Submachine

Un superbo pogetto videoludico
 Se vi piacciono i punta e clicca di qualità e ancora non conoscete Submachine, probabilmente avete vissuto sotto ad una roccia per tutto questo tempo.
Questa splendida serie di giochi ha visto la luce nel 2005, con la pubblicazione del primo capitolo, e ad oggi vanta otto capitoli ufficiali e quattro spin-off.
L'autore, Mateusz Skutnik, è un artista, programmatore e architetto polacco. Ha lavorato a diverse graphic novel e cortometraggi animati, ma ciò per cui è famoso sono i suoi "point and click" games. Insieme a Karol Konwerki ha fondato Pastelgames, l'ormai nota casa produttrice sotto il cui marchio troviamo "Cover Front", "Daymare Town", "10 Gnomes" e il già menzionato "Submachine".

La serie ha vinto numerosi premi, tra cui quelli per Jay Is Games, un noto sito che recensisce e pubblica giochi in flash:
    •    Best of Casual Gameplay 2007 - Point-and-Click (for Submachine 4)
    •    Best of Casual Gameplay 2009 - Adventure (for Submachine 6)
    •    Best of Casual Gameplay 2010 - Point-and-Click (for Submachine 7)
    •    Casual Gameplay Design Competition #8 (for Submachine: 32 Chambers)

All'epoca del primo capitolo, probabilmente nemmeno Mateusz sapeva dove sarebbe andato a parare. "The Basement" è un semplice punta e clicca con una grafica pulita ma non particolarmente accattivante, con il solo scopo di riuscire a scappare da una serie di stanze all'interno delle quali ci troviamo rinchiusi. L'unico effettivo spunto per una possibile trama consiste in un foglio di diario che ci darà pochissime informazioni. Il livello di difficoltà è decisamente basso e questo gioco è accessibile a chiunque, anche se gli enigmi da risolvere sono comunque ben architettati.
E' con il secondo capitolo, "The Lighthouse" che entriamo nel vivo della serie. A quanto pare il primo gioco era solo un videogioco all'interno di un'arcade machine, ora inizia la vera fuga. Siamo all'interno di un faro interrato, e sembra impossibile uscirne. Con una buona dose di pazienza e ingegno dovremo farci strada attraverso la struttura, e inizieremo a venire a conoscenza di più informazioni.
Ma non ci saranno date poi troppe risposte.
Da qui in avanti è tutto un crescendo, capitolo dopo capitolo. Le grafiche diventano ottime, e pur essendo varie hanno sempre uno stile coerente e riconoscibile, semplice e scarno ma al contempo ricco di dettagli ed estremamente particolare. Dopo un po' anche in altri giochi lo riconoscerete subito: è il marchio di fabbrica dell'autore.

La trama resta ancora vaga e le informazioni ci vengono date con il contagocce, ma si vede che Mateusz sa dove vuole andare a parare. Cosa che tiene viva l'attenzione e la voglia di saperne di più.  
Esiste una rete di "Submerged Machines", macchinari antichi e misteriosi che sembrano essere dei punti di teletrasporto per accedere ad un numero presumibilmente infinito di universi paralleli, detti "Subnet". Ma come siano disposti questi universi o la loro vera struttura è un mistero. Molti hanno provato a svelarne i segreti, e tutti si sono forse persi nei livelli più profondi del sistema, forse sono stati spinti alla follia, hanno forse scoperto cose troppo grandi per loro... fattostà che nessuno ha mai fatto ritorno.
Gli ambienti di gioco sono ricchi di dettagli ed incredibilmente vari, mentre gli enigmi e i puzzle da risolvere non sono mai troppo difficili. Ci sono diversi passaggi criptici e momenti in cui si perde il senso dell'orientamento o ci si trova bloccati, ma in tutti i capitoli l'occasionale frustrazione è ben bilanciata da puzzle più semplici e di rapida risoluzione.
Le musiche non si possono davvero definire tali. Si tratta sempre di suoni dell'ambiente, ma anche questi sono studiati ad arte. Ci troveremo ad ascoltare leggere interferenze, echi e suoni vaghi che creano un'atmosfera misteriosa ed asettica, aumentando con il passare del tempo di gioco il senso di desolazione e di solitudine, spesso associato ad una marcata sensazione claustrofobica.
I colori e il design dei livelli trasmettono sensazioni di disagio, smarrimento ed estraneità verso questi ambienti abbandonati e disseminati di macchinari ignoti.
Per un'esperienza di gioco completa è necessario avere le casse accese e procedere con calma leggendo tutte le note che man mano troveremo. Sono fondamentali per la comprensione della trama e per immergersi al meglio nell'esperienza videoludica. Di volta in volta si tratta di istruzioni, memorie o resoconti, tutte cose che ci daranno l'impressione di essere costantemente osservati, come cavie da laboratorio, o di stare esplorando luoghi remoti dove fino ad un attimo prima c'era qualcuno, ma dove ora siamo soli con noi stessi.

Altra cosa fondamentale è procedere con i capitoli in ordine cronologico. Ci aiuterà a decriptare l'intricata trama, oltre a darci la soddisfazione di riconoscere oggetti e luoghi già visti nei capitoli precedenti.
Per godersi gli spin-off, vi suggerisco di giocare a "Submachine 0: The Ancient Adventure" dopo aver completato il secondo capitolo e sia "Submachine: Future Loop Foundation", "Submachine Network Exploration Experience" che "Submachine: 32 Chambers" dopo il quarto.
In particolar modo Future Loop Foundation e Network Exploration Experience avanzano delle teorie interessanti sull'origine e sullo scopo delle Submachines.
L'ottavo capitolo è appena stato reso pubblico, mentre il nono è previsto per il 2013.
L'autore ha accennato che la serie dovrebbe concludersi con il decimo capitolo, ma nel sito ufficiale gli spazi dedicati agli episodi di Submachine sono quattordici.... chi vivrà vedrà.

Mateusz (anche chiamato "Murtaugh" o "Mur" dai fan, giocando a Submachine scoprirete perché) ha affermato "Tendo ad espandere la mia narrazione verso nuovi territori.". Con Submachine non è riuscito a fare solo questo, si è spinto oltre, verso nuove dimensioni, creando un'esperienza videoludica unica ed affascinante.
Da provare assolutamente. Ma vi avverto, se vi lascerete catturare dall'universo delle macchine sommerse, uscirne potrebbe non essere così semplice.

LET'S PLAY NOW!