Una piccola perla da incubo |
Lo so, ho fatto qualche giorno di assenza causa vita sociale (non è negativo per me ma per il blog si).
Stasera vi parlo di un maga che mi ha consigliato la mia ragazza e che ho approcciato in modo abbastanza scettico: Uzumaki, di Junji Ito, datato 1998.
In Italia è inedito, ma sono usciti i DVD dell'anime.
Ho scoperto solo dopo che avevo letto altro dell'autore (in Italia è stato pubblicato Tomie, un volume unico targato Hazard Edizioni), che è considerato uno dei maestri dell'horror giapponese, e che ha prodotto già un bel po' di roba, anche se di qualità altalenante.
Per quanto Uzumaki, cominciamo con il dire che la trama è bizzarra e intrigante.
Cercherò di farvi un riassunto, anche se mi sarà davvero difficile riuscire a trasmettervi l'essenza grottesca dell'opera.
La protagonista vive nella piccola cittadina giapponese di Kurozu-Cho, un posto isolato tra le montagne e costruito sulla base di un antico villaggio, del quale sono rimasti in piedi pochi edifici, ormai in rovina.Il manga parte con episodi autoconclusivi, ma pian piano assume una forma propria e tutto confluisce in una trama che, per quanto allucinata, ha un senso.
Un giorno la ragazza incontra quello che riconosce essere il padre del fidanzato, accucciato in un vicolo e intento a fissare il guscio di una chiocciola. nonostante i tentativi di conversazione, l'uomo non le risponde.
Poco più tardi apprenderà dal figlio che effettivamente suo padre è un po' che si comporta in modo strano: ha infatti sviluppato una bizzarra ossessione per tutto ciò che richiama, tramite il movimento o la forma, una spirale. Ha addirittura smesso di andare al lavoro e passa la giornata a collezionare ed osservare oggetti spiraliformi.
Il ragazzo la mette anche in guardia, dicendole che la città è "contaminata dalle spirali", ed è necessario andarsene il più presto possibile.
Non passa molto tempo prima che il padre di lui muoia in circostanze grottesche e misteriose.
Da questo primo decesso inizieranno una serie di sparizioni, mutazioni e morti assurde. Il fulcro di tutto torna ad essere la spirale, questa forma che avvelena, ipnotizza, porta le persone alla pazzia, in un apocalittico crescendo.
Grazie alla formula episodica e alla brevità (tre volumi in tutto), riesce ad affascinare, stuzzicare costantemente la curiosità del lettore (e il suo gusto del macabro) e a non essere pesante. L'autore avrebbe potuto continuare all'infinito, ma ha avuto il buon gusto di non strafare, mantenendo così un ritmo in crescendo che trascina il lettore fino all'apocalittico finale.
Finale che, se qualcuno avesse davvero capito, mi faccia la cortesia di spiegarmi, perché mi ha lasciato perplesso e un po' confuso. Si, è uno di quei fumetti nei quali alla fine ti chiedi "che cazzo è successo?"; una grossa pecca purtroppo tipica di una buona fetta della produzione horror nipponica e non.
Il disegno all'inizio mi ha lasciato perplesso. nonostante l'opera infatti sia datata 1998-99, lo stile sembra uscito dalla produzione degli anni '70/'80.
Ad un esame più attento e con il proseguire della storia però ho avuto modo di apprezzarlo. L'autore ha un tratto ricchissimo di dettagli e tratteggio il quale, unito ad un'impostazione della tavola studiato e al taglio quasi cinematografico di molte vignette, crea un'atmosfera appropriata e contribuisce a mantenere il ritmo.
Questo tipo di disegno dettagliato, unito alla trama macabra, crea un manga grottesco e a tratti disturbante. Non ci sono scene eccessivamente splatter con budella che volano a destra e a sinistra, ma è ricco di deformità al limite della perversione, che per certi versi mi hanno ricordato le mostruosità descritte nei racconti di Lovecraft.
Altra nota positiva (almeno per me): il manga è totalmente privo di fanservice erotico. Sarebbe stato fin tropo facile, in una storia dove ci sono delle liceali in gonna e dei turbini di vento, piazzare inquadrature di mutandine a raffica. E invece niente. Bravo Ito, bravo.
Quello che invece mi ha lasciato davvero deluso sono i personaggi e le reazioni umane. Partiamo da queste ultime.
In questa cittadina sta succedendo di tutto, gente che muore, che gira su se stessa, zombie, persone a cui crescono bubboni e altre appendici sul corpo... e il resto dei personaggi che fa? Niente. non allertano la polizia, la guardia nazionale, non arriva nessuno a studiare questi fenomeni assurdi. Tutti se ne fregano e ogni capitolo inizia come se non fosse mai successo nulla.
I personaggi, soprattutto la protagonista, sono irritanti. Non c'è nessun processo di crescita personale. Lei è completamente svampita, e nonostante abbia il moroso che la metta in guardia ogni volta, nonostante abbia visto ogni sorta di mostruosità, nonostante sappia benissimo che le spirali sono l'incarnazione del male... ogni volta casca dal pero.
Ogni volta che lui le dice "stai lontano da quella persona" lei se la prende pure, rispondendo "non ti permettere di giudicare così i miei amici!".
Ogni volta che lui fugge urlando da un posto, lei pensa "oh, ma guarda un po', si comporta in modo sempre più strano". Imbecille.
quel ragazzo è un santo, meriterebbe un monumento solo per non averla mai presa a ceffoni.
Io vi consiglio di provarlo. Prendetevi un po' di tempo per abituarvi ai disegni e cercate di ignorare la protagonista imbecille, l'opera in sè merita.
Se poi siete degli amanti dell'horror, del grottesco, del paranormale, del macabro o dell'inquietante, non potete farvelo scappare.