Scheletri (parte II)

Ed eccoci alla seconda parte della recensione!

Riprendiamo da dove ci eravamo interrotti ieri e vediamo i racconti dal dodicesimo in poi.

Sabbiature
Una navicella spaziale precipita su un pianeta alieno e dei tre membri dell'equipaggio solo due sopravvivono, costretti ad avere a che fare con un pianeta ostile, coperto interamente di sabbia. Il protagonista fa di tutto per sopravvivere, mentre il compagno perde la ragione e, seduto su una duna, comincia a delirare circa i Beach Boys e un'enorme spiaggia senza mare. E mentre il primo cerca di scuoterlo dal suo stato e al contempo cerca di rimanere vivo, pian piano la sabbia si insinua ovunque...
Un altro pezzo di fantascienza. E' più convincente (e in un certo senso avvincente, anche se di azione ne vedremo poca), de "Il viaggio", forse perché King tralascia le spiegazioni scientifiche e ci immerge in un argomento che gli è caro: la follia.
E' fantascienza in parte, i due potrebbero anche essere due persone smarritesi nel Sahara, poco cambierebbe. Non è un racconto brillante, ma si fa leggere, mantenendo vivo l'interesse fino alla fine.

L'immagine della falciatrice
Un intenditore d'arte si reca a casa di un collezionista per visionare un pezzo particolare della sua collezione: un antico specchio dal valore incredibile, sul quale circola un'inquietante leggenda. Il proprietario ci crede fermamente, mentre il protagonista è scettico. Sarà vera la storia che poche persone prescelte possono vedervi riflessa la Morte?
Il racconto è stato scritto quando King aveva solo diciotto anni, quindi possiamo anche perdonare lo stile non così ricco e la storia abbastanza scontata. E' un componimento semplice, una classica leggenda metropolitana. Nulla di speciale.

Nona
Un ragazzo che ha appena abbandonato gli studi universitari e sta cercando di non morire di freddo facendo l'autostop incontra una strana e bellissima ragazza. Subito se ne invaghisce, ma sembra che lei abbia un'influenza tutta particolare su di lui: è in grado di tirargli fuori tutta la cattiveria e l'aggressività che per anni ha sempre represso.
A raccontarci il tutto, in un lungo flashback, è proprio il protagonista, ora in carcere e ossessionato da un incubo ricorrente.

Il racconto è di buona fattura, tiene incollati e ci somministra una generosa dose di violenza vecchio stile. Che nella testa del protagonista ci sia qualcosa che non va lo capiamo presto... si, si torna a parlare di pazzia. Che abbia davvero vissuto un'esperienza raccapricciante o che sia solo un poveraccio affetto da problemi relazionali con l'altro sesso e pieno di rabbia repressa, sta a noi deciderlo.

Per Owen
La seconda poesia della raccolta. Recarsi a scuola ogni mattina è per un bambino un rituale a tutti gli effetti.
Il componimento è davvero breve ed estremamente semplice. Probabilmente King lo dedica al figlio. Qualche pagina per rilassarsi per bene prima di affrontare il racconto successivo.

L'arte di sopravvivere
Cosa ci fa un chirurgo su una minuscola isola deserta, composta esclusivamente da scogli e sabbia, con a fargli compagnia solo un paio di chili di cocaina pura? Come riuscirà a procurarsi il cibo per tirare avanti in attesa dei soccorsi? E soprattutto... cosa è davvero disposta a fare una persona per sopravvivere?
In queste tre domande c'è tutto il succo di questo fantastico, raccapricciante racconto. Narrato in prima persona, ci mette di fronte ad una situazione estrema affrontata con una lucidità quasi glaciale. Forse anche voi, assaliti dai crampi della fame, comincereste a pensare che quel vostro piede destro ha un aspetto davvero appetitoso.

Il camion dello zio Otto
Un anziano miliardario, considerato da tutti completamente pazzo, sta trascorrendo la sua vecchiaia seduto in veranda a fissare il camion nel campo dall'altra parte della strada. Il veicolo, ormai dimesso, è finito lì per colpa sua e del suo ex socio in un incidente avvenuto tanti anni prima, dal quale entrambi erano usciti illesi. Anni dopo il compare però fa una brutta fine: vendute le ruote del camion e posizionatolo su dei sostegni, vi resta schiacciato sotto in circostanze poco chiare.
Il nipote del vecchio è un po' che sospetta che ad uccidere il socio sia stato proprio suo zio, e che il rimorso lo abbia portato alla follia e all'assurda convinzione che il camion lo sappia e che ora si stia avvicinando di soppiatto alla casa per vendicarlo.

Il racconto è bizzarro, ma convincente. Ha un ritmo lento, ma tutti coloro che conoscono il Re (o comunque che si sono letti tutti i racconti precedenti) non smetteranno di leggere, chiedendosi se davvero il vecchio sia pazzo o se effettivamente il camion sia dotato di vita propria. E via che si parla di pazzia!
Non c'è violenza e non fa nemmeno davvero paura. C'è solo una sottile, subdola inquietudine che lo permea dall'inizio alla fine.

Consegne mattutine - Lattaio nr. 1
Il lattaio del quartiere è un po' particolare. E fa consegne tutte speciali, aggiungendo un tocco personale al latte, alla panna, alla crema.
Un altro racconto brevissimo, che non ci fornisce spiegazioni. E' un puro delirio dall'inizio alla fine, senza un vero e proprio senso logico. C'è un lattaio pazzo, ci vengono descritte le sue "consegne speciali" e le conseguenze sono lasciate alla nostra immaginazione. Gustoso.

Quattroruote: La storia dei bei lavanderini - Lattaio nr. 2
Due beoni ubriachi fradici scorrazzano a piede libero su un catorcio di macchina. Uno dei due si lagna perché sua moglie lo tradisce con il lattaio (si, quello del racconto precedente) ma soprattutto perché gli è scaduta la revisione. Per pura fortuna trovano un'officina gestita da un loro vecchio compagno di scuola. Tra birra e ricordi dei bei tempi andati cercheranno di convincerlo a rinnovare la suddetta revisione.
Un pezzo un po' atipico, che di horror ha ben poco, se non per la comparsa, ad un certo punto, del lattaio pazzo di cui vi ho parlato poco fa, e la sua presenza che aleggia all'interno di tutto il racconto.
Si fa leggere, è un racconto tranquillo e dalla narrazione relativamente lenta.
Finale a sorpresa per tutti.

La nonna
George è un ragazzino timido, vessato dal fratello maggiore e terrorizzato -senza un vero motivo- dalla nonna. Purtroppo un pomeriggio la madre è costretto a lasciarlo a casa per qualche ora con la vecchia, ormai allettata e ridotta a poco più di un vegetale.
Il ragazzino si fa coraggio e si prepara a trascorrere un lungo pomeriggio alle prese con le sue paure... e con gli scheletri nell'armadio della famiglia. Non è riuscito a capire tutto, ma ha sentito ogni tanto parlare della nonna, della sua reputazione e di certi strani libri che possedeva.

Dopo il precedente racconto, torniamo a tuffarci nel puro stile King. L'autore è davvero bravo a dipingere il mondo visto attraverso gli occhi dei bambini: tutto è ingigantito, distorto, e la razionalità fa costantemente a pugni con l'immaginazione. Dove finisce l'immaginazione e dove inizia la realtà è un sottile filo che può spezzarsi da un momento all'altro. Dimostrandoci che la realtà può anche essere molto peggio.

La ballata della pallottola flessibile
Ad una modesta festa per il successo di un giovane scrittore un ex redattore inizia a raccontare la storia di un autore che ha conosciuto, altrettanto giovane, e di come sia arrivato al suicidio.
Ma, soprattutto, della sua personale mania. Il giovane era infatti convinto che nella sua macchina da scrivere abitasse un folletto che gli cospargeva i tasti di polvere magica, senza la quale non sarebbe più stato in grado di scrivere nulla. E di come tutti, dal postino, ai vicini di casa, ai poliziotti, fossero spie incaricate di rubare o uccidere lo spiritello.

Un elogio alla follia, uno dei migliori racconti della raccolta. Si è parlato in larga misura di pazzia in questo volume e qui si raggiunge l'apice. Assistiamo infatti alla discesa di una mente nei suoi abissi, allo svilupparsi della paranoia, alle reazioni delle persone circostanti e a come la pazzia possa essere contagiosa.
Lo sviluppo è volutamente lento, ma questo fa si che i personaggi prendano una loro forma tridimensionale; per essere un racconto breve, il lavoro fatto su di essi è notevole.
E' il racconto che mi è piaciuto di più. Forse perché, come dice l'autore, l'essere umano è inconsciamente attratto dalla pazzia, e leggendo queste pagine, chiunque potrà rispecchiarsi in molti pensieri e ragionamenti, perfettamente logici e al contempo quasi deliranti. Perché la pazzia è subdola: a volte si maschera talmente bene che la scambiamo per normalità.

Il braccio
Una vecchia signora, che non ha mai lasciato l'isola dove è nata, ci racconta della sua vita e della piccola comunità in cui ha sempre vissuto come lo avrebbe raccontato se i suoi nipoti glielo avessero chiesto.
Ma i nipoti non se ne interessano, la vecchiaia avanza e da qualche tempo lei è convinta prima di sentire e poi di vedere il marito, morto da tanti anni. E il vento la chiama...

Un magnifico racconto, non pauroso, ma a suo modo dolcissimo, struggente e malinconico. Veniamo accompagnati attraverso gli episodi della vita di una signora che ormai è giunta al termine del suo viaggio, conosciamo le persone a cui era affezionata e grattiamo appena la superficie di quelle che sono le leggi non scritte delle minuscole comunità insulari.
Affascinante, vi farà chiudere il libro pervasi quasi da nostalgia, sapendo che anche per voi ora il vostro viaggio attraverso ventidue racconti è finito.
Il vento non vi sta chiamando?

In conclusione, è una magistrale raccolta di racconti. Se qualcuno mi chiedesse con che libro iniziare per avvicinarsi a Stephen King, consiglierei questo. Lo spettro di situazioni e temi affrontate è ampissimo, c'è fantascienza, paranormale, vita vera, horror puro e horror splatter... ce n'è per tutti gusti.
Anche nei personaggi possiamo trovare tutti quelli più cari all'autore: l'uomo comune, ma padre e determinato a proteggere la famiglia, l'adolescente, il bambino spaventato da ciò che non comprende, lo scrittore, la donna forte e sicura di sè.
Oltretutto i racconti, a parte un paio, non superano le cinquanta pagine. Non rischierete di annoiarvi, e anche se uno non vi soddisferà appieno, di sicuro il successivo saprà sorprendervi catapultandovi in un ambiente totalmente diverso.

Se non avete mai letto King, procuratevelo.
Se avete già letto King ma non questo, procuratevelo.
Che aspettate? Filate subito in biblioteca o in libreria.