Chiunque pratichi la non azione è occupato a non essere occupato (Lao Tzu) |
Ma non è possibile vivere la vita nell'ozio, vero? Si e no.
Oggi vi presento "L'ozio come stile di vita", un libretto del 2005 di Tom Hodgkinson, un simpatico inglesino che della vita ha capito tutto. Bè, forse tutto no, ma ha capito come vivere bene.
Il libro è suddiviso in ventiquattro capitoli, uno per ogni ora del giorno, ognuno dei quali tratta di un argomento diverso collegato a quel momento della giornata. Dal lavoro al sonno, dal fumare al sesso, dalla pesca all'ora del tè (perché un britannico non poteva omettere l'ora del tè), l'autore si diverte a filosofeggiare su come affrontare le cose pur continuando ad oziare.
E' possibile lavorare oziando? Si.
E' possibile passeggiare oziando? Si.
E' possibile mangiare oziando? Si.
E' possibile far sesso oziando? Assolutamente si.
Paradossalmente, il libro non è un trattato che istiga a non fare nulla, al contrario. Semplicemente, propone un diverso punto di vista dell'atto stesso del fare.
La società moderna ha imposto all'essere umano dei ritmi sostenuti, alienanti, spesso insostenibili. Ma la colpa non è solo della società, la colpa va ricercata nel singolo individuo che prende suddette regole sociali troppo sul serio.
Ci autoimponiamo degli standard che a lungo andare ci rendono stressati, astiosi, inavvicinabili, socialmente inetti.
Come detto, la colpa in parte è nostra. Un modo diverso di porsi di fronte alla vita esiste: un modo più rilassato, che prende le cose meno sul serio(o meglio, dà alle cose il loro giusto peso).
"Se si cammina per una città qualsiasi durante il giorno, non si può fare a meno di notare il gran numero di cartelloni pubblicitari e insegne di negozi che ci esortano a muoverci. Go go go! MTV e altri canali satellitari ci tempestano con immagini di paracadutisti, bungee-jumpisti, skateboardisti, snowboardisti, acqua-scooteristi, surfisti, mountain-cicllisti, fuoristradisti. Il messaggio è chiaro: esci di lì, ragazzo! E' fantastico! Non restartene seduto in casa! Fà qualcosa! Fà qualunque cosa! Non fermarti. Non pernsare. Coraggio! Fallo! Just do it!Quindi, si, la scelta è nostra.
L'ozioso contempla questo avvilente guazzabuglio di possibili stili di vita e decide di non fare proprio nulla. Just don't do it. Non fare, non andare - fermati. Invece di andare decide di restare e accontentarsi di essere."
Il libro è ricco di citazioni, stralci di altri autori, inni all'ozio e all'ozioso che ci dimostrano che distaccandoci dalla frenesia insensata che pervade la massa e la rende come un alveare di api operaie perennemente indaffarate possiamo vivere meglio.
Questo non fa del tomo un libro moralista, nulla che cerchi di indottrinarci a forza (tipo sulla falsariga dei libri mistico-religiosi insomma, che propongono la felicità tramite la preghiera e la rinuncia ai beni terreni). Tutt'altro. E' ironico, spinge all'ozio e al contempo ride di esso. Gli oziosi che lo leggeranno si troveranno a sorridere di fronte a cose che sanno già benissimo. Ma alle quali forse ora riusciranno a dare una motivazione.
Nulla da prendere alla lettera, il libro stesso non vuole essere preso alla lettera. Filosofeggia, divaga, si prende in giro da solo; ma -scava e scava- fa pensare.
Fa sentire un po' meno soli, questo libro. Un pigro si rende conto di non essere l'unico e smette di sentirsi in colpa per tutte le volte che invece di alzare il culo e fare qualcosa, è rimasto in doccia un'ora a filosofeggiare sui misteri dell'universo.
Stacchiamo la spina, allontaniamoci dal luogo comune che la salute derivi dal movimento costante. Impariamo ad apprezzare il vento tra gli alberi, il silenzio, un bicchiere di birra, una sigaretta, una risata sincera. Un pomeriggio a non far nulla.
Impariamo ad ironizzare sul mondo e su noi stessi: la frenesia del mondo moderno ci rende troppo nervosi ed irascibili per essere in grado di farlo fino in fondo, per apprezzare davvero la vita.
Come diceva anche Baloo, "ti bastan poche briciole, lo stretto indispensabile, e i tuoi malanni puoi dimenticar"; e ancora "perché se fai come quell'ape... ti stancherai troppo. E non star sempre a pensare alle cose che vuoi e che non puoi trovare".
Quindi, ogni tanto, fumiamo qualche sigaretta senza sensi di colpa. Prendiamoci un'ora in più per fare il lavoro con più calma. Rimandiamo le pulizie domestiche. Beviamoci un bicchiere di birra in santa pace. Lasciamo che sia la nostra compagna a star sopra, o il nostro compagno a far tutto. Senza sentirci in colpa.
Smettiamola di vivere secondo le aspettative della società. Almeno ogni tanto.
L'ozio è un diritto.
Vi lascio con il manifesto del movimento dell'ozio:
- La religione dell'industria ha trasformato gli esseri umani in robot del lavoro.
- Gioia e saggezza sono stati rimpiazzati da lavoro e preoccupazione.
- Dobbiamo difendere il nostro diritto di essere pigri.
- Il lavoro ci ruba il tempo.
- Produttività e Progresso hanno generato ansia e disagio.
- La carriera è un fantasma.
- Il denaro è una costruzione mentale.
- Possiamo crearci il paradiso.
- Non c'è nulla che deve essere fatto per forza.
- Sii buono con te stesso.
- Resta a letto.
- L'inazione è la fonte della creazione.
- Arte, persone, vita.
- Pane, pancetta, birra.
- Non legarti a niente.
- Prima vivere poi lavorare.
- Non sapere niente.
- Il tempo non è denaro.
- Smetti di spendere.
- Lascia il lavoro.
- Studia l'arte di vivere.
- Chi vive piano muore vecchio.
- Non fare niente.
Sii PIGRO!