito della ditta, date un'occhiata ai componenti analitici di questa ottima pappa per gatti 
e fateci un pensierino, il vostro micio ringrazierà:
Natural Line

Funghi ripieni al forno

Mi sono innamorato di questo piatto

Ancora cucina? Si, ancora cucina, il blog è mio e ci scrivo quello che mi pare.
I motivi di un altro post di cucina in realtà sono due: passare la ricetta ad una mia amica e scriverla prima di dimenticarmela. Infatti, come praticamente tute le ricette che trovate nel blog non è pescata dalla rete, ma ha qualche (più di qualche) modifica e accorgimento.
Oggi vi propongo una ricetta favolosa a base di funghi. Del resto, siamo in autunno, e in questo periodo a me viene una voglia improvvisa e immotivata di funghi, neanche fossi una donna incinta. Questo piatto si presta benissimo ad essere servito come secondo piatto, magari accompagnato da verdure grigliate, ma se avete un appetito particolarmente vorace, è anche un ottimo antipasto o contorno.
La ricetta è un po' laboriosa e vi procurerà parecchie pentole da lavare, ma vi assicuro che il tempo che ci impiegherete sarà assolutamente ben speso.

procuratevi:
  • una vaschetta di funghi prataioli (di solito una quindicina tra grandi e piccoli)
  • 100 grammi di formaggio tipo latteria
  • misto per soffritto
  • prezzemolo
  • un bicchierino di brandy
per la besciamella:
  • 20 grammi di burro
  • 20 grammi di farina
  • 200ml di latte
  • noce moscata
Cominciate lavando i funghi dalla terra in eccesso. L'ideale sarebbe spazzolarli delicatamente con un pennello e poi strofinali con un panno umido. Se non riuscite a pulire alla perfezione la parte della radice (a volte è davvero troppo impestata di terra), tagliatela.
Rimuovete delicatamente i gambi, tirando e torcendo allo stesso tempo, facendo attenzione a non rovinare la cappella (si si, ridete, ho scritto CAPPELLA), e metteteli da parte. Scavate l'interno dei funghi un altro po' con un cucchiaino, per fare un po' più spazio al ripieno.
Prendete i gambi e tritateli grossolanamente.
In una casseruolina fate scaldare poco olio e rosolate una manciata di misto per soffritto. Aggiungete i funghi e scottateli a fuoco medio, quindi versate il brandy (che toglie l'eventuale gusto "terroso" residuo ma non altera toppo il sapore dei funghi, soprattutto se di buona qualità) e mezzo bicchierino di acqua, mettete il fuoco al minimo e lasciate cuocere finché non si siano asciugati. State attenti, soprattutto verso la fine della cottura è facile che si attacchino al fondo della pentola, mescolateli di frequente.
Terminata la cottura aggiungete il basilico a piacere e aggiustate di sale. Lasciate che si raffreddi un po'.
Tagliate tre quarti del formaggio a pezzetti piccolissimi, aggiungetelo al composto appena preparato e mescolate. E' importante che il composto non sia più bollente, il formaggio non deve ancora fondersi.
Ora cominciamo a preparare la besciamella. Per questo piatto è necessario che sia abbastanza cremosa e compatta, se fosse troppo liquida renderebbe la lavorazione impossibile.
Ci sono tanti modi per prepararla, io vi dico quello che uso io, che è quello più rapido e con meno possibilità di formare grumi.
Mettete il burro a pezzetti e la farina in un pentolino su fuoco basso, mescolando velocemente (altrimenti la farina si brucia) e schiacciando leggermente il burro per farlo fondere più in fretta finché non si formerà una pappetta omogenea. Versate il latte freddo da frigo tutto in una volta, alzate leggermente il fuoco e continuate a mescolare. Quando sentirete che la besciamella inizia a raddensarsi aggiustate di sale, aggiungete un pizzico di noce moscata e mescolate con energia e velocemente per evitare la formazione di grumi finché il tutto non inizierà a sobbollire. Continuate a cuocere mescolando come dei forsennati per altri due o tre minuti, quindi togliete dal fuoco.
Lasciate che la besciamella si intiepidisca, quindi aggiungetene almeno tre quarti al composto di gambi tritati e amalgamate per bene il tutto.
Ora prendete una pirofila e coprite il fondo con della carta forno. Disponeteci dentro i funghetti (vi conviene farlo ora da vuoti, una volta ripieni diventa più brigoso maneggiarli). Riempiteli per bene con l'impasto, e con "per bene" intendo fino a farli straripare. Se avete fatto la besciamella della giusta consistenza il ripieno dovrebbe essere ben compatto e non sbrodolare in giro.
Ora ricoprite il ripieno con la besciamella avanzata, non fatevi scrupoli e mettetecene uno strato bello spesso.
Prendete il formaggio avanzato e tagliatelo a fettine sottili, due per ogni fungo. Adagiatele sulla besciamella sopra ai funghetti, formando delle X, e pigiate un po' per assicurarvi che non scivolino giù (la besciamella è comunque un ottimo collante).
Infornate in forno già caldo per 25 minuti, o fino a quando la besciamella e il formaggio non abbiano formato una bella crosticina dorata e invitante.
Vi avevo avvertito che è un po' brigosa. Badate, non difficile, anche se ci vuole un po' di abilità per curare i funghi a dovere, ma prende un po' di tempo e richiede attenzione nelle fasi di cottura. L'attaccatura sul fondo della pentola è sempre dietro l'angolo. Per il ripieno potete sbizzarrirvi, se siete carnivori potete aggiungere pezzetti di wurstel o pancetta, che danno a questo piatto dal sapore molto delicato un po' più di carattere.
Ma vi assicuro che ne vale assolutamente la pena, questa roba si scioglie in bocca.

Arcani Minori: lettura intuitiva

Si, è possibile interpretarli senza impararsi subito a memoria un manuale intero
Torniamo a parlare di Tarocchi.
Memorizzare e interpretare gli Arcani Maggiori è relativamente semplice, anche per via delle figure evocative che rappresentano. Gli Arcani Minori invece sono molti di più e non sempre facili da interpretare correttamente. I messaggi che danno di solito sono più pacati e meno ficcanti rispetto ai Maggiori, ma nel contempo spesso forniscono molte più sfumature. Oltre al fatto di essere un po' più gentili: i Maggiori non hanno peli sulla lingua e tirano certe mazzate da far spavento, i Minori dicono le stesse cose con un po' più di tatto.
Ma spesso approcciarsi ai Minori un po' spaventa: imparare a memoria il significato di cinquantasei carte può sembrar un compito noioso e gravoso.
Oggi voglio quindi proporvi un metodo di lettura relativamente semplice e al quale potete ricorrere anche in seguito, quando avrete una conoscenza delle carte più approfondita (si sa, può capitare di non ricordarsi esattamente il significato di una carta).
Io la chiamo "lettura intuitiva", per quanto nella lettura dei Tarocchi sia comunque necessaria una buona dose di intuizione. Si tratta di un metodo un po' vago ma generalmente affidabile nei responsi, che richiede di memorizzare poche informazioni e combinarle tra loro per avere una lettura un po' povera ma comunque corretta.

Partiamo dal significato generale dei semi degli Arcani Minori.
  • I bastoni sono legati all'elemento fuoco, al genere maschile, e rappresentano il "fare", il lavoro, gli eventi in divenire, la voglia di mettersi in gioco e di creare. Quindi possono indicare l'attività e al contempo la pigrizia fisica e mentale del soggetto. Sono particolarmente rilevanti in letture circa lo studio e il lavoro.
  • Le coppe sono legate all'elemento acqua, al genere femminile, e rappresentano la famiglia, i legami, il desiderio di affetto e le relazioni interpersonali. In senso lato rappresentano l'utero e la vita. In genere indicano l'evolversi o il retrocedere di una situazione affettiva o sentimentale e sono particolarmente importanti in letture circa l'amore e la famiglia.
  • Le spade sono legate all'elemento aria, al genere maschile, e rappresentano i dubbi interiori, le ansie, i conflitti e gli ostacoli. Si rivolgono in particolar modo alla sfera emotiva che a quella pratica, indicando tumulti interiori. In genere indicano forti dubbi e paure, pericolo, o la liberazione da essi. Sono particolarmente rilevanti in letture circa situazioni incerte, convalescenza e decisioni importanti da prendere.
  • I denari sono legati all'elemento terra, al genere femminile, e rappresentano i soldi, il profitto, le spese, il guadagno in senso materiale (più raramente spirituale). Possono comunicare spese, eredità, perdite o vincite materiali. In genere non sono difficili da interpretare, e influiscono maggiormente nelle letture circa lavoro, affari, viaggi e progetti futuri.
Già conoscendo queste preerogative delle carte, durante una lettura possiamo stabilire a colpo d'occhio se si parla di una questione più spirituale o più materiale, o c'è un buon equilibrio tra questi aspetti, a seconda del seme o dei semi predominanti.
Bastoni e denari sono semi materiali (lavoro e soldi), coppe e spade sono semi spirituali (affetto e paure).
Allo stesso modo, possiamo capire se la lettura indica un genere maschile o femminile, e pensare se fa riferimento al consultante o a terzi (le carte stanno mettendo in guardia circa un uomo o una donna o rivelano interessi e desideri particolari del consultante).

Prendendo in considerazione le carte numerali, ogni seme va dall'asso al dieci.
  • L'asso è sempre un inizio, e il dieci è il compimento dell'opera o la fine di un ciclo.
  • Le carte che stanno in mezzo parlano dello stato del ciclo o dell'intensità dell'emozione.
Ad esempio, un sei di bastoni sta ad indicare una buona possibilità di successo o voglia di fare. Insomma, una volta che sapete l'ambito di cui parlano le carte (schematicamente: lavoro, affetti, paure, soldi), potete valutare la loro intensità da 1 a 10.
L'asso è un po' particolare, perché indica sempre qualcosa di molto forte, anche se avrebbe il valore numerico 1. Quindi un grande inizio (bastoni), un matrimonio (coppe), vendetta o giustizia (spade), grande fortuna (denari).

Le figure si riferiscono invece quasi sempre ad una persona o al consultante stesso. L'unica eccezione è il Cavaliere, che è più simbolico che fisico. Sempre negli ambiti sopra descritti, si possono facilmente interpretare in modo intuitivo.
  • Il Re è un uomo maturo (figura autoritaria, marito, padre)
  • La Regina è una donna matura (figura autoritaria, moglie, madre)
  • Il Cavaliere porta notizie e viaggi, ed è colui che combatte (conoscente)
  • Il Fante è un giovane ancora inesperto (amico, fratello, fidanzato)
Nelle carte di corte (le figure) le spade non hanno un'accezione così negativa, non sono necessariamente persone che intendono ferirci, ma consigliano sempre prudenza.

Infine, le carte rovesciate indicano in media il significato opposto delle carte dritte, e possiamo valutarle come sempre nella loro intensità da 1 a 10. Quindi:
  • I bastoni da intraprendenza diventano pigrizia
  • Le coppe da affetti diventano dubbi e tradimenti
  • I denari da guadagno diventano perdita
Le spade sono un po' una storia a parte. Vista la loro disposizione nelle prime illustrazioni dei Tarocchi (spade curve incrociate a formare una mandorla), possiamo pensare ad esse come dei cancelli. Nei numeri pari il cancello è aperto, nei numeri dispari è sbarrato. Quindi, nel caso di carte pari, se rovesciate indicano problemi che si possono superare (con sempre più difficoltà man mano che il valore della carta sale), mentre i numeri dispari rovesciati peggiorano ancora di più il loro significato.
Lo stesso vale per le carte di corte che se rovesciate rappresentano sempre una persona, ma con caratteristiche morali del tutto opposte alle carte dritte (le spade sempre e solo con accezione negativa).

Questo è quanto. Potete fare affidamento su questo metodo, come già detto, se non conoscete ancora bene tutti i significati delle carte, o se al momento vi sfugge il simbolismo di una carta in particolare. La lettura intuitiva non vi consente di cogliere appieno il messaggio in tutte le sue sfumature, ma vi rende in grado di capirne correttamente il significato, diciamo "a spanne".
Man mano che andrete avanti con le letture (scegliere un mazzo che sia per voi visivamente semplice da interpretare aiuta molto) riuscirete a memorizzare più aspetti degli Arcani e a fornire un responso più accurato e ricco di dettagli, ma nel frattempo  potrete comunque fare pratica.

Monte bianco

Perché non approfittare delle castagne a disposizione?
 Dato che ottobre è mese di castagne, perché non tentare una ricetta che ne preveda l'utilizzo, e che magari vi faccia pure bestemmiare come pazzi?
Consigliata da mia madre, la ricetta del dolce "Monte Bianco", sembra facile da preparare, ma credetemi, se volete fare le cose a regola d'arte scegliete un pomeriggio piovoso in cui non avete nulla da fare, avrete bisogno di tempo. C'è una versione più semplice che prevede l'uso del castagnaccio (farina di castagne), ma a me piace complicarmi la vita.
Le dosi indicate sono per sei persone, ma secondo me ci si mangia tranquillamente in otto, a meno che non siate dei grandi amanti delle castagne, visto che è uno di quei dolci il cui sapore si appiccica al palato e non se ne va più.
Insomma, alla lunga io lo trovo stomachevole.

Procuratevi:
  • 700 grammi di castagne
  • 1/2 litro di latte
  • 30 grammi di zucchero
  • 1 cucchiaio di cacao
  • 400ml di panna fresca da montare  (o, se siete pigri, due bombolette di panna spray)
  • Mezza stecca di vaniglia o una fialetta di essenza
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 1 cucchiai di cacao amaro in polvere
  • 1 pizzico di sale
Lavate le castagne, praticate un taglio sulla buccia e lessatele in abbondante acqua bollente per 20 minuti, poi scolatele, sbucciatele e rimuovete la pellicina.
Ora partono le madonne. Le castagne ora sono a metà cottura, e spesso la pellicina non si stacca così facilmente, soprattutto quella incastrata nella polpa. Se avete tanto tempo e tanta pazienza, mettetevici con pazienza certosina. Altrimenti prendete un coltello, tagliate le castagne a metà e con un cucchiaino scavatene fuori la polpa, avendo cura di non raschiare via la pellicina.
Mettete le castagne ora sbucciate in un pentolino con il latte, lo zucchero, la vaniglia (se usate il baccello incidetelo per lungo) e il sale, lasciando sobbollire a fuoco basso per 40 minuti o fino a che il latte non abbia assunto un colore marroncino e si sia quasi consumato.
Scolatele, eliminate il baccello di vaniglia e passatele allo schiacciapatate o riducetele in purea con una forchetta finché sono ancora calde.
Aggiungete il cacao, mescolate bene, lasciate raffreddare e poi mettete in frigo per almeno un'ora (non mettete mai nulla in frigo ancora caldo, eh).
Trascorsa un'oretta, tirate fuori il composto e, se volete, passatelo nello schiacciapatate di nuovo.
A questo punto potete decidere se fare un dolce unico o più dolcetti monoporzione. Io preferisco la seconda opzione, così ognuno potrà avere il suo piccolo "monte bianco".
Con il composto di castagne e cacao formate un cono. Montate la panna finché non sarà ben salda (via di sbattiuova!). La panna da montare ha il vantaggio di essere un po' meno dolce e di avere un gusto più neutro, smorzando così il saporitissimo ripieno.
Stendete la panna o la panna spray formando uno strato di almeno un centimetro sopra all'impasto di castagne.
Decorate come volete con riccioli di cioccolato, codetta o altro.
La parte rognosa è lo sbucciare le castagne e il fatto che si sporchino un numero considerevole di pentole, ciotole e ciotoline. Ma il dolce ne vale la pena, e con le temperature che si abbassano sempre di più avete tutto il diritto di concedervi qualcosa di sostanzioso.

Due gatti neri compie un anno!

Mozart e Chopin sono del tutto ignari di essere finiti sul web

E' passato un bel po' di tempo da quel primo post con la ricetta sui mochi. Per essere precisi, oggi è l'anniversario dell'apertura del blog!
Non pensavo sarei riuscito a mantenere un ritmo decente e credevo ch dopo i primi post avrei lasciato tutto a marcire, la fine che hanno fatto fin troppi progetti da me iniziati e mai portati a termine.
Così come non mi aspettavo neanche lontanamente che questo piccolo progetto arrivasse ad avere un pubblico così vasto. ringrazio tutti qulli che mi seguono assiduamente, quelli che danno una sbirciata e via e anche quelli che capitano qui per caso.

Ad un anno dalla sua apertura, questo piccolo blog ha accumulato oltre 23.000 visualizzazioni, e continuo a ricevere suggerimenti e richieste su Facebook. Incredibile.

Come piccolo regalo, il blog apre anche su Tumblr, dove è molto più semplice iscriversi e seguire i miei sproloqui! Per la precisione, qui: CLICCAMI TUTTO!
Non temete, continuerò a pubblicare anche qui!

E ho un'altra sorpresa per voi... ma per quella ci sentiremo a fine mese.
Restate sintonizzati, e grazie ancora a tutti, di cuore!

Submachine

Un superbo pogetto videoludico
 Se vi piacciono i punta e clicca di qualità e ancora non conoscete Submachine, probabilmente avete vissuto sotto ad una roccia per tutto questo tempo.
Questa splendida serie di giochi ha visto la luce nel 2005, con la pubblicazione del primo capitolo, e ad oggi vanta otto capitoli ufficiali e quattro spin-off.
L'autore, Mateusz Skutnik, è un artista, programmatore e architetto polacco. Ha lavorato a diverse graphic novel e cortometraggi animati, ma ciò per cui è famoso sono i suoi "point and click" games. Insieme a Karol Konwerki ha fondato Pastelgames, l'ormai nota casa produttrice sotto il cui marchio troviamo "Cover Front", "Daymare Town", "10 Gnomes" e il già menzionato "Submachine".

La serie ha vinto numerosi premi, tra cui quelli per Jay Is Games, un noto sito che recensisce e pubblica giochi in flash:
    •    Best of Casual Gameplay 2007 - Point-and-Click (for Submachine 4)
    •    Best of Casual Gameplay 2009 - Adventure (for Submachine 6)
    •    Best of Casual Gameplay 2010 - Point-and-Click (for Submachine 7)
    •    Casual Gameplay Design Competition #8 (for Submachine: 32 Chambers)

All'epoca del primo capitolo, probabilmente nemmeno Mateusz sapeva dove sarebbe andato a parare. "The Basement" è un semplice punta e clicca con una grafica pulita ma non particolarmente accattivante, con il solo scopo di riuscire a scappare da una serie di stanze all'interno delle quali ci troviamo rinchiusi. L'unico effettivo spunto per una possibile trama consiste in un foglio di diario che ci darà pochissime informazioni. Il livello di difficoltà è decisamente basso e questo gioco è accessibile a chiunque, anche se gli enigmi da risolvere sono comunque ben architettati.
E' con il secondo capitolo, "The Lighthouse" che entriamo nel vivo della serie. A quanto pare il primo gioco era solo un videogioco all'interno di un'arcade machine, ora inizia la vera fuga. Siamo all'interno di un faro interrato, e sembra impossibile uscirne. Con una buona dose di pazienza e ingegno dovremo farci strada attraverso la struttura, e inizieremo a venire a conoscenza di più informazioni.
Ma non ci saranno date poi troppe risposte.
Da qui in avanti è tutto un crescendo, capitolo dopo capitolo. Le grafiche diventano ottime, e pur essendo varie hanno sempre uno stile coerente e riconoscibile, semplice e scarno ma al contempo ricco di dettagli ed estremamente particolare. Dopo un po' anche in altri giochi lo riconoscerete subito: è il marchio di fabbrica dell'autore.

La trama resta ancora vaga e le informazioni ci vengono date con il contagocce, ma si vede che Mateusz sa dove vuole andare a parare. Cosa che tiene viva l'attenzione e la voglia di saperne di più.  
Esiste una rete di "Submerged Machines", macchinari antichi e misteriosi che sembrano essere dei punti di teletrasporto per accedere ad un numero presumibilmente infinito di universi paralleli, detti "Subnet". Ma come siano disposti questi universi o la loro vera struttura è un mistero. Molti hanno provato a svelarne i segreti, e tutti si sono forse persi nei livelli più profondi del sistema, forse sono stati spinti alla follia, hanno forse scoperto cose troppo grandi per loro... fattostà che nessuno ha mai fatto ritorno.
Gli ambienti di gioco sono ricchi di dettagli ed incredibilmente vari, mentre gli enigmi e i puzzle da risolvere non sono mai troppo difficili. Ci sono diversi passaggi criptici e momenti in cui si perde il senso dell'orientamento o ci si trova bloccati, ma in tutti i capitoli l'occasionale frustrazione è ben bilanciata da puzzle più semplici e di rapida risoluzione.
Le musiche non si possono davvero definire tali. Si tratta sempre di suoni dell'ambiente, ma anche questi sono studiati ad arte. Ci troveremo ad ascoltare leggere interferenze, echi e suoni vaghi che creano un'atmosfera misteriosa ed asettica, aumentando con il passare del tempo di gioco il senso di desolazione e di solitudine, spesso associato ad una marcata sensazione claustrofobica.
I colori e il design dei livelli trasmettono sensazioni di disagio, smarrimento ed estraneità verso questi ambienti abbandonati e disseminati di macchinari ignoti.
Per un'esperienza di gioco completa è necessario avere le casse accese e procedere con calma leggendo tutte le note che man mano troveremo. Sono fondamentali per la comprensione della trama e per immergersi al meglio nell'esperienza videoludica. Di volta in volta si tratta di istruzioni, memorie o resoconti, tutte cose che ci daranno l'impressione di essere costantemente osservati, come cavie da laboratorio, o di stare esplorando luoghi remoti dove fino ad un attimo prima c'era qualcuno, ma dove ora siamo soli con noi stessi.

Altra cosa fondamentale è procedere con i capitoli in ordine cronologico. Ci aiuterà a decriptare l'intricata trama, oltre a darci la soddisfazione di riconoscere oggetti e luoghi già visti nei capitoli precedenti.
Per godersi gli spin-off, vi suggerisco di giocare a "Submachine 0: The Ancient Adventure" dopo aver completato il secondo capitolo e sia "Submachine: Future Loop Foundation", "Submachine Network Exploration Experience" che "Submachine: 32 Chambers" dopo il quarto.
In particolar modo Future Loop Foundation e Network Exploration Experience avanzano delle teorie interessanti sull'origine e sullo scopo delle Submachines.
L'ottavo capitolo è appena stato reso pubblico, mentre il nono è previsto per il 2013.
L'autore ha accennato che la serie dovrebbe concludersi con il decimo capitolo, ma nel sito ufficiale gli spazi dedicati agli episodi di Submachine sono quattordici.... chi vivrà vedrà.

Mateusz (anche chiamato "Murtaugh" o "Mur" dai fan, giocando a Submachine scoprirete perché) ha affermato "Tendo ad espandere la mia narrazione verso nuovi territori.". Con Submachine non è riuscito a fare solo questo, si è spinto oltre, verso nuove dimensioni, creando un'esperienza videoludica unica ed affascinante.
Da provare assolutamente. Ma vi avverto, se vi lascerete catturare dall'universo delle macchine sommerse, uscirne potrebbe non essere così semplice.

LET'S PLAY NOW!

Ear piercings

Molto di più di un semplice orecchino
 Sapevo che scrivere questo articolo mi avrebbe preso un'eternità, ma ho finalmente finito.
Oggi parliamo di piercing alle orecchie.
Se volete farvi sforacchiare e avete paura delle conseguenze sociali (soprattutto in ambito lavorativo sappiamo che i piercing non sono ben visti), un piercing all'orecchio è da prendere in considerazione. Questa tipologia infatti è quella più accettata a livello sociale e raramente vi faranno problemi per un orecchio bucherellato, a patto che non sia eccessivo.
Vista la forma complessa dell'orecchio, ci sono moltissimi tipi diversi di piercing che si possono praticare su di esso. Ad eccezione della zona del lobo, l'orecchio è costituito di cartilagine: questo implica che i piercing non si chiuderanno mai, anche dopo anni lasciati senza gioiello. Potrà formarsi un nuovo strato di pelle sopra al foro, ma la cartilagine rimarrà bucata.
Gli aghi utilizzati in media per forare la cartilagine sono più grossi di quelli impiegati per i tessuti molli, e i tempi di guarigione di questi piercing è più lungo.

Avete l'imbarazzo della scelta
1. Lobe
Il lobe è il piercing più comune al mondo, e forse anche l'unico socialmente accettato. E' il classico "orecchino", un foro che trapassa il lobo dell'orecchio. Essendo l'unico piercing praticato in una parte carnosa e non cartilaginea, è anche l'unico (insieme alla sua versione trasversale) che può effettivamente richiudersi se lasciato a lungo senza gioiello.
Spesso questo piercing viene sottovalutato e generalmente viene eseguito in gioielleria o farmacia con la maledetta pistola sparaorecchini. Se mi seguite da un po', sapete quanto io ce l'abbia in odio e perché non dovreste mai farvi sforacchiare nessuna parte del corpo con quel fottuto arnese. Nemmeno i lobi.

2. Transversal lobe
Decisamente meno comune, trapassa in senso orizzontale il lobo dell'orecchio. Il piercer deve valutare se il lobo è spesso abbastanza per evitare lacerazioni e rigetti. Visto lo spessore di carne da attraversare ha un tempo di guarigione mediamente lungo ed è ovviamente più doloroso di un lobe classico

3. Helix (o rim)
Anche questo piercing è molto comune, e anche questo viene spesso eseguito con la pistola. Il foro trapassa l'elice dell'orecchio, ovvero la parte cartilaginea superiore. Se eseguito con l'ago non è particolarmente doloroso mentre se fatto con la pistola il dolore aumenta sensibilmente (cosa che fanno soprattutto le fighette per risparmiare soldi... non fate le fighette, rispettate il vostro corpo e andate da un piercer e non da un macellaio). Durante l'aftercare va prestata particolare attenzione: la posizione dell'helix lo mette in continuazione a contatto con i capelli ed è necessaria una pulizia adeguata per evitare complicazioni.

4. Anti-helix (o forward helix)
Posizionato all'estremità dell'elice, vicino alla congiunzione di orecchio e testa, è poco comune e spesso non di facile esecuzione, viste le dimensioni ridotte della zona da forare e lo spessore della cartilagine. Viene in contatto con i capelli e la zona interna è soggetta ad accumuli di grasso. Non lo consiglierei ai "novizi".

5. Tragus
Ultimamente ne vedo parecchi. Il tragus (o trago) è praticato nel triangolino cartilagineo che protegge l'accesso al canale uditivo. La cartilagine spessa assicura una posizione solida per un piercing, e non ci sono rischi di rigetto, ma internamente è soggetto ad accumulare sporco. Tenete conto anche che un piercing in questa zona potrebbe rendere difficile indossare gli auricolari (che vi dovrete scordare comunque per tutto il periodo di guarigione).

6. Anti tragus
Più raro del tragus, viene eseguito nel triangolo cartilagineo posizionato al di sopra del lobo ed è relativamente più semplice da mantenere pulito. Difficilmente dà problemi di rigetto, ma come per il trago può compromettere l'utilizzo di auricolari.

7. Inner conch (o shell)
Questo piercing sta crescendo in popolarità, anche se al momento dell'esecuzione si sente un bel pizzico. La cartilagine da bucare è spessa ed è necessario che il piercer usi un ago con un buon diametro. Si colloca al centro della cartilagine dell'orecchio, allo sbocco del canale uditivo.

8. Outer conch
Di più rapida esecuzione, semplice da mantenere pulito e più discreto a vedersi (utilizzando un gioiello poco vistoso), è collocato su un punto qualsiasi della cartilagine "piatta" del padiglione auricolare. A volte viene posizionato abbastanza in alto, ma fintantoché la parte forata è piatta e non si spinge all'interno della piega dell'elice viene considerato comunque un conch.
Con tanta pazienza è possibile dilatarlo.

Se non avete un minimo di esperienza questi evitateli
Ora passiamo ai piercing con un'esecuzione e un aftercare più complessi. Non consiglierei nessuno di questi ad una persona che non abbia mai avuto piercing prima d'ora, non solo, come già detto, per le complicazioni della pulizia, ma anche perché sono tra i piercing all'orecchio più dolorosi.

9. Rook
Abbastanza doloroso e di difficile esecuzione, il rook è eseguito attraverso l'antielice dell'orecchio e attraversa diversi stati cartilaginei. Non è sempre possibile eseguirlo, talvolta la zona interessata non è abbastanza sporgente. Starà alla competenza del piercer giudicare se eseguirlo oppure no (un rook eseguito male può comportare lacerazioni e deformazione progressiva dell'orecchio).

10. Snug
Simile per certi versi all'helix, è eseguito attraverso l'anello cartilagineo inferiore dell'orecchio. Come il rook non sempre può essere eseguito in sicurezza, e il foro non è mai profondo. Si tratta quindi di un piercing delicato che può lacerarsi e che richiede gioielli molto piccoli.

11. Daith
Posizionato nella parte più interna dell'orecchio, il daith si esegue perforando con un ago ricurvo la sporgenza cartilaginea al di sotto dell'antielice dell'orecchio.
Non è profondo e può dare problemi di rigetto, pulizia ed esecuzione, oltre a richiedere gioielli piccoli e sottili.

La famigliola degli industrial
12. Industrial (o scaffold)
L'industrial è un piercing "doppio" che consiste in due helix collegati da una barra lunga. I fori devono essere eseguiti con precisione millimetrica per essere perfettamente allineati, altrimenti si può andare incontro a gonfiore, lacerazione e deformazione dell'orecchio. Il tempo di rimarginazione è davvero lungo, può protrarsi fino ad un anno e la pulizia non è sempre agevole.

13. Vertical industrial
La versione "verticale" è ancora più difficile da effettuare, dato che i fori sono più distanti tra loro e quindi allinearli è più complesso.
Ci sono numerose varianti, che vanno da un'asta inclinata a una perfettamente verticale. La possibilità di esecuzione di queste varianti dipende molto dalla conformazione dell'orecchio.
a. Entrambi i fori passanti per l'elice dell'orecchio
b. Foro superiore attraverso l'elice e inferiore attraverso la conca
c. Entrambi i fori attraverso la conca
d. Foro superiore attraverso l'elice, foro inferiore attraverso la conca, più due fori attraverso l'antielice (combinazione di vertical industrial e rook, decisamente il più ostico e doloroso).


Gioielli
I piercing alle orecchie sono davvero tanti, e c'è una possibilità di sbizzarrirsi con i gioielli quasi illimitata. Potete giocare con un'enorme quantità di forme, colori e materiali differenti, per creare un effetto unico e personale.

Ce n'è per tutti i gusti
1. Barbell
La barbell si adatta all'helix, all'anti-helix ed è l'ideale per un transversal lobe. Non è particolarmente indicata per il lobe e per il conch soltanto per fattori estetici, ma se è abbastanza corta la si può benissimo utilizzare. Si può indossare su uno snug o un rook, se sono stati eseguiti con aghi dritti.

2. Curved babell
E' l'ideale per rook, snug e daith, soprattutto se in bioplast (quindi leggermente flessibile). Fa una bella figura anche su helix e anti-helix.

3. Circular barbell
Ottima per il lobe, l'anti-helix e l'inner conch. Si può adattare a snug, rook e daith se i fori praticati sono abbastanza curvi o si possiede una cartilagine elastica. Su tragus e anti-tragus potrebbe risultare fastidiosa, mentre su inner conch ed helix potrebbe girarsi in modo da nascondere gran parte del gioiello.

4. Spiral barbell
Ottima per concatenare due lobe, helix o outer conch.

5. Corkscrew
Ce ne sono di vari tipi, con più o meno "giri di vite", e si usano per concatenare una serie di helix, lobe o outer conch.

6. Captive bead ring
Quando si parla di piercing alle orecchie, questo è il gioiello più versatile. Scegliendo il diametro adatto, fa una bella figura su uno qualsiasi dei piercing di cui abbiamo parlato, ad eccezione del transversal lobe e dell'industrial, sia orizzontale che verticale (per snug, rook e daith vale quanto già detto per la circular barbell). Su trago e antitrago può impedire l'uso degli auricolari se di diametro eccessivo.

7. Labret stud
Lo stud si adatta bene al lobe, all'helix, all'anti-helix e al conch.E' l'ideale per un tragus o un anti-tragus, in quanto permette di indossare comodamente gli auricolari.

8. Industrial barbell
E' l'unico gioiello adatto per l'industrial orizzontale e verticale. Ne esistono di molti tipi, più o meno decorati, sta a voi scegliere la lunghezza e il modello adatti.


Aftercare
I tempi di guarigione variano abbastanza da un piercing all'altro, l'industrial è quello più lento a guarire, mentre il lobo è quello più rapido. Tutti i piercing cartilaginei comunque sono abbastanza fastidiosi e con una rimarginazione lenta, mettetevi nell'ordine delle idee di dormire in modo da non posare l'orecchio con il foro in via di guarigione al cuscino per minimo un mese.
Nel frattempo, tenete i capelli puliti (scegliete uno ahampoo delicato e diluitelo con acqua) e lavate spesso le orecchie per evitare accumuli di grasso e cerume. Per chi avesse i capelli lunghi, valutate l'opzione di tenerli raccolti o almeno sollevati dal alto interessato per più tempo possibile nell'arco della giornata.
Il gioiello che verrà inserito dal piercer è più lungo del normale, per permettere all'area di gonfiarsi liberamente (il gonfiore è normale). Aspettate che la guarigione sia a buon punto prima di sostituirlo, meglio se consultate il piercer chiedendogli un parere ed eventualmente una mano per la prima sostituzione. Abbiate pazienza.
Nel frattempo, durante il periodo di guarigione, procedete pulendo il gioiello due volte al giorno.
Per la pulizia, potete usare un sapone antibatterico/germicida delicato che dovrete comunque diluire con acqua(compratelo in farmacia, non al supermercato).
Insaponate l'area in modo che le crosticine che si saranno formate si ammorbidiscano, per poi rimuoverle con delicatezza. Se non dovessero venire via, lasciatele lì. Fate scorrere il gioiello per detergere l'interno del foro, lasciate agire uno o due minuti, quindi sciacquate sotto acqua corrente, continuando a muovere il gioiello, per togliere tutte le tracce di sapone.
Asciugate bene tamponando con garze o altro materiale sterile.
In sostituzione (o in concomitanza) potete fare degli impacchi di soluzione salina poco concentrata (leggasi: acqua e sale marino -non iodato-), che stimola la circolazione del sangue e velocizza la cicatrizzazione. Imbevete una garza di soluzione e lasciatela sul piercing per qualche minuto. Sciacquate e asciugate.

Evitate di:
    •    Toccare il gioiello con le mani sporche
    •    Pulirlo con l'acqua ossigenata (erode i tessuti ritardando la cicatrizzazione)
    •    Applicare pomate di qualsiasi genere (non fanno respirare il foro)
    •    Utilizzare gel o lacca nell'area circostante



L'angolo delle controindicazioni

L'orecchio è un punto del corpo delicato, andando a forare i posti sbagliati possono insorgere seri problemi (primo fra tutti la deformazione del padiglione auricolare, ma c'è anche di peggio).
La maggior parte delle complicazioni sono derivate dall'esecuzione grossolana del piercing o dal posizionamento scorretto dello stesso, tutte cose che si possono evitare rivolgendosi ad un piercer professionista e utilizzando gioielli adeguati.
La maggior parte di questi piercing richiede una pulizia particolarmente accurata e non sempre facile, oltre a una buona dose di pazienza e sopportazione.

Ricordate:
Per tutelare la vostra salute e la buona riuscita del piercing,
rivolgetevi sempre a professionisti.
Spenderete di più, ma sarete tutelati da materiali di qualità,
servizio professionale e ambiente perfettamente sterile.

Stronzate

E' possibile filosofeggiare sulle stronzate? A quanto pare si.

Questa volta voglio parlarvi di un libretto dal titolo poco elegante che esula completamente da quanto recensito fino ad ora; non si tratta infatti di narrativa, bensì di un saggio.
"Stronzate" è datato 1986, ma è stato proposto sotto forma di libro solo nel 2005. In esso l'autore, Harry Frankfurt, si sottpone ad un esercizio stilistico atto a definire il più concretamente possibile che cosa siano le stronzate ("bullshit" in inglese).
Fankfurt non è il primo arrivato in merito a filosofia: è docente presso al Princeton University dal 1990 e sebbene il saggio sia antecedente, è tangibile che sia stato scritto da qualcuno con una buona cultura nel campo.
Ho parlato di "esercizio stilistico" perché in realtà quale utilità potrebbe mai avere il riuscire a classificare con chiarezza le stronzate? C'è chi può dire che ci aiuta a difenderci da esse, ma chiunque non abbia una palla di fango al posto del cervello è in grado di fiutare una stronzata e agire di conseguenza.
Quindi il tutto si riduce a un virtuosismo fine a se stesso, ma devo ammettere che si tratta di un virtuosismo ironico, dissacrante e incredibilmente divertente.

Frankfurt inizia con il distinguere il dire stronzate dal mentire.
La menzogna è un'affermazione deliberatamente falsa. Il che include che il bugiardo sia a conoscenza della verità e la alteri a suo piacimento, per uno scopo personale. Anche qui l'autore distingue i bugiardi "per profitto" e quelli "puri", che mentono per il puro piacere di mentire.
La stronzata, come la menzogna, ha uno scopo ben preciso, ma non è quello di alterare i fatti. La stronzata mira a modificare l'opinione che abbiamo di una persona (nello specifico, di chi spara la stronzata).
Ma a differenza della bugia, la stronzata non richiede la conoscenza a monte dell'argomento. E anche se vi fosse, è necessario un disinteresse per essa.
Altra qualità distintiva delle stronzate è il loro essere "grezze" e mal confezionate, proprio come gli escrementi. Quando si deve sparare una stronzata, è meglio spararla grossa.
Tutto il contrario della bugia insomma, che per essere ben fatta deve anche essere pianificata, studiata e non esagerata, altrimenti non regge.

Mi spiego meglio.
Potrei affermare che "la produzione odierna del caffè è immorale perché costa la vita ogni anno a migliaia di braccianti".
Questa è senza dubbio una stronzata.
Sarebbe una menzogna se io sapessi quante persone muoiono annualmente nel processo di produzione del caffè e alterassi tale informazione. In realtà questi dati non li conosco ma il punto focale è che non mi interessa. Non me ne frega nulla di quante persone crepano nel ciclo produttivo del caffè, nè ho intenzione di scoprirlo.
Ciò che sto cercando di ottenere è la vostra attenzione, spingendovi a pensare che io sia una persona a cui sta a cuore la salute dei braccianti che si guadagnano da vivere raccogliendo chicchi di caffè.
Notate oltretutto che non ho detto "decine di braccianti", né "centinaia di braccianti". "Migliaia di braccianti" è l'ideale: attira di più l'attenzione e fa decisamente più colpo, per quanto risulti meno credibile.
Nessun interesse per la verità, ricerca di impressionare il lettore o l'ascoltatore e confezionamento grossolano sono quindi i tre tratti caratteristici della stronzata.

Ma visto che, in senso lato, potremmo dire che le stronzate siano sostanzialmente meno "maligne" delle bugie, sono anche meno pericolose?
Assolutamente no.
Proprio perché più grossolane e smascherabili le stronzate vengono sottovalutate e in genere perdonate. Con il risultato che viviamo in un mondo dove la percentuale di stronzate con le quali veniamo a contatto (e alla quale contribuiamo anche noi), cresce visibilmente di anno in anno. E si fa sempre più fatica a dar loro il giusto peso, a ignorarle o a riconoscerle per ciò che realmente sono.
Noi gente comune ci troviamo a spararne sempre di più perché la società ci impone sempre più spesso di parlare di argomenti dei quali sappiamo poco o niente. E pur di non venire estraniati o di fare brutta figura, diciamo le prime stronzate che ci passano per la testa.
Il che mina alla base la nostra curiosità, elemento fondamentale della crescita personale dell'individuo (ricordiamoci infatti che la stronzata prevede il disinteresse per la verità o la conoscenza dell'argomento trattato). E' la curiosità che ci permette di diventare un essere umano diverso dal modello standardizzato che prevede la medesima cultura spicciola, gli stessi interessi e le stesse opinioni.
Ma al di fuori della nostra piccola sfera personale, le stronzate ci bombardano: la pubblicità e il web in primis (entrambi territori contaminati di stronzate a livelli colossali), ma anche i libri, il cinema e soprattutto i nostri amati politici.
La definizione di stronzate infatti di applica benissimo a quello che esce loro di bocca: non gli importa della verità dei fatti, gli importa di essere eletti. Mi sembra un esempio lampante.

L'edizione italiana è davvero buona. La traduzione è stata ben curata ed è ricca di note per spiegare i giochi di parole non sempre traducibili nella nostra lingua, ma non tanto da rallentare ed appesantire eccessivamente la lettura.
Il formato è piccolo, compatto ed elegante, con copertina rigida e stampato su carta spessa con un'ottima grammatura. La rilegatura a filo è un ulteriore tocco di eleganza, che ormai si trova raramente e che io non manco mai di apprezzare.

Vi consiglio di leggere questo libretto come esercizio mentale e per una bella boccata di cinismo sarcastico e spassoso. Sempre tenendo in considerazione che questo breve saggio, qualora l'autore non intendesse davvero esaminare l'essenza delle stronzate e la verità dietro ad esse per interesse o per divertimento e volesse solo dare l'impressione di essere erudito, spiritoso e di fare cassa, si ridurrebbe ad una stronzata anch'esso.

Quando il gatto sporca in casa

Se iniziano a farla fuori dalla cassettina non è affatto simpatico
 Sto avendo qualche incidente con uno dei miei maledetti gatti neri. Saltuariamente infatti ha la bella pensata di sporcare sui letti. Sono subito corso ai ripari, informandomi in giro e facendo una bella chiacchierata con il veterinario per ovviare allo schifoso problema.
Conosco diversa gente afflitta dallo stesso grattacapo. Nei gatti che vivono in casa è ovviamente più immediato da riscontrare, e anche più impellente da risolvere (soprattutto se non si limitano alla pipì).
Sfatiamo subito il mito che il gatto sporchi "per dispetto". La zona cerebrale adibita ai dispetti (ovvero alle azioni fatte per vendicarsi di qualcosa), è presente solo nell'uomo e nei primati. In tutti gli altri animali c'è sempre un altro motivo.
Se il gatto è maschio e non sterilizzato il problema è quasi di sicuro la territorialità: il maschio "spruzza" per marcare il territorio, vedremo più avanti come risolvere la faccenda. Ma la territorialità non è l'unico motivo per cui un micio può sporcare in giro per casa.

Le principali cause di questo comportamento anomalo sono le seguenti:
  • Problemi di salute
  • Problemi inerenti alla cassettina
  • Paura
  • Ansia
  • Territorialità
Iniziate un passo alla volta a cercare di capire quale sia il problema e correggete i vostri errori.

Lo "spruzzo"
Come già detto, i gatti maschi non sterilizzati "spruzzano" per reclamare la proprietà del luogo, mettendosi di spalle e spruzzando sulla superficie interessata uno schizzo di urina particolarmente maleodorante, in quanto carico di ormoni.
In ambienti privi di altri animali il maschio, anche se intero, non ha motivo di spruzzare, ma qualora fossero presenti altri gatti o l'animale fosse in uno stato ansioso, procederà con questa spiacevole (per quanto naturale) pratica.
In questo caso consiglio la sterilizzazione. L'animale non soffrirà né a livello fisico né caratteriale e avrete un esemplare più tranquillo. La sterilizzazione effettuata prima della comparsa dei primi "spruzzi" previene questo comportamento al 100%. Se fatta in seguito invece, lascia una minima probabilità che il gatto persista nello spruzzare, anche se l'urina avrà un odore meno penetrante.
Se dovesse succedere o se avete un gatto di razza destinato alla riproduzione, cercate di eliminare i conflitti territoriali (vedete il "quarto passo"in merito).

Primo passo: salute
La prima cosa da accertarsi è che il gatto sia sano, ed esente da problemi renali o intestinali che gli provochino incontinenza.
Sintomi di tali problemi sono l'aumento della frequenza con cui il gatto fa i bisogni o al contrario lunghe pause tra un'evacuazione e l'altra, urine rosa (quindi contenenti sangue) e quantità di urina sopra la norma.
In questo caso l'unica  cosa è portarlo dal veterinario.
Mangimi secchi di bassa qualità sono una delle cause dei calcoli renali. Non vengono fuori subito, ma si sviluppano negli anni: scegliete mangimi di qualità.

Secondo passo: cassettina
Se il gatto è in salute, controllate la cassettina.
Come prima cosa accertatevi di pulirla spesso, il gatto è un animale pulito e schizzinoso. Può succedere che fino a qualche tempo prima bastasse una pulizia minore, ma che il gatto abbia deciso che non è più sufficiente.
Oltre a questo il micio può, da un giorno all'altro, diventare insofferente verso i prodotti usati o la sua posizione. Fate mente locale e pensate se avete cambiato tipo di lettiera: una diversa grana o un odore nuovo posso non essere graditi.
Preferite lettiere un po' più costose ma che assorbono gli odori, abbasserete decisamente il rischio di spiacevoli incidenti.
Altra cosa che può far evitare la cassettina al gatto è la sua posizione: assicuratevi che sia in uno spazio tranquillo, riservato e lontano dalla ciotola del cibo (come il cane, il gatto sporca lontano dal posto in cui mangia).
La cassettina coperta è una buona soluzione, in quanto provvede a far sentire il gatto riparato. L'unico inconveniente è che trattiene gli odori al suo interno: buon per voi, ma non per il micio, che potrebbe non gradire. Provvedete lavandola spesso con un buon detergente (compresa la parte di "copertura"). Alcune di queste cassettine hanno uno spazio riservato ad appositi filtri al carbone assorbi odori, che possono aiutare molto.

Terzo passo: relazioni
Se anche la cassettina non ha niente che non va, il problema può essere di derivazione psicologica. Più di preciso, potete essere stati voi a indurlo a sporcare altrove.
Il gatto può essere stato spaventato o disturbato da qualcosa (rumori forti, ad esempio), mentre usava la cassettina e aver deciso di non voler ripetere l'esperienza. Fate mente locale se è questo il vostro caso.
Ancora, il gatto può aver sviluppato una situazione di ansia, ad esempio per essere stato lasciato da solo tropo a lungo. Se dovete spendere molto tempo fuori casa, cercate, quando potete, di dedicarli più attenzioni. Ci sono gatti che amano stare in braccio, dormire insieme ed essere accarezzati, altri che amano chiacchierare, altri che preferiscono il gioco. Voi dovreste conoscere il vostro animale e dovreste essere in grado di rendere il tempo trascorso insieme il migliore possibile.
Lo stress può derivare anche dall'arrivo in casa di nuovi membri della famiglia (altri animali o neonati). Cercate di farli conoscere al gatto gradualmente, e non trascuratelo. Non è un animale che dimostra il suo affetto come un cane, ma anche il nostro piccolo felino ha bisogno di interazione sociale e soffre se lo ignoriamo.

Quarto passo: ambiente

E' da sfatare il mito che "il gatto sotterra sempre i propri bisogni". In natura li lascia bene in vista per marcare il territorio. In casa il gatto li ricopre per rispetto dell'ambiente, e perché non ha la necessità di difenderne i confini.
Il gatto, anche se sterilizzato, non perde il proprio istinto territoriale, ma soltanto quello riproduttivo. Quindi sporcare in giro per casa può stare a significare che sente minacciato il proprio territorio.
Quando questo dovesse succedere, la prima cosa da fare è assicurarsi che in casa sia presente una cassettina per ogni gatto, in modo che ognuno possa scegliere liberamente dove lasciare il proprio odore.
Se i gatti si azzuffano in casa, non separateli: la lotta è un modo per stabilire chi comanda (non parliamo di una vera e propria dominanza, in quanto il gatto non vive in branco e per questo non ha struttura gerarchica) e delimitare l'appartenenza degli spazi. Tra gatti che convivono è davvero raro che si facciano male sul serio e spesso la lotta è sufficiente per determinare il territorio senza dover ricorrere a marcature ulteriori.
Fate caso ai luoghi dove il gatto sporca, di solito sono sempre gli stessi. Per qualche tempo sarà necessario impedire l'accesso alla stanza interessata non solo a lui, ma a tutti gli animali presenti in casa, in modo che torni ad essere zona neutra.
Se il problema sono gatti estranei, allontanateli dal giardino con spruzzi leggeri di acqua o rumori forti e collocate delle bottiglie piene di acqua vicino ai muri di casa, per evitare che i maschi vi spruzzino.Tenete d'occhio il vostro micio e non lasciatelo sulla finestra quando ci sono questi estranei in giro per il giardino: vederli potrebbe indurlo a marcare il territorio.
Detto questo, se il problema sussiste già da tempo, è necessario anche rieducare il gatto all'uso della lettiera. Si può confinare il gatto in una stanza, con la lettiera a disposizione e quasi di sicuro ricomincerà ad usarla, preferendola nettamente al pavimento. In un mese o anche meno il problema dovrebbe essere risolto.
Ovviamente il gatto non deve essere perennemente lasciato solo: fatelo uscire spesso per brevi periodi di tempo, tenendolo sotto controllo, e dedicate sufficiente tempo per giocare e interagire con lui.
Quando il gatto intende sporcare è facile riconoscerne i segnali: gira su se stesso o in uno spazio ristretto fiutando a terra. Se vedete questi comportamenti in giro per casa, prendetelo con gentilezza e mettetelo nella lettiera, sempre delicatamente.

E nel frattempo?

Ci sono diverse cose che potete fare, oltre a quanto già detto.
Provvedete a pulire i luoghi dove l'animale sporca con prodotti specifici che neutralizzino completamente l'odore della marcatura o, in alternativa, con acqua e aceto. Successivamente, spostate vicino ai luoghi interessati i giocattoli del micio o la ciotola del cibo.
Se sporca su divani, letti, o sedie, proteggete le superfici con dei teli assorbenti da un lato e impermeabili dall'altro.
Se altri gatti hanno marcato all'esterno su porte o finestre, lavate sia la zona della marcatura sia l'interno (il legno assorbe gli odori, magari voi non sentite nulla, ma il vostro micio ha un odorato molto più fine del vostro).
Se ha una particolare simpatia per lavandini o vasche da bagno, lasciateci dentro un po' di acqua.
E' controproducente sgridarlo. Punizioni fisiche, come schiaffeggiarlo o strofinargli il muso  sui propri bisogni, può anzi accentuare il problema e costringerlo ad usare la lettiera mettendocelo in malo modo può rendergliela sgradita.
Solo se lo sorprendete nell'atto di sporcare potete fare qualcosa: allontanatelo con uno spruzzo di acqua o fate un forte rumore, ad esempio battendo le mani o colpendo una superficie con un giornale arrotolato.

Detto questo, buona fortuna. A volte può essere difficile capire la causa di questi comportamenti sgradevoli, ma con la giusta attenzione e pazienza ci si può arrivare. E nello stesso modo, si può correggere, per una pacifica convivenza.

Torta di mele e mascarpone

E' il mese delle mele, vediamo di approfitarne
 Pochi giorni fa mi sono rimesso ai fornelli, e le temperature più vivibili di questi giorni mi hanno fatto tornare la voglia di cucinare dolci. Non sono un grande amante di torte e biscotti, ma cucinarli mi diverte, e in casa qualcuno che li mangia c'è sempre.
Quindi, quando la mia ragazza ha cominciato a insistere per cucinare qualcosa insieme, le ho detto di cercare una ricetta facile che potesse piacere a entrambi.
Lei se ne è uscita con un dolce mascarpone e mele che è la fine del mondo.

Ingredienti:
  • 250 grammi di farina
  • 250 grammi di mascarpone
  • 400 grammi di mele (preferibilmente Golden, due mele dovrebbero bastare)
  • 150 grammi di zucchero
  • 4 uova
  • Una bustina di lievito
  • Una fiala o una bustina di vanillina o aroma alla vaniglia
  • Un pizzico di sale
Cominciate sbattendo insieme uova e zucchero, fino a che il composto sarà chiaro e spumoso(se non avete la mano necessaria per farlo con una frusta, usate il divino sbattitore elettrico).
In una ciotola grande mettete il mascarpone e cominciate a lavorarlo con un mestolo o una forchetta finché non diventerà una crema morbida e priva di grumi.
Aggiungete un paio di cucchiaiate del composto formato da uova e zucchero al mascarpone per stemperarlo, mescolando bene. Man mano incorporate tutto, mescolando con delicatezza per non smontare le uova.
Setacciate nell'impasto ottenuto farina e lievito, mescolando bene. Se usate la vanillina in busta setacciate anche quella, altrimenti aggiungete il flacone una volta che il composto sarà omogeneo e privo di grumi.
Sbucciate le mele, privatele di picciolo e torsolo e tagliatele a cubetti non troppo piccoli (più o meno un centimetro per lato, altrimenti in cottura si spappolano) o a fettine sottili e aggiungete anche quelli al composto, mescolando bene per distribuirli in modo omogeneo.
Imburrate e infarinate una tortiera apribile, versateci il composto, livellatelo e infornate a 180°, con formo già caldo, per cinquanta minuti.
Passato questo tempo, provate a forare la torta con uno stuzzicadenti (senza tirarla fuori dal forno, infilateci la manina facendo attenzione a non ustionarvi). Se risulta asciutto, tiratela fuori, altrimenti proseguite la cottura per altri dieci minuti e provate di nuovo a bucarla.
Una volta tirata fuori dal forno, aspettate che sia fredda o al massimo tiepida prima di aprire lo stampo.
Questo dolce dalla consistenza spugnosa è perfetto per una prima colazione energetica ma leggera. Essendo privo di creme o cioccolato non si pianta sullo stomaco, e la consistenza lo rende perfetto per essere inzuppato nel latte.
L'unica raccomandazione è di lavorare gli ingredienti con un po' di pazienza, soprattutto le uova e il mascarpone, per permettergli di lievitare correttamente.
E se vi sentite creativi, si ottengono ottime varianti con l'aggiunta di uva sultanina e/o cannella.

Frutta e verdura - ottobre

Arrivano in tavola i colori (e i sapori) dell'autunno

Finalmente è arrivato l'autunno. Finalmente perché non se ne poteva più (o almeno, io non ne potevo più) del caldo estivo.
Ottobre è un mese decisivo nel ciclo vitale delle piante, e lo possiamo benissimo riscontrare sulle nostre tavole. I sapori dolci e la frutta succosa dell'estate lasciano definitivamente il posto a quella più "sobria" tipica dell'autunno.
Iniziamo ad abituarci a cavoli, broccoli, zucche per quanto riguarda la verdura, e a mele e pere per la frutta. C'è sempre una bella scelta, ma più ristretta rispetto ad altri mesi: la frutta estiva ha fatto il suo corso e non sono ancora sbucati gli agrumi invernali.

VERDURA DI OTTOBRE

Broccoli
E' iniziata ufficialmente la raccolta dei broccoli. Ricchissimi di sali minerali, vitamine e fibre, contengono anche sostanze utili alla salute della tiroide. Sono antitumorali, diuretici, emollienti, depurativi e prevengono l'anemia. Puzzeranno pure, ma fanno solo bene.
Apporto calorico per 100g: 27kcal

Carote
Sono ora disponibili le migliori carote della semina estiva. Ovviamente sono ricche di carotene, ma contengono anche sali minerali, vitamine B1 B2 e C, oltre a sostanze diuretiche. Anticancerogene e antiossidanti, proteggono le arterie e rinforzano il sistema immunitario.
Apporto calorico per 100g: 35kcal

Cavolfiori
Per tutto il mese si troveranno il cavolfiore verde, il palla di neve e il cavolfiore precoce di Jesi. A fine mese possiamo trovare invece i primi cavolfiori romaneschi. Cavoli e cavolfiori sono ricchi di vitamina C e sali minerali, hanno proprietà depurative (il che, unito all'alta quantitàdi minerali presenti in essi favorisce la rigenerazione dei tessuti), antinfiammatorie, antiossidanti e antitumorali. Hanno anche la proprietà di abbassare il tasso glicemico nel sangue. Tutta salute
Apporto calorico per 100g: 25kcal

Cetrioli 

Quelli di ottobre sono proprio gli ultimissimi. Ricchi di potassio, ferro, calcio e vitamine, sono anche pieni di acqua: ottimi per le diete, rinfrescanti, hanno un'azione depurativa e disintossicante sul nostro organismo.
Apporto calorico per 100g: 15kcal

Fagioli
Continua la raccolta dei fagioli, fino a fine mese. Grazie all'alto apporto proteico, come tutti i legumi, sono un sostitutivo della carne nelle diete vegetariane. Abbassano il colesterolo, abbassano la glicemia e hanno proprietà lassative.
Apporto calorico per 100g: 105kcal

Finocchi
Ritornano ottimi finocchi, ci terranno compagnia per un bel pezzo, ma ottobre è tra i mesi migliori per gustare quelli più buoni. Depurativo, antiossidante e ipocalorico. Gran cosa per la salute e per la linea, insomma. Ripeto: a me fa schifo.
Apporto calorico per 100g: 15kcal

Melanzane 
Fino a metà mese se ne trovano ancora fresche (cercate l'ottima varietà Purpura). Da consumare esclusivamente cotte, sono depurative, antinfiammatorie e abbassano il tasso di colesterolo nel sangue. Da condire poco, specialmente con l'olio, visto che tendono ad assorbire le sostanze grasse.
Apporto calorico per 100g: 18kcal

Peperoncino
Fino a metà mese li troveremo ancora freschi da orto, poi diventerà troppo freddo per coltivarli. Ha proprietà antitumorali (soprattutto previene il tumore alla prostata), accelera il metabolismo, regolarizza la circolazione e contiene vitamina C.
Apporto calorico per 100g: 26kcal

Peperoni 
Ottobre è l'ultimo mese dei peperoni. Ricchissimi di carotene e vitamina C, è meglio consumarli crudi (tanto son buoni lo stesso). Hanno effetto antiossidante e (parrebbe) pure antitumorale.
Apporto calorico per 100g: 19kcal

Porro
Ora troviamo i porri veramente buoni, della varietà lunga e dolce. Contengono vitamine, fibre, magnesio, silice... tutta roba buona. Hanno proprietà toniche, diuretiche, lassative, antisettiche; abbassano il colesterolo, rafforzano il sistema immunitario e aiutano la prevenzione di tumori. Tengono pulito l'intestino e sono utili per curare anemia, artrite e infezioni urinarie.
Apporto calorico per 100g: 30kcal

Radicchio
Cominciamo a trovare le varietà precoci. Ricco di calcio, fosforo, potassio e Vitamina C, contiene anche un sacco di fibre, ottime per combattere la stitichezza. Grazie all'inulina limita l'assorbimento del colesterolo e previene le malattie cardiovascolari.
Apporto calorico per 100g: 13kcal

Rucola 
Se vi piace la rucola, è l'ultimo mese per averne di fresca. E' ricca di ferro, vitamina C e calcio: aggiungetela abbondantemente a tutte le vostre insalate.
Apporto calorico per 100g: 16kcal

Sedano 
Siamo in piena raccolta anche per il sedano. E' rimineralizzante, depurativo e svolge un'azione calmante e antidepressiva sul sistema nervoso. Tonifica la pelle e diminuisce la pressione arteriosa.
Apporto calorico per 100g: 15kcal

Zucca
Ottobre è il mese della zucca! Contiene betacarotene, itamine E, B e A, un sacco di minerali, aminoacidi e fibre. Contrasta i radicali liberi, protegge il sistema circolatorio e rallenta l'invecchiamento delle cellule. E' antitumorale, diuretica e leggermene sedativa, consigliata a chi soffre di ansia, insonnia o nervosismo. In caso di scottature o infiammazioni applicare la polpa della zucca sulla pelle è un ottimo "rimedio della nonna".
Apporto calorico per 100g: 18kcal

Zucchine  
Se non fa troppo freddo, con un po' di impegno troviamo ancora qualche zucchina. Hanno proprietà diuretiche ed antinfiammatorie sullo stomaco. Hanno poche calorie e sono ricche di potassio, che le rende perfette per rilassare chi soffre di ipertensione. Favoriscono il sonno e sono ricostituenti in caso di spossatezza fisica o mentale. Insomma, sono perfette per me.
Apporto calorico per 100g: 13kcal


FRUTTA DI OTTOBRE

Arachidi

Ancora arachidi per tutti fino a dicembre. Ricche di antiossidanti, oliii e proteine, sono indicate per la prevenzione delle patologie cardiovascolari.
Apporto calorico per 100g: 547kcal

Cachi
Inizia la vera e propria raccolta dei cachi, prelevati dalla pianta ancora acerbi (se lasciati maturare sulla pianta infatti cadono e si spappolano al suolo). Zuccherini e ricchi di potassio, sono utili per combattere abbattimento e depressione. Rallentano l'invecchiamento delle cellule (aiutano contro l'acne!), rafforzano il sistema immunitario e depurano milza, pancreas e fegato. Hanno anche proprietà lassative (occhio).
Apporto calorico per 100g: 60kcal

Castagne
Le castagne sono le regine di ottobre! Estremamente digeribili e ricche di fibre, combattono anemia e inappetenza. Hanno un sacco di minerali che danno una mano contro la stanchezza cronica, rinforzano i muscoli, aiutano la digestione e in caso di donne in gravidanza, prevengono malformazioni nello sviluppo del nascituro.
Apporto calorico per 100g: 180kcal

Kiwi
Verso fine mese iniziano a trovarsi i kiwi. Ricchissimi in vitamina C, aiutano a prevenire influenze e raffreddori, favoriscono al salute di denti e gengive, prevengono infarto e arteriosclerosie rafforzano la vista. Non fatevi pregare e mangiatene tanti.
Apporto calorico per 100g: 40kcal


Mandorle
Si continua a accoglierle anche ad ottobre. Sono ricchissime di proteine, vitamine e sali minerali. Sono energetiche, indicate in caso di denutrizione, convalescenza, stanchezza da lavoro o attività sportiva intensa. Abbassano il rischio di attacchi cardiaci e arteriosclerosi.
Apporto calorico per 100g: 575kcal

Melagrana (o melograno)
Siamo nel mese migliore per gustarcela. E' ricchissima in sali minerali, vitamine e principi attivi che le hanno fatto guadagnare il nome di "frutto della medicina". Altamente antitumorale e antiossidante ha anche proprietà vermifughe e previene l'arteriosclerosi.
Apporto calorico per 100g: 65kcal

Mele
Mele per tutti. Troviamo la Annurca, la Pink Lady, la Golden Delicious, la Granny Smith, la Stayman, la Imperatore, la Stark Red, la Gala, la Renetta, la Fuji... Antitumorali e antiossidanti, prevengono del 21% il rischio di contrarre tumori. Una mela contiene fruttosio facilmente assimilabile, abbassa il colesterolo dannoso e aumenta la produzione di quello benigno, apporta benefici alle vie respiratorie, previene malattie cardiache e cerebrali. Si sa che una mela al giorno....
Apporto calorico per 100g: 45kcal

More
Ultimissime more, e solo se avrete fortuna. Hanno proprietà antitumorali, depurative, antireumatiche. Eliminano dal sangue il colesterolo "cattivo", aiutando la prevenzione delle malattie cardiovascolari e mantenendo le arterie pulite ed elastiche. Se ne trovate però, mangiatele in fretta: si conservano al massimo per due o tre giorni, in frigo!
Apporto calorico per 100g: 35kcal

Nocciole
A ottobre finisce la raccolta. Contengono calcio, potassio, fosforo, manganese, rame, ferro, magnesio e altro ancora oltre a un sacco di vitamine e amminoacidi. Sono energetiche e consigliate a chi è in uno stato di convalescenza, spossatezza o pratica intensa attività fisica.
Apporto calorico per 100g: 600kcal

Noci
Per tutto il mese si raccoglieranno le noci. Contengono un sacco di antiossidanti e acidi grassi omega3, che prevengono i tumori (in particolare quello al seno). Tengono a bada i radicali liberi e puliscono le arterie, prevenendo l'arteriosclerosi. Attenzione però, sono ipercaloriche!
Apporto calorico per 100g: 582kcal

Pere 
Insieme alle mele, si trovano anche un bel po' di pere. Williams, Kaiser, Abate, Decana del Comizio, Passacrassana, Spadona ci terranno compagnia per tutto il mese.
E verso fine ottobre inizia a trovarsi anche la Decana d'inverno.
La buccia della pera è ricca di fibre: pectina, una sostanza che contribuisce ad abbassare il tasso di colesterolo "cattivo" nel sangue e lignina, che assorbe acqua e previene tumori al colon. Ha proprietà antiossidanti e porta benefici a enti e digestione.
Contiene anche parecchi zuccheri ed è l'ideale per quando ci si sente spossati. Insomma, se siete giù di corda, fatevi una pera che vi passa.
Apporto calorico per 100g: 40kcal

Pistacchi
Ad ottobre finisce la raccolta dei pistacchi. Come tutta la frutta secca abbassano il colesterolo maligno nel sangue e riducono il rischio di malattie cardiovascolari. Utili contro i radicali liberi e l'affaticamento del sistema nervoso, sono in grado anche di combattere infiammazioni, attacchi di batteri e funghi.
Apporto calorico per 100g: 600kcal

Prugne
Ultime prugne. Tutti sanno che sono lassative, ma sono anche ricche di potassio, fosforo, calcio e magnesio. Sono in grado di bilanciare le diete troppo ricche di proteine, e hanno proprietà antiossidanti. Occhio però, sono piene di zuccheri.
Apporto calorico per 100g: 51kcal

Uva 
Nei primi giorni del mese termina anche la raccolta dell'uva. E' ricca di proteine B e A, abbassa il colesterolo maligno ed elimina l'acido urico, prevenendo la gotta.E' antibatterica, antiossidante, antinfiammatoria e antitumorale, contribuisce alla rigenerazione della pelle, alla salute ossea e pure a quella cerebrale. Che volete di più?
Apporto calorico per 100g: 60kcal