Un'ottima compagna per l'estate |
Proprio ieri sono tornato a gustare una birra che non mi capitava tra le mani da un sacco di tempo: la Timmermans Oude Gueuze.
Purtroppo non è così facile da trovare. L'ho assaggiata mentre lavoravo in pub, un paio di anni fa, e da allora non l'ho più trovata. Prima di riscoprirla, ieri notte, in un pub a due passi da casa. Gioia e tripudio.
Comincio spiegandovi cos'è una "guezue". Sono "lambic", ovvero birre ottenute dalla fermentazione spontanea con lieviti selvatici. Al contrario delle lager e delle ale, insomma, dove i lieviti vengono scelti accuratamente.
La maggior parte delle lambic, inoltre, hanno una buona percentuale di frumento (tra il 30% e il 35%), per il resto da malto d'orzo.
Tornando alla gueuze, è il risultato della miscela di lambic di annate differenti, che può avere risultati molto diversi, e viene spesso definita "lo champagne del Belgio", per il suo essere particolarmente frizzante.
Le caratteristiche generali, comunque, sono un sapore acidulo, spesso fruttato, che lascia spiazzati i consumatori di birra tradizionale.
Per avvicinarsi a queste birre molto particolari, la Timmermans Oude Guezue è un ottimo punto di inizio. Ovvio, se non sapete cosa aspettarvi, vi lascerà comunque almeno sorpresi, ma della categoria è una birra "facile" da capire e da gustare.
La prima cosa che colpisce è l'odore: ha un profumo straordinario, secco ma ricchissimo di note di frutta, incredibilmente delicato e fresco.
Questa birra belga di colore dorato e leggermente torbida ha una gradazione di 5,5%. Che non si sentono assolutamente: il sapore aspro, nel quale predominano le note di limone, e le numerose bollicine vi faranno dimenticare di star bevendo un alcolico. Presenta una schiuma densa ma poco persistente.
In seconda battuta, dopo l'impatto acidulo, arriva un gusto più amaro del previsto, ma comunque non invadente: è comunque un amaro di tipo fruttato, che ricorda scorze di limone e arancia.
Visto che questa birra continua a fermentare per vent'anni dopo essere stata imbottigliata, l'esperienza che ne ricaverete dipende dall'età della bottiglia(che comunque non viene messa in commercio prima di 4 mesi i rifermentazione in bottiglia).
Se trovate una birra giovane, il limone la fà da padrone, dando un gusto acidulo con delle note legnose solo marginali.
Man mano che invecchia, invece, si faranno sentire gusti e odori più marcati.
In entrambi i casi, comunque, lascia in bocca un sapore fresco ma secco.
E' una birra dal sapore selvatico quasi "crudo", che nonostante tutto, ad un secondo assaggio, rivela inaspettate note dolci.
Per la sua capacità di "pulire" la bocca da altri sapori, io mi sento di consigliarla con cibi dal gusto marcato e pieno, come selvaggina, agnello, cozze, piatti ricchi di burro o formaggi grassi (come taleggio, camambert, brie e Bel Paese).
Sempre secondo il mio umile parere non sta bene abbinata alla pizza, mentre è eccellente anche da bere da sola, soprattutto nel periodo estivo: rinfresca meglio della limonata.
Io vi invito a provarla se siete amanti dei gusti aspri. Se vi piace il sidro sono sicuro che non vi deluderà.
Gustata fredda e appena stappata risulta più frizzante e dissetante, lasciandola riposare e intiepidire un po' (anche se sono del parere che debba comunque essere fredda), sprigiona un sapore più ricco e meno pungente.
L'unica avvertenza è che è fin troppo facile prendersi una sbornia, con questa bestiola: tra il profumo e il sapore, vi farà presto dimenticare di star bevendo qualcosa di alcolico.