Scheletri (parte I)

Una fantastica antologia che va dall'horror, alla fantascienza, al paranormale

Ho finalmente concluso la lettura di questa antologia di racconti del Re. Ne sono rimasto davvero colpito, e ringrazio la mia ragazza che me l'ha regalato (grazie, tesoro).
Lo stile è altalenante, così come la qualità. Non c'è da stupirsi: l'arco temporale coperto da questi racconti è di ben diciassette anni.
Ci tengo comunque a parlarvene prendendoli uno alla volta, cercando di spoilerare il meno possibile; quindi non preoccupatevi, il mio scopo è come sempre di palare del libro per invogliare altre persone a leggerlo. Se rovinassi le sorprese, oltre a beccarmi qualche decina di maledizioni, probabilmente pochi si prenderebbero la briga di leggerlo. Che gusto ci sarebbe?
Per non annoiarvi troppo nel post di oggi vi parlerò della prima metà del libro, a domani i restanti undici racconti e le conclusioni.

La nebbia
A seguito di una violenta tempesta, il protagonista del racconto, insieme a suo figlio, rimangono bloccati all'interno di un supermercato al quale si erano recati per comprare delle provviste. Ciò che tiene loro -e una settantina di altre persone- intrappolati nell'edificio è una stranissima nebbia. O meglio... le cose che si trovano in essa.
L'idea di base è semplice ed accattivante e da essa si sviluppa il primo e più lungo racconto della raccolta. Per chi avesse visto il film tratto da esso (The Mist), leggere il racconto non sarà comunque noioso: ha in comune i punti topici ma, cosa più unica che rara- il film è stato arricchito con numerose scene, personaggi e fornisce molte più spiegazioni. Cambia anche il finale, probabilmente quello originale era troppo "inconsistente".
C'è una buona suspance e qualche scena violenta e macabra in stile King, ma non è di fatto nulla di raccapricciante. E' molto più soft della pellicola, anche se l'argomento a mio avviso più interessante, ovvero le reazioni delle persone in situazioni estreme o incomprensibili, è gestito più che bene.

Tigri!
Cosa fareste se nel bagno della scuola trovaste una tigre in agguato?
Non posso dire nulla di più di una semplice frase, vista la brevità del racconto, senza rovinare la lettura a qualcuno.
Breve, brevissimo, simpatico ma nulla di più.

La scimmia
Il protagonista del racconto, tornato nella casa dove ha trascorso la sua infanzia, rinviene un oggetto che credeva di aver eliminato per sempre: una scimmia giocattolo a molla. Alternando presente e passato, capiremo perché ne sia così terrorizzato. L'inquietante balocco infatti ha già mietuto numerose vittime, ed è tornato per perpetuare la sua personale missione di morte.
Un racconto senza dubbio interessante. Quelle maledette scimmie a molla mi hanno sempre fatto un'inquietudine pazzesca, e King non mi ha aiutato, in questo senso. Si viene risucchiati nella vicenda e non si può fare a meno di continuare a chiedersi chi sarà la prossima vittima, e cosa escogiterà il protagonista per sbarazzarsi definitivamente del malefico giocattolo.

Caino scatenato
Cosa può fare uno studente preoccupato dagli esiti degli ultimi esami? Può mantenere di sicuro un'apparenza tranquilla, ma non è detto che dentro di sè non stia meditando di compiere qualcosa di drastico.
Torniamo alla  lunghezza di una manciata di pagine. Senza lode e senza infamia, un ritratto spiccio della follia, così difficile da vedere dall'esterno, ma dai risultati devastanti.

La scorciatoia della Signora Todd
Homer, uomo ordinariamente di poche parole, si confida con un amico e racconta l'incredibile storia della Signora Todd. La donna ha una particolarità: è ossessionata dalle scorciatoie e al volante della sua auto qualcosa in lei si trasforma. Homer stesso si è fatto trascinare lungo una delle nuove scorciatoie scoperte da lei, ma ha visto cose che avrebbe preferito non vedere. E la domanda è... quanto si può accorciare una strada, prima di finire incastrati negli ingranaggi distorti dello spazio e del tempo?
Uno dei racconti che mi ha più colpito. Si inquadra perfettamente in una delle -tante- facce di King: quei racconti dove tutto sembra nomale, ma avvertiamo che c'è qualcosa di fuori posto e continuiamo a chiederci cosa sia. In un certo senso mi ha ricordato "La storia di Lisey". Bellissimo.

Il viaggio
Una famiglia si accinge a compiere "il viaggio" verso Marte. Sembra una cosa semplicissima: un teletrasporto immediato sulla colonia umana ora fiorente sul Pianeta Rosso. Per il padre di famiglia non è certo la prima volta, ma per sua moglie e i due figli si. Rendendosi conto del loro nervosismo, cerca di allentare la tensione raccontandogli di come questa straordinaria modalità di viaggio è stata scoperta. E degli incidenti di percorso.
Eccoci ad un racconto di fantascienza. A mio avviso risulta interessante, ma un po' debole e lento. Si vede che non è il terreno prediletto dall'autore, anche se non se l'è cavata troppo male.

Marcia nuziale
Un'orchestrina Jazz viene assoldata da un famoso gangster per esibirsi al matrimonio della sorella, che ha la fama di essere incredibilmente brutta. I ragazzi accettano l'incarico, ritrovandosi in mezzo ad un festino di malavitosi.
Incisivo e a tratti davvero divertente (la descrizione della dolce sposa vale da sola una lettura). Una breve storia sulla malavita, ben confezionata e godibile.

Ode del paranoide

Una poesia in prima persona; una pagina di diario di un uomo paranoico. Ci dirà che c'è un uomo alla porta, che la vecchia che abita sopra di lui lo spia, che al ristorante gli mettono l'arsenico al posto del sale.
Nella sua brevità un brivido riesce comunque a trasmetterlo ed è stato naturale per me a pensare al racconto breve "La legione dei cospiratori" di Matheson.

La zattera
Due ragazzi e due ragazze decidono di dare un saluto all'estate recandosi al lago e nuotando fino ad una zattera che galleggia a una cinquantina di metri dalla riva.
Ma una volta arrivati, si accorgono di una stana macchia nera, perfettamente circolare, che galleggia lì vicino, che non ha un aspetto per nulla rassicurante.
Capiranno la gravità della loro situazione solo quando una delle ragazze verrà trascinata in acqua: sono in una proprietà privata, nessuno oltre a loro sa dove si trovano, non hanno modo di chiamare aiuto. E la cosa nell'acqua rimane costantemente in agguato.

Un racconto spettacolare. La tensione sale subito alle stelle, e le descrizioni cruente non mancano, vivide e disgustose, arrivando a livelli degni di un film splatter. King non ci propina solo questo, ma condisce il tutto con dei ricchi rapporti interpersonali tra i protagonisti e delle reazioni umane davvero credibili.
Uno splendido racconto horror.

Il word processor degli dei
Il protagonista del racconto è un aspirante scrittore che non è mai riuscito a scrivere nulla di buono e si guadagna da vivere facendo l'insegnante. La sua vita è vuota, ha un figlio ingrato e una moglie che definire un'arpia sarebbe farle un complimento.
Per il suo compleanno, riceve in regalo dal suo nipote preferito, morto poco tempo prima in un incidente stradale, un word processor fatto in casa. Sa bene quanto il ragazzino fosse stato intelligente, ma non può nemmeno immaginare gli straordinari poteri della sua creazione.

Dopo "La zattera" possiamo rilassarci con questo. E' divertente, brillante e, in fondo, chi non ha mai sognato di avere tra le mani una lampada di Aladino in grado di esaudire ogni desiderio? Forse è il racconto più allegro della raccolta: ci premierà anche con un piacevole happy ending, che in un'antologia del genere è sempre apprezzabile.

L'uomo che non voleva stringere la mano
Il protagonista, ormai anziano, racconta a un gruppetto di amici di una strana partita di poker di tanti anni prima. In questa occasione ha conosciuto un uomo dalle abitudini bizzarre: costui si rifiutava di stringere la mano a chiunque, o anche solo di venirne in contatto. Come giustificazione, sosteneva di aver prestato servizio militare in India, dove le malattie sono all'ordine del giorno, e di aver quindi sviluppato questa peculiare mania. Inutile dire che la verità è tutt'altra, e poco ha a che vedere con batteri e microbi.
L'ho trovato molto ben scritto e dallo svolgimento non così scontato come si potrebbe pensare. La struttura narrativa è solida e costruita a puntino per tenere il lettore incollato fino alla fine, anche se il racconto ha toni molto "pacati" e lenti. C'è poco da fare: si vuole scoprire perché il tizio non vuole toccare nessuno.
Continuo a chiedermi chi sia quel maledetto maggiordomo.

....continua domani (o dopodomani, se proprio non ho estro) con la seconda parte!