Il guardiano dei sogni

Oltre la porta che ci separa dall'Altra Realtà
Non ho avuto un granché di tempo per leggere, ma un libro del mese lo devo proporre. O meglio, nessuno mi obbliga a farlo, ma sto cercando di mantenere una certa continuità in questo blog.
Così, vi parlerò un po' e "Il guardiano dei sogni", un libretto che raccoglie il ciclo di racconti che ruotano intorno a Randolph Carter, firmato Lovecraft.
Randolph Carter ormai ha trent'anni, e ormai il mondo inizia a perdere fascino ai suoi occhi. In esso Randolph non riesce più a trovare nulla che valga davvero la pena di essere vissuto, in una società dalla quale l'avventura è scomparsa.
Decide così di forzare la Porta del Sogno ed entrare in un mondo parallelo, le Dreamlands, mondo nel quale tutto è rimasto come nella sua infanzia.
Carter affronterà una vera e propria odissea nel mondo dei sogni, a caccia di una visione che rappresenta niente di meno che la sua giovinezza, l'età d'oro ormai perduta, per riafferrare la quale è disposto a scalare montagne, viaggiare fino alla luna, affrontare creature orribili e divinità ostili.
Ma cosa succederebbe se dovesse smarrire la Chiave d'Argento, lunico mezzo per dischiudere la Porta del Sogno ed accedere non solo nel sonno ma anche fisicamente in quell'"Altra Realtà" attigua alla nostra?
Non è così semplice approcciarsi a questi racconti, se avete alle spalle solo letteratura moderna. Ancora meno se siete appassionati dell'horror contemporaneo. Per leggere Lovecraft è necessario prima di tutto entrare nell'ordine di idee che state per affrontare qualcosa di scritto tra il 1919 e il 1934.
La narrazione di questi cinque racconti si compone principalmente di lunghissime frasi che arrivano a coprire lassi di tempo anche lunghi (come settimane o mesi) all'interno della narrazione e le descrizioni non sono dettagliate come quelle alle quali il lettore medio potrebbe essere abituato. Paradossalmente tuttavia, è proprio in questo libro che l'autore descrive nella maniera più dettagliata il suo personale universo onirico, e una visione d'insieme così chiara delle Dreamlands non ci verrà più fornita in nessun componimento di tutta la sua opera omnia.
Lo stesso vale per la psicologia dei personaggi: Randolph Carter e le persone che lo circondano risultano spesso abbozzati, poco analizzati, quasi sfuggenti.
Altra caratteristica (nella fattispecie del primo racconto) è la quasi totale assenza di dialoghi; peculiarità che alla lunga può risultare tediosa, ad un certo punto si sente quasi il bisogno, tra una frase interminabile e l'altra, di qualcosa di diretto e conciso come uno scambio di battute.
Tutto questo rende la lettura ostica, ad un primo approccio. Ma andiamo oltre queste caratteristiche che per molti saranno difficili da accettare, oltre c'è un mondo intero.

Sono proprio la scarsità di dettagli, le interminabili frasi, l'ambiguità delle descrizioni, a creare le atmosfere che permeano questi racconti.
Si parla di sogni, di un uomo che si nasconde in essi, li affronta e cerca di carpirne i segreti. E i racconti hanno un sapore rarefatto, vago, sono privi di contorni precisi, di un tempo ben definito. Nonostante le composizioni più brevi siano più ricche di dettagli e meglio incasellate in un loro spazio temporale proprio, la sensazione di atmosfera sospesa permane.
Sembra davvero di immergersi in un sogno, dove tutto è possibile, non esistono veri confini e dietro ogni angolo possono nascondersi una meraviglia o un orrore. Nei sogni non esiste un tempo vero e proprio e non è necessaria una giustificazione alle nostre azioni. Così, in questi racconti, in poche righe può trascorrere un mese come pochi minuti, e il passaggio è naturale e fluido, proprio come nei nostri sogni. Cosa è successo nel lasso di tempo che l'autore ha saltato? Non si sa, e non è davvero importante, il flusso dell'attività onirica è spesso incostante e inafferrabile, e il più delle volte non c'è una vera e propria connessione logica tra il prima e il dopo.
La maestria dell'autore sta in questo. Sarebbe stato facile per lui scrivere qualsiasi cosa gli passasse per la testa (tanto i sogni non hanno logica), senza dare alcuna giustificazione. Invece Lovecraft mantiene sempre un filo logico, a tratti così sottile da sembrare quasi invisibile. Ma quel filo è sempre presente, e gli consente di mantenere l'opera su un piano concreto, sconfinando in un delirio ragionato costruito ad arte senza mai perdere le redini del proprio scritto.
Come se non bastasse, con il proseguire dei racconti si intravede man mano una trama dietro ad essi, che si fa via via sempre più concreta, fino ad arrivare all'ultima composizione, che chiude il cerchio in maniera quasi perfetta.
Quasi, perché con un tema come quello trattato è impossibile delineare un confine netto con la realtà, stabilire cosa sia realmente accaduto e cosa sia stato frutto della fantasia, così come sarebbe impossibile dare una vera e propria fine a questo ciclo.
I cinque racconti oltretutto, letti nel giusto ordine, forniscono una sorta di autobiografia dell'autore, vista attraverso un velo fantastico. Troviamo in essa infatti le sue avventure sia reali che oniriche (un acconto è basato su un sogno che Lovecraft ha realmente fatto), le critiche al suo stile di scrittura che dovette affrontare all'epoca, i suoi viaggi nel New England ed altro ancora. Tutto questo fornisce un ennesima sfaccettatura alla raccolta, rendendo ancora più ambiguo il confine tra reale e immaginario, riprendendo la similitudine tra sonno, veglia e quel limbo sottile tra i due, nel quale sembra fluttuare l'intero scritto.

Ad aiutare il lettore l'edizione include numerose note esplicative, una buona introduzione sull'autore e le sue tematiche nonché un piccolo dizionario in appendice. Che vi assicuro tornerà più che utile: nelle sue peregrinazioni oniriche Carter incontrerà un numero impressionante di luoghi e creature e dovremo sorbirci una bella quantità di nomi spesso quasi impronunciabili (come nella migliore tradizione Lovecraftiana).

Se avete tempo e pazienza a disposizione, questo libro è un buon punto di partenza per conoscere Lovecraft e i suoi incubi d'inchiostro. Leggetelo in un momento propizio, seduti in poltrona o sotto alle coperte, dedicategli il tempo che merita perché possa trascinarvi in un mondo oscuro e meraviglioso, governato da leggi arcaiche e custode di inenarrabili segreti che solo il cuore più coraggioso può afferrare.
Con questi racconti Lovecraft ha intrappolato una nube di fumo al di sotto di una campana di vetro: è inafferrabile e se cerchiamo di alzare il vetro si dissolverà... ma nulla ci impedisce di osservarla, di premere il viso contro il vetro e lasciare che la nostra mente si perda nelle sue grigie volute.