The Raven

Un'americanata riuscita benino, dai

Ieri me ne sono andato al cinema, e visto che ci vado raramente (un po' per scarso interesse, un po' perché preferisco guardarmi i film a casa, ma soprattutto per il costo), vi parlo un po' del film che siamo andati a vedere io e la mia ragazza: The Raven.

Ambientato negli Stati Uniti, in una Baltimora di metà '800, il film inizia con il ritrovamento da parte della polizia dei corpi di due donne appena assassinate. Il detective Fields si rende conto che la dinamica del delitto è identica a quello di un racconto dello scrittore Egar Allan Poe. Questi, che da tempo ormai non riesce a scrivere nulla di soddisfacente, sta lentamente scivolando nella miseria e nell'alcolismo.
Ma da primo sospettato Poe si ritrova presto ad essere l'elemento chiave delle indagini: l'assassino torna a colpire, sempre seguendo la traccia dei suoi racconti, ed arriva a lanciare una sfida personale allo scrittore: ad ogni delitto lascerà un indizio sul successivo, ed Edgar dovrà non solo cercare di scoprirlo, ma anche scrivere un nuovo racconto basato sull'omicidio appena compiuto. Se non vi riuscisse, la posta in gioco è molto alta...

Le premesse erano ottime. Un'epoca ricca di controversie, una serie di delitti truculenti, una sfida personale a uno scrittore che è nientepopòdimenoche il maestro (e padre) dell'incubo e dell'orrore.
Purtroppo il legame dell'intero film con le atmosfere e la figura del caro vecchio Poe è labile: il tutto si limita al citazionismo di alcuni dei racconti più noti: "Il Pozzo e il Pendolo", "La Maschera della Morte Rossa", "La Sepoltura Prematura" e qualche altro ancora. Che restano gustosissimi aneddoti per i conoscitori delle opere di Poe, i quali si compiaceranno di averle colte e si divertiranno a fare supposizioni, insieme al protagonista, sulle modalità del prossimo omicidio e sullo sviluppo della trama; ma per tutti gli altri resteranno dettagli.
La figura di Poe, per quanto resa discretamente, è quasi un pretesto per avere un protagonista "diverso dal solito". Il personaggio è riuscito discretamente, e la figura del poeta tormentato ormai ridotto alla miseria è stata addolcita anche con spunti ironici: non l'ho trovato un pessimo tentativo. Tuttavia, se da una parte il personaggio diventa meno leggenda e più uomo, dall'altra perde di spessore e viene ridotto a "personaggio moderno appetibile".

La regia è ben fatta, riesce a creare tensione e i toni della pellicola sono prevalentemente freddi. Tutto in linea con il soggetto, insomma, se non fosse che tutto il film ha un sapore estremamente moderno. Nonostante la cura per le ambientazioni e i costumi, il regista a parer mio non è riuscito a creare quell'atmosfera gotica, cupa e decadente che mi aspettavo da un film incentrato su Poe. Mi aspettavo, insomma, qualcosa che avesse il sapore dei racconti di uno dei miei autori preferiti: un sapore segreto, oscuro, polveroso.
Ma come già detto, Poe è un pretesto per creare un thriller avvincente, ma che con il buon Edgar non centra molto.
Un'impronta marcata e fin troppo evidente della forzata modernizzazione del film è una scena (che non vi spoilero ma chi lo ha visto sa a cosa mi riferisco) particolarmente violenta. A me piacciono abbastanza i film con scene gore, ma in questo contesto l'ho trovato fuori luogo. Nel film vediamo cadaveri per tutti i gusti, ma questa è una violenza superflua: la scena si poteva benissimo gestire in modo diverso e più pertinente. Come già detto, è chiaro che è stata piazzata lì per dare un contentino agli amanti del sangue, in nome del thriller macabro moderno, dove sembra che ci debba per forza essere almeno una scena disgustosa, o il regista non è contento.

Nel complesso, resta un film godibile, che intrattiene e non annoia affatto. L'ambientazione e il soggetto potevano essere sfruttati meglio, ma mi è piaciuto lo stesso. E penso possa piacere agli amanti del thriller, a quelli del macabro e a quelli dell'horror. Agli amanti di Poe... non ne sono sicuro. Possono goderselo anche loro, se lo prendono per quello che è: un film americano moderno senza intenti particolarmente profondi o artistici.
Non abbiate alte aspettative, e ne resterete soddisfatti.
Come ho fatto io, insomma.